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POST FUORI SINCRONO

Post n°106 pubblicato il 26 Aprile 2011 da giginosco

Voglio vedere quando la smettono, di spostare Pasqua ogni anno.
Me lo dite come fa, uno distratto e fuori sincrono come me, a scrivere qualcosa nel blog, giusto un pensierino per gli amici che passano a fare gli auguri?
Senza contare che, con la data mobile, uno si disaffeziona (non parlo dell'aspetto religioso, nel quale mi dichiaro assolutamente incompetente), perché non riesce ad associare la festa ad una atmosfera caratteristica.
Vuoi mettere le feste invernali? Natale 25 dicembre e Capodanno 1 gennaio, punto e basta. Certo, a volte fa più freddo e a volte meno, ma i personaggi e i riti sono quelli: Babbo Natale, la tombola, il cenone, i botti di fine anno.
Alla Pasqua, invece, che atmosfera puoi associare? Negli anni in cui cade a fine aprile, come questo, vedi già le signorine in costume, sulla spiaggia. In altri anni, invece, si festeggia davanti al caminetto, o quasi. 

Nel 2002, la Pasqua cadeva a fine marzo. Io ero ad Ischia, ed ho assistito alla Via Crucis che viene rappresentata annualmente a Forio, la sera del venerdì santo.
Lo spettacolo, molto suggestivo, ripercorreva gli ultimi eventi della vita di Gesù.
Ultima cena, orto degli ulivi, Giuda, Caifa, Pilato. Fin qui, tutto normale.
Dopodiché, partito il corteo che ha percorso le vie del paese, è cominciato il dramma dell'attore protagonista. Hai voglia a leggere libri e vangeli, hai voglia a vedere film, magari cruenti come quello di Mel Gibson, non mi ero mai reso conto, fino ad allora, di cosa significasse davvero "passione di Cristo".
Prima di tutto, faceva un freddo che, secondo me, non hanno mai avuto nemmeno a Stoccolma. C'erano spettatori in attesa che, pur essendo abbigliati come Ambrogio Fogar al polo nord, cadevano per terra congelati, e venivano ammassati al ciglio della strada, per consentire il passaggio del corteo.
Il Nazareno, vestito con una tunica leggerissima, camminava portando la croce e, ogni volta che si fermava o cadeva, veniva percosso malvagiamente, con calci e pugni, da parte dei soldati. Come da copione, insomma.
Ora, io non so se il regista della rappresentazione avesse fatto fare a tutti un corso accelerato di metodo Stanislavskij, o se ci fossero vecchie ruggini tra gli abitanti del paese, fatto sta che, ve lo posso assicurare, il povero attore si è beccato una caterva di mazzate autentiche, lungo tutto il percorso.
Noi spettatori, messi sul marciapiede, sentivamo distintamente il rumore degli schiaffoni e dei calci al crucifigendo, e ci guardavamo attoniti, con negli occhi la domanda "ha sentito anche lei il rumore della costola che si incrinava?"
Alla fine del percorso, dopo gli incontri con la Madonna, Santa Veronica e il Cireneo, ed un altro paio di paliatoni che non vi dico, il corteo è arrivato su una montagnella, dove doveva avvenire la crocifissione. Era uno spazio aperto, spazzato da un vento che definire gelido non rende l'idea, sembrava una di quelle tormente che si vedono solo nei documentari sugli eschimesi.
Il povero attore protagonista, che era già allo stremo delle forze, al solo pensiero di essere issato in mutande sulla croce, con quel freddo, ha avuto un cedimento. Rianimato (a schiaffoni, ovviamente) ha dapprima provato a convincere il regista a sostituire la crocifissione con una più civile sedia elettrica. Poi, al rifiuto della sua proposta, ha tentato di fuggire verso la campagna, ma è stato fermato da una suora, che lo ha atterrato con uno sgambetto degno del miglior Gattuso.
Così lo hanno preso, ed issato sulla croce più alta, con a fianco altri due sfigati che, almeno fino a quel momento, erano stati al calduccio, ed avevano avuto il tempo di cospargersi di grasso di foca.
Non so dire quanto tempo sia stato appeso lì sopra, ma so che, quando lo hanno tirato giù, ormai prossimo all'assideramento, le sue prime parole sono state "Guaglio'..... l'anno ca vene, nun ce scassat'o cazz, facimme Grease!" *

* Traduzione: Ragazzi, che ne direste di mettere in scena un musical, il prossimo anno?

 
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