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« MUFFACRONACHE DAL FUTURO »

BACI & ABBRACCI (come le felpe)

Post n°112 pubblicato il 09 Ottobre 2011 da giginosco

Il mio amico Lucky mi ha garbatamente consigliato di scrivere almeno un post di saluto, visto che, a distanza di mesi, c'è ancora chi passa dal blog per salutare e vedere se ci sono novità.
Quanto mi mandano in crisi i consigli garbati e ragionevoli! Se devo essere dalla parte del torto, preferisco la dialettica di tipo paraconiugale, quelle situazioni in cui non si ha il tempo di entrare nel merito della questione, perché dopo tre secondi si è già schierati in posizione da combattimento.

Cari amici vicini e lontani, come va? E in famiglia? Mogli, mariti, genitori, suoceri, tutto bene? Figli cresciuti, promossi, bocciati? Li hanno presi i pidocchi, tornando a scuola? Mangiano? Studiano? Fanno sport? E le canne, le canne? E i vostri acciacchi? Cervicali, mal di schiena, menopause, prostate, tutto sotto controllo?
Bene, mi ha fatto piacere, ci sentiamo presto.
Ah, dimenticavo. Tornando a casa, troverete i bambini. Sparate una minchiata ai vostri bambini e dite "questa è la minchiata di gigi".
Beh, Lucky, sono andato bene? No? Dovrei scrivere anche qualcosa di me?

Non ho molto da dire, in verità, è tutto più o meno come prima.
Ho trascorso un'estate simile alle altre: la mattina al lavoro, il pomeriggio al mare con la bimba, la sera a cena fuori, quasi sempre nello stesso ristorante-pizzeria all'aperto. Una soluzione gradita sia a mia figlia (perché c'è un piccolo spazio giochi), sia a mia moglie (perché così non cucina), sia a me (perché così posso scegliere cosa mangiare senza sentirmi dire "magari un'altra volta, se me lo dici prima" "ma mancano ancora due ore e ti ho chiesto pasta aglio e olio!"). Senza contare che lì ci regalano sempre almeno una chicca, tra i camerieri, qualcuno da non perdere mai d'occhio.
L'anno scorso il mio eroe era un ciccione che si muoveva a casaccio tra i tavoli, serafico, mentre i suoi colleghi giravano come trottole. Portava attaccato alla cintura un cavatappi, che gli cadeva di continuo. Ogni volta che succedeva si fermava, indicava spazientito per terra con la mano a paletta, come per dire "sto cazzo di cavatappi non fa altro che cadere!" e si piegava al rallentatore, per raccoglierlo, ostruendo il passaggio. Si rialzava ancor più lentamente, appoggiando la mano al ginocchio e, paonazzo, provvedeva a fissare (insomma, "fissare") di nuovo il cavatappi alla cintura, mentre intorno a lui si formava un ingorgo di clienti e camerieri con i piatti in mano. Non gli ho mai visto prendere un'ordinazione, o portare una pizza, né tantomeno aprire una bottiglia di vino col suo amato cavatappi. Mai. Sembrava il padre della sposa, non so se mi spiego: osservava i tavoli a distanza, come per controllare che tutto fosse a posto, ma si guardava bene dall'intervenire.
Però, nonostante fosse un'attrazione tipo la donna barbuta o il mangiatore di fuoco, uno che da solo valeva il prezzo del biglietto, dopo un paio di settimane lo hanno licenziato. Mah, chissà come mai!
Quest'anno i gestori hanno deciso di professionalizzare l'organico, inserendo un venditore di materiale per edilizia, un aspirante chitarrista, uno studente universitario sosia di Chezzo Zalone e, dulcis in fundo, una tettona dalle mani di sapone, della quale ignoro l'occupazione abituale (di certo non cameriera, però), che io ho subito individuato come fenomeno della stagione.
Tutti bravi ragazzi, per carità. Educati, puliti, con i pantaloni neri e la camicia bianca, con in tasca il loro bel blocchetto per le ordinazioni, ma disposti a portarti un vassoio con dentro un armadillo con un limone in bocca, piuttosto che le pizze che avevi chiesto. Per non parlare delle ordinazioni da sincronizzare, tipo pizze-cucina o primo-antipasti. In quel caso, conveniva portarsi uno spuntino da casa, e poi sperare nella buona sorte.
A me questa cosa interessava poco, sono un cliente poco polemico. Se c'è da aspettare, aspetto. Bevo acqua liscia o gassata indifferentemente, se mi sbagliano la pizza me la mangio così com'è (sempre meglio dell'armadillo!), se mi portano prima il pasto e poi l'antipasto mangio prima il pasto e poi l'antipasto. Al limite anche il gelato nel mezzo, se arriva. Pago il conto, lascio la mancia, ringrazio e saluto.
Qualcuno dirà "bravo fesso, così se ne approfittano". Beh, che se ne approfittino pure, chi se ne frega? Che, poi, a me portavano quasi sempre la pizza che avevo chiesto, pachino più pachino meno, mentre mia moglie ha combattuto per tutta l'estate una battaglia a colpi di carta bollata con camerieri e pizzaiolo. La colpa, però, è anche sua che, come ogni donna che si rispetti, la mette sul piano delle questioni di principio.
- Io stasera ordino una vegetariana.
- Di nuovo?
- Se mi va la vegetariana, prendo la vegetariana.
- Diglielo, però, che la vuoi senza funghi.
- E perché? Nel menu non ci sono i funghi, nella vegetariana.
- E' vero. Però il menu mica è la Costituzione. Visto che te la portano sempre con i funghi lo stesso, non puoi precisare "senza funghi"?
- Ma devo fare la figura della scema? Se non ci sono, non ci sono.
- Sì, ma che ti costa?
- E allora devo dire anche "senza prosciutto, senza acciughe, senza tonno"?
- Ma quelli non ce li mettono. Ecco il cameriere, mi raccomando.
- Mi raccomandi che cosa? Nel menu la vegetariana è senza funghi, ora ti faccio vedere. Buonasera, per me una vegetariana. Ci sono i funghi, dentro?
- Un attimo, signora, controllo nel menu. No, non ci sono. Preferisce che glieli faccia aggiungere?
- No, grazie..... Visto?..... Per me una vegetariana.
- ..... scriva "senza funghi", magari.
- Non scriva nulla, scriva solo "vegetariana", è già senza funghi.
- ..... mah!
E così
- Basta, non ci vengo più in questo posto, mi sbagliano sempre la pizza!
- ..... umpf!..... se l'hanno sbagliata, fattela cambiare. Diglielo che volevi una vegetariana senza funghi.
- Ancora? Non ci sono i funghi, nella vegetariana, lo vuoi capire?
- Aaaaaaagggghhhhhhhhh!!!!!

Mi sa che si è fatto tardi, delle peripezie della cameriera tettona parlerò, casomai, al prossimo garbato consiglio. Anche perché penso di avere già scassato abbondantemente le balle, per essere uno che voleva solo fare un saluto. Per richieste di danni morali e biologici rivolgetevi a Lucky, che è tutta colpa sua.

 
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