L'angolo di Ishtar

ISHTAR I° PARTE


Ishtar la Grande Madre è nuda, poiché la Verità non ha bisogno di coprirsi di veli. Sul suo capo spicca l'emblema lunare. Nella mano destra Ishtar ha una coppa, simbolo di gioia e abbondanza perché contiene il nettare della Vita. Nella sinistra, regge  un fiore di loto,  che nasce sott'acqua ma che diventa di inestimabile  purezza quando sboccia alla superficie. Il significato è dunque chiaro: "Ex tenebris ad Lucem...".(dalle tenebre alla luce)La Dea della Luna il cui culto era forse il più diffuso durante l’antichità era proprio lei, la babilonese Ishtar. Era inoltre venerata in altri paesi, sotto svariati nomi. E' molto vicina alla dea sumera Inanna.Era Astarte a Canaan.Attar in Mesopotamia.Athtar nell’Arabia Meridionale.Astar in Abissinia.Atargatis in Siria.Astarte in Grecia.Artemide sembra essere il termine generico, usato per ognuna delle molte manifestazioni di questa grande e potentissima dea. La divinità conosciuta in Egitto era Iside.Ishtar è una personificazione di quella forza della natura che si rivela come colei che dà e toglie la vita. Essa è la Madre di Tutti.Porta gli appellativi di Argentea, Produttrice di Semi, e Gravida. E’ la dea della fertilità, dalla quale proviene il potere della riproduzione e della crescita per tutto ciò che vive.Essa divenne la dea dell’amore sessuale e la protettrice delle prostitute. Esso è Colei che Apre l’Utero, il  rifugio delle madri nei dolori del parto. Tutta la vita emana è lei stessa. piante, animali, esseri umani sono suoi figli naturali. Ma Ishtar possiede una duplice facciata. Non solo  dispensa la vita ma  la distrugge anche. E’ come la luna, che fa crescere le cose nel suo periodo crescente, mentre quando cala, tutte le cose «sono diminuite e rese infime».Ma la luna crescente ritorna di nuovo, dopo il periodo di buio. La luce subentra all’oscurità anche quando l’oscurità vince la luce. La Dea della Luna si manifesta di nuovo nella sua fase creativa e benefica. Ishtar, “la via, la vita, la salvezza degli uomini e degli dei; e tuttavia la medesima che è rovina, morte, e distruzione”.