IO SONO ANCORA

Dalla pagina dei ricordi ho preso e rilanciato il pensiero di un amico ora tanto lontano.


 Lo sentite! Lo sentite il rombo del motore? È rombo ormai noto, viene ed accarezza in modo un po' rustico  le nostre orecchie, ad ogni stagione. Puntuale quasi come un cronometro, appena s'alza dolcemente il vento che ci accarezza e ci allevia l'opprimente calura estiva, si sente. Ormai è quasi un nunzio c'informa che un'altra estate se ne va. Avrebbe anche, un non so che di piacevole se non si accompagnasse all'odore acre del fumo che s'alza dai nostri boschi che crepitando se ne vanno.E' come un rito, che in modo monotono, si ripete ormai da sempre. E' talmente usuale che nessuno più ci fa caso, anzi un senso quasi d'apprensione ci assale quando il suo rombo tarda ad arrivare o meglio quando il venticello che culla la stagione morente tarda a levarsi.Che volete amici, è il tempo del sonno, il tempo in cui Ipno è sovrano. Dorme il cittadino comune, dorme giustamente il lavoratore stanco e ancora dorme chi non fa niente, oppresso dalla noia che lo striglia, dorme e non sente, dormo anch'io, sia pure vagamente turbato dal rombo e dal fumo ma più di me e ancor di più dormono, Loro, che tutto sanno, che tutto possono, ma nulla sentono, nulla vedono e nulla fanno. Dalle ultime informazioni dell' ARRRAI, il solito parente del pappone di turno c'informa, che la nostra economia ha subito un altro arresto. Dormiamo in pace, dormiamo tranquilli, stiamo sereni, per noi veglia il signore delle balle