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"BOZZE DI VITA DI POVERI SFIGATI CRONICI" Gianluca R.

Post n°23 pubblicato il 08 Febbraio 2009 da iosonogianluca

LA LUNGA STRADA VERSO CASA

Percorrevo lento la strada che mi portava verso casa una notte d’inverno di tanti anni fa.

La nebbia tutt’intorno iniziava ad alzarsi, erano quasi le nove.
Il viale alberato che mi trasportava, immerso in milioni di pensieri, aveva solo due lampioni uno all’inizio, che corrispondeva alla fine del paese, ed uno alla sua fine. L’unico rumore che sentivo era quello dei miei passi sull'umida strada. Faceva molto freddo, se non vado errato doveva essere all’incirca gennaio. Avevo addosso un vecchio cappotto di lana con il bavero tirato su per coprirmi il collo, un cappello da cacciatore con i paraorecchie imbottiti di lana, una sciarpa che mi copriva tutta la faccia lasciandomi scoperti solo gli occhi, un robusto paio di pantaloni neri di lana con sotto un paio di mutandoni per ripararmi meglio dal gelo e un paio di scarponcini di pelle chiara impermeabili. Mentre camminavo non facevo altro che guardarmi intorno. Campi, alberi e nebbia. Il mio tragitto era di circa venti minuti ma cercai di velocizzare il passo. Quella sera sentivo che c’era qualcosa di diverso nell’aria, un odore diverso, e quando pensavo questo la pelle delle braccia e delle gambe mi si accapponava. Cercai allora di pensare ad altro, ma gli occhi non vedevano altro che nebbia e i miei passi che acceleravano il ritmo. Guardavo di tanto in tanto anche avanti a me, nella speranza di scorgere il lampione, ma più andavo avanti più mi sembrava di perdermi e più andavo avanti più mi sembrava di essere in un altro mondo, anzi l’unico abitante di un altro mondo. Il passo si velocizzava ed il cuore batteva sempre più forte. Sì quella sera c’era qualcosa di diverso da tutte le altre sere, come se avessi qualcosa dentro di me. Finalmente intravidi il lampione in lontananza, boa di salvezza, abitavo, infatti, a poche decine di metri da quell’incrocio. Mi misi a correre, un rumore alle mie spalle mi fece sobbalzare, cosicché strinsi i denti e mi misi a correre ancora più forte. Sì quella sera io sentivo davvero che qualcosa di strano mi stava accadendo. Arrivai davanti casa, ancora quel rumore alle mie spalle. Mi voltai per vedere se c’era qualcuno, ma niente. “Oddio, oddio, aiuto!” Entrai in casa e mi misi a correre lungo il corridoio e su per le scale dimenticandomi la porta di sotto aperta, ma non mi importava, finalmente ero a casa….per fortuna…..ancora un istante e mi sarei cagato addosso!

 
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