THE CLOSER
Post n°93 pubblicato il 07 Settembre 2012 da melinaesse
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Post n°92 pubblicato il 12 Agosto 2012 da melinaesse
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Post n°91 pubblicato il 29 Luglio 2012 da melinaesse
Quando sarò capace d'amare mi piacerebbe un amore che non avesse alcun appuntamento col dovere... senza altre strane deviazioni... che se anche il fiume le potesse avere
(G.Gaber)
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Post n°90 pubblicato il 02 Luglio 2012 da melinaesse
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Post n°89 pubblicato il 26 Giugno 2012 da melinaesse
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Post n°83 pubblicato il 30 Marzo 2012 da melinaesse
Il sesso perde ogni potere quando diventa esplicito, meccano, ripetuto, quando diventa un'ossessione meccanicistica. Diventa un noia. Il sesso deve essere innaffiato di lacrime, di risate, di parole, di promesse, di scenate di gelosia, di tutte le spezie, della paura, dei viaggi all'estero, di facce nuove, di romanzi, di racconti, di sogni, di fantasia, di musica, di danza, di oppio, di vino... (Anais Nin)
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Ogni mattino, quando mi risveglio ancora sotto la cappa del cielo, sento che per me è capodanno. Perciò odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un'azienda commerciale col suo bravo consuntivo, e il suo bilancio e il preventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. Si finisce per credere sul serio che tra anno e anno ci sia una soluzione di continuità e che incominci una novella istoria, e si fanno propositi e ci si pente degli spropositi, ecc. ecc. È un torto in genere delle date. Dicono che la cronologia è l'ossatura della storia; e si può ammettere. Ma bisogna anche ammettere che ci sono quattro o cinque date fondamentali, che ogni persona per bene conserva conficcate nel cervello, che hanno giocato dei brutti tiri alla storia. Sono anch'essi capodanni. Il capodanno della storia romana, o del Medioevo, o dell'età moderna. E sono diventati cosí invadenti e cosí fossilizzanti che ci sorprendiamo noi stessi a pensare talvolta che la vita in Italia sia incominciata nel 752, e che il 1490 0 il 1492 siano come montagne che l'umanità ha valicato di colpo ritrovandosi in un nuovo mondo, entrando in una nuova vita. Cosí la data diventa un ingombro, un parapetto che impedisce di vedere che la storia continua a svolgersi con la stessa linea fondamentale immutata, senza bruschi arresti, come quando al cinematografo si strappa la film e si ha un intervallo di luce abbarbagliante. Perciò odio il capodanno. Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno. Nessun giorno preventivato per il riposo. Le soste me le scelgo da me, quando mi sento ubriaco di vita intensa e voglio fare un tuffo nell'animalità per ritrarne nuovo vigore. Nessun travettismo spirituale. Ogni ora della mia vita vorrei fosse nuova, pur riallacciandosi a quelle trascorse. Nessun giorno di tripudio a rime obbligate collettive, da spartire con tutti gli estranei che non mi interessano. Perché hanno tripudiato i nonni dei nostri nonni ecc., dovremmo anche noi sentire il bisogno del tripudio. Tutto ciò stomaca. (Antonio Gramsci, 1° Gennaio 1916 su l'Avanti!, edizione torinese, rubrica "Sotto la Mole")
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Post n°71 pubblicato il 03 Agosto 2011 da melinaesse
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