GIORNALE DI CLASSE

Carmine Abate affascina la platea


L'autore calabrese ha incontrato docenti e alunni dell'AlberghieroL’ATTENZIONE e l’interesse degli studenti dell’Alberghiero, che assieme a quelli delle altre scuole superiori della città hanno incontrato Carmine Abate, l’autore calabrese nato a Carfizzi (comune arbereshe), di cui hanno letto i libri, è stata una dimostrazione della valenza pedagogica dell’iniziativa dell’Istituto guidato dal dirigente scolastico Paolo Riverso.Gli incontri culturali “Per la scuola e per la città” iniziati qualche mese fa stanno ottenendo il consenso di tutti e la cultura umanistica, come sostengono il preside ed il referente del progetto, professore Piero Martelli, ha ormai nell’istituto la stessa importanza delle materie professionali.Un benvenuto significativo allo scrittore è stato dato dal preside che si è detto “felice e orgoglioso di avere tra noi uno dei più grandi scrittori contemporanei, col quale ci ha messo in contatto il prof Menotti Ranieri”. Mentre l’assessore comunale alla Cultura, Sonia Munizzi, ha portato i saluti del sindaco Mancini, sottolineando l’importanza dell’evento che “ci ha permesso di conoscere uno scrittore che ha dato lustro alla Calabria, trattando tra i suoi temi quello dell’emigrazione e la Calabria è stata terra di emigrazione, prima di diventare terra di accoglienza. Sarà uno stimolo per voi studenti e occasione di riflessione per noi adulti”.Il referente Piero Martelli, prima di dare il via alle moltissime domande degli studenti, ha illustrato sinteticamente la biografia dello scrittore, emigrato in Germania, da Carfizzi, e che ora vive in Trento, con la moglie conosciuta in Germania e i due figli.Martelli si è soffermato sui temi presenti nella produzione di Abate: l’emigrazione, la natura, la famiglia, la religione popolare, le tradizioni arbereshe, tutti temi trattati “senza scontata nostalgia” ma con una sorta di impegno civile ed in linguaggio nuovo, fatto di italiano, arbereshe, calabrese e germanese.La lettura, ha insistito Martelli, è corale come corali sono tutti gli argomenti da lui trattati.Una breve sintesi poi di tutti i romanzi di Abate, tra cui, La festa del ritorno, Tra due mari, Il ballo tondo, Il muro dei muri, tutti libri con i quali lo scrittore si è imposto sulla scena letteraria internazionale.Dopo il saluto del rappresentante provinciale degli studenti, Emanuele Paonessa, che ha ringraziato lo scrittore per la sua presenza nell’istituto, gli studenti, tanti davvero, hanno posto una serie lunga di domande, con la quale hanno dimostrato non solo di aver letto i libri di Abate, ma di averlo fatto con molta attenzione. Sopravviverà la vostra tradizione arbereshe? Come vive un bambino l’emigrazione del padre? Cosa pensa delle storie d’amore? Il linguaggio arbereshe nei romanzi che valore ha? Quali sono i simbolismi del fuoco natalizio? Cosa resta del ballo tondo della “valia”?Un vero e proprio pacifico assalto di curiosità degli studenti nei confronti di Abate, che con estrema autenticità e chiarezza ha risposto a tutti, complimentandosi dell’impegno profuso dagli studenti nella lettura dei suoi libri.Le tradizioni arbereshe sopravvivono e diventano sempre più grandi, dopo 5 secoli si continua a parlare degli avi, e questo è un vero miracolo: "siamo calabresi a tutti gli effetti, ha spiegato lo scrittore, pero' è importante mantenere la nostra lingua perché in essa ci sono tutti i nostri valori". Come può vivere un bambino la lontananza dal padre emigrato se non "con rabbia?" egli non capisce che l’abbandono periodico non vuol dire perdita del suo amore.<I nostri genitori sono partiti per far vivere meglio i figli e perché essi non dovessero partire. Quando ho raggiunto mio padre in Germania, mi ero appena laureato, gli ho dato una delusione “devi tornare al paese, mi disse, l’emigrazione è come una malattia che non guarisce">E per quanto riguarda l’uso della sua lingua nei romanzi Abate ha sottolineato:"ho dato all’arbereshe la stessa dignità dell’italiano, se non avessi usato la mia lingua i miei personaggi non sarebbero stati autentici, la lingua è l’anima del personaggio" Potremmo scrivere ancora tanto su questa iniziativa dell’Alberghiero, ma una cosa bisogna senz’altro dirla: quando i giovani hanno di fronte delle personalità autentiche come quella di Carmine Abate, danno il meglio di sé e la scuola ha raggiunto il suo scopo.Viviana Santoro  Articolo tratto da “Il Quotidiano” Sabato 14 Aprile 2007