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Paolo Scaroni / Atlantic Council: gli Usa crescono e il nord Africa ci stupira'

Post n°85 pubblicato il 17 Luglio 2013 da iqandpartners
 

Washington, intervento di Paolo Scaroni, ammistratore delegato Eni, all’apertura dei lavori sui nuovi scenari mondiali dell’energia all’Atlantic Council. Gli USA crescono e l’opportunità di ripresa per l’Unione Europea è la creazione di un new deal energetico. Il Nord Africa potrebbe stupire e diventare regione forte e florida.

Ieri a Washington DC l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, è stato invitato ad aprire i lavori sui nuovi scenari mondiali dell’energia all’Atlantic Council. Pubblichiamo una sintesi del suo intervento.

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Energia e geopolitica sono da sempre legate tra loro: Stati Uniti, Russia e Nord Africa sono tra i protagonisti di questo periodo storico. Occuparmi di questi Paesi è il mio lavoro. Penso a Russia, Libia e Algeria ogni giorno ed è alla loro situazione che rivolgo il mio ultimo pensiero prima di addormentarmi. Questo perché Eni compra gas dalla Russia ogni anno per 8 miliardi di dollari, il che ci rende il primo cliente di Gazprom al mondo, ed è di gran lunga la prima società petrolifera internazionale del Nord Africa.

Paesi questi che, oggi più che mai, sono influenzati da ciò che succede negli Stati Uniti.

La rivoluzione dello shale gas in America ha cambiato le dinamiche della competizione globale. Gli Stati Uniti già godevano rispetto all’Europa di un vantaggio competitivo offrendo da sempre un contesto favorevole all’industria e al mondo degli affari con leggi e regole pragmatiche, una forza lavoro qualificata e flessibile e un grande mercato. Oggi la buon notizia per gli Stati Uniti è che possono contare su tutta l’energia di cui hanno bisogno a prezzi imbattibili.

Quella che è un’ottima notizia per gli Stati Uniti non lo è per la nostra Europa. La nostra industria, già mortificata dal calo della domanda e da un mercato del lavoro ancora troppo rigido, deve ora competere con l’industria americana che paga il gas un terzo di quella europea e l’elettricità meno della metà.

Come le buone idee e i capitali anche gli investimenti industriali hanno le gambe e non esitano a traslocare nella regione del mondo che offre tutto ciò che l’Europa stenta a dare. Questo ha contribuito alla diminuzione della domanda di gas in Europa del 15% rispetto al 2008, un fenomeno che non trova analogie dal secondo dopoguerra e che non si arresterà da solo.

Certo, la nostra industria potrebbe beneficiare dei prezzi dello shale gas americano quando sarà esportato. Ma ciò non basta per renderla competitiva con gli Stati Uniti perché tra costi di liquefazione, trasporto e rigassificazione il gas costerà comunque il doppio rispetto agli Stati Uniti.

Se l’Europa ambisce a un rinascimento industriale - con ricadute positive in termini di crescita e occupazione – deve inventarsi un «new deal energetico».

La prima priorità è lo shale gas, che probabilmente in Europa c’è e in quantità rilevanti. Per sfruttarlo appieno serve però un consenso politico, che manca. Proprio lo scorso fine settimana il presidente francese, Francois Hollande, ha dichiarato che fino a quando rimarrà in carica non ci sarà alcuna attività per lo shale gas in Francia. Quindi per poter accedere alle promettenti risorse di shale gas francesi l’Europa dovrà aspettare che il presidente Hollande cambi idea o che la Francia cambi il suo presidente.

Altri possibili interventi per assicurare energia a basso costo potrebbero essere il miglior sfruttamento degli idrocarburi convenzionali, l’efficienza energetica. In un mondo ideale ci potrebbe essere anche il nucleare. Ma c’è anche un’altra soluzione: l’Europa potrebbe rafforzare i legami politici con i suoi tradizionali fornitori di gas; Algeria, Libia e soprattutto Russia.

Gli interessi di lungo periodo dell’Europa coincidono con quelli dei suoi fornitori. Per sopravvivere, le nostre imprese hanno bisogno di poter contare su gas a prezzi competitivi. La Russia ha tutto l’interesse ad avere un’Europa industriale forte e in crescita essendo il mercato di sbocco naturale dei suoi idrocarburi. Se le compagnie europee emigrassero negli Stati Uniti sarebbe un danno per tutti: i giovani europei non avrebbero lavoro e i giovani russi non avrebbero a chi vendere il gas. Al contrario, se le nostre aziende potessero avere gas russo in abbondanza a prezzi competitivi sarebbe un grosso vantaggio per entrambi. Non credo che la Russia possa diventare il nostro Texas in tempi brevi. Vi è ancora molta diffidenza soprattutto politica, ma quando gli interessi economici sono così vicini una strada prima o poi la si trova. Altro tema fondamentale dello scenario energetico mondiale è l’evoluzione del Nord Africa.

L’Algeria, recente vittima di un grave attacco terroristico, sta per affrontare nuove elezioni presidenziali. Faccio parte di coloro che pensano che l’attacco al campo di In Amenas sia stato un evento isolato, e che l’Algeria, con le sue istituzioni solide e con una ricchezza petrolifera ben gestita, sarà capace di affrontare al meglio il proprio futuro.

Anche sull’Egitto sono ottimista. Certo, i recenti episodi di violenza sono motivo di preoccupazione. Ma l’Egitto ha dalla sua una classe media forte e istituzioni solide, elementi che sosterranno la stabilizzazione. La preoccupazione principale è che il Paese è sempre più povero. Le manifestazioni di Piazza Tahrir sono certamente positive per il processo di democratizzazione in Egitto ma non incoraggiano il turismo, la principale fonte di ricchezza del Paese. La situazione sembra migliorare, le piazze sono meno frequentate e spero che non sia solo un effetto del Ramadan.

Il guado più difficile lo sta attraversando la Libia, che si trova a costruire uno stato dopo più di 40 anni di dittatura. Al momento, in Libia, sono armati praticamente tutti – tranne il governo che non dispone di un esercito. Ma anche la Libia ha punti di forza sui quali fare leva. Politici e cittadini stanno affrontando la situazione con molta pazienza. Inoltre la Libia è potenzialmente un Paese ricchissimo, con meno di 6 milioni di abitanti e 2 milioni di barili al giorno di capacità produttiva di idrocarburi. Potrebbe essere un altro Qatar, Kuwait o Abu Dhabi, un buon punto di partenza per costruire uno Stato solido.

In conclusione, gli Stati Uniti hanno davanti anni di grande crescita, l’Europa dovrà reinventarsi per rimanere competitiva e il Nord Africa smentirà i pessimisti diventando una regione forte e florida.

FONTE: Corriere.it

 
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Terapia del dolore, le cifre della non prescrizione sul sito di Marco Filippini

Post n°84 pubblicato il 16 Luglio 2013 da iqandpartners
 

Terapia del dolore, le cifre della non prescrizione. Sul sito di Marco Filippini, per contribuire con informazioni, lavori clinici aggiornati, interviste a leader di opinione e le ricerche più recenti al raggiungimento degli standard medi europei in fatto di terapia del dolore.

Terapia del dolore

Acquistate nel 2012 57,4 milioni di confezioni di farmaci contro il dolore senza ricetta. Questa classe terapeutica è seconda per importanza in termini di spesa e val circa 437 milioni di euro.

Gli antinfiammatori e gli analgesici generali (tra cui spiccano Paracetamolo, Ibuprofene e Diclofenac) rappresentano il 48,6% del mercato, i farmaci contro i dolori muscolari il 39,6%.

I medicinali per i dolori muscolari costituiscono un volume di affari pari a 217,7 milioni di € mentre la spesa per gli analgesici senza prescrizione ammonta a 174,7 milioni di €.

Una cifra enorme soprattutto se messa a paragone di farmaci analgesici con prescrizione: questi farmaci sono molto più efficaci, vengono prescritti dal medico con cognizione di causa e non devono essere pagati di tasca propria (e in ogni caso il mercato che vale meno di 90 milioni di €).

FONTE: marcofilippini.it

 
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Pugile in Riposo, Gay Talese illustra questo antico capolavoro

Post n°83 pubblicato il 12 Luglio 2013 da iqandpartners
 

New York, al Metropolitan Museum ospite d’eccezione Gay Talese, giornalista e scrittore statunitense, illustra la famosa statua del “Pugilatore in riposo”, capolavoro d’arte esposto per la prima volta negli USA, grazie ad Eni, main sponsor dell’esposizione.

GAY TALESE Pugile in Riposo

Mi chiamo Gay Talese. Questo è il pugile. Questa antica e magnifica statua “il pugile a riposo” è la rappresentazione della preoccupazione che l’uomo ha da tempo immemore della paura.
Da secoli prima della nascita di Cristo e fino a ieri stesso su qualche ring un pugile simile a questo si è confrontato con la paura.

Non c’è nulla di simile al pugilato tra tutti quei tentativi di confrontarsi con la paura di essere sconfitti e non solo ma di essere sconfitti davanti a un folto pubblico di spettatori. Per affrontare questa paura bisogna avere sia senso dell’umiltà che coraggio, in una misura superiore a quella posseduta anche dagli uomini più potenti.

Questa statua porta ancora sul viso i segni che l’artista gli inflisse in un’epoca che sembra precedere la nascita di Cristo ma si tratta di un’opera contemporanea. Questo è un uomo con il quale ho parlato io stesso nel corso della mia carriera di giornalista sportivo al servizio del New York Times – posso dirlo perché negli ultimi cinquant’anni ho parlato con tutti i pugili degni di questo nome.
Credo che quello che ho sentito dai pugili del mio tempo trova un riscontro nell’espressione di questa statua, rappresentazione dei lottatori del tempo antico.

Ricordo i tanti incontri a cui ho assistito dal bordo del ring e durante i quali i pugili cercavano di fare il loro meglio per sconfiggere il loro nemico al momento opportuno di fronte ad una grande folla. E se gli capitava di dover perdere subendo i colpi dolorosi che solo questo sport sa infliggere una volta rimasti soli i pugili dovevano anche dover fare i conti con la loro delusione e sconfitta. Io stesso sono stato negli spogliatoi dopo un match dove sul pavimento giacevano asciugamani e rivolgendomi al pugile attorniato dai suoi trainer chiedevo: Che cosa è successo? Che cosa è successo? Non hai visto che stava arrivando?

Pugile in Riposo

I pugili non cercavano di evadere le domande se lo facevano era perché si rendevano conto che alla fin fine non avrebbero dovuto confrontarsi pubblicamente con la sconfitta perché presto sarebbe arrivato per loro il momento dell’oblio. E così, quando vediamo un pugile dobbiamo pensare alla sua vulnerabilità la condizione umana con la quale possiamo identificarci perché tutti ci confrontiamo con il pericolo tutti moriremo un giorno e tutti noi ci troveremo un giorno di fronte al nostro round finale per questo tutti abbiamo il senso della “fine”.

Quindi quando facciamo domande a un pugile volendo sapere che cosa è successo è come chiedere a noi stessi, nel momento del giudizio: Che cosa è successo? Che cosa è successo?
E non lo sappiamo. È dunque il non sapere che ha il fascino simbolico di questa vita, fatta di concentrazione prima e di confronto poi ed, infine la realizzazione che la vita vissuta da ciascuno di noi sta per terminare svuotando la nostra dimensione spaziale. Spesso apprendiamo il concetto di tragedia da persone le cui esperienze non possiamo né vogliamo condividere. Nessuno vuole condividere la vita solitaria di chi a volte perde e a volte vince quella vita solitaria che un pugile rappresenta.

FONTE: YouTube

 
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Ernesto Monti nuovo Presidente, Gruppo Corriere.

Post n°82 pubblicato il 12 Luglio 2013 da iqandpartners
 

Editoria, Gruppo Corriere, Ernesto Monti nuovo Presidente, lo ha deciso l’assemblea dei soci

Si è riunita l’assemblea dei soci del Gruppo Corriere srl, società editrice della testata ‘Corriere’, nelle edizioni del Corriere dell’Umbria, Corriere di Viterbo, Corriere di Rieti, Corriere di Siena, Corriere di Arezzo e Corriere della Maremma, per la nomina del nuovo consiglio di amministrazione, in seguito all’acquisizione, il 5 aprile scorso, da parte della finanziaria Tosinvest spa. L’assemblea – si legge in un comunicato della testata – ha nominato Ernesto Monti presidente e Daniele Cavaglià , Rocco Girlanda e Roberto Pagnotta componenti. Successivamente, il consiglio d’amministrazione ha conferito a Rocco Girlanda l’incarico di amministratore delegato ed a Maria Antonella Barbetti quello di presidente onorario. (ANSA).

Ernesto Monti_PrimaOnLine

primaonline.it

Ernesto Monti, presidente del gruppo Corriere

Si tratta della società che pubblica, tra l'altro, il Corriere dell'Umbria, Viterbo e Siena.

Si è riunita l’assemblea dei soci del Gruppo Corriere srl, società editrice della testata Corriere, nelle edizioni del Corriere dell’Umbria, Corriere di Viterbo, Corriere di Rieti, Corriere di Siena, Corriere di Arezzo e Corriere della Maremma, per la nomina del nuovo consiglio di amministrazione, in seguito all’acquisizione, il 5 aprile scorso, da parte della finanziaria Tosinvest spa.
L’assemblea – si legge in un comunicato della testata – ha nominato Ernesto Monti presidente e Daniele Cavaglià, Rocco Girlanda e Roberto Pagnotta componenti. Successivamente, il consiglio d’amministrazione ha conferito a Rocco Girlanda l’incarico di amministratore delegato ed a Maria Antonella Barbetti quello di presidente onorario.

Ernesto Monti_EconomiaWeb

economiaweb.it

 
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Marco Filippini: Cura del dolore, necessitiamo di cure più appropriate

Post n°81 pubblicato il 11 Luglio 2013 da iqandpartners
 

Terapia del dolore, sul sito di Marco Filippini. Quasi 5 a 1 il rapporto tra la spesa annua di farmaci antinfiammatori non steroidei e quella sostenuta per gli oppioidi forti e deboli descritto dal Ministero della Salute in occasione di Impact 2013. Il congresso multidisciplinare che ha riunito Istituzioni ed esperti impegnati nella lotta al dolore, la scorsa settimana a Firenze.

Terapia del dolore

Diverse le proposte operative emerse per migliorare l’appropriatezza terapeutica e garantire ai cittadini cure adeguate su tutto il territorio nazionale in linea con quanto stabilito dalla Legge 38/2010. Puntare su una maggiore presa di coscienza dei cittadini e su impegno, sensibilità e concreta volontà degli operatori sanitari. Questi in sintesi i messaggi chiave dell’incontro.

In Italia la spesa annua per antinfiammatori è pari a 518 milioni di euro, con un consumo medio procapite di 8,55 euro, a fronte di 139 milioni per gli oppioidi suddivisi tra 89 per i forti (1,48 euro pro capite) e 50 per i deboli (0,83 euro pro capite). Il consumo di FANS si mantiene dunque elevato nel nostro Paese e la loro associazione con i gastroprotettori, il cui consumo è in costante aumento, determina un notevole impatto economico sulla spesa sanitaria.

Alla base del problema, la prescrizione non appropriata, che diventa ancor più pericolosa nei pazienti anziani. “Uno dei problemi più importanti nella cura del dolore – ha evidenziato Marco Trabucchi, Presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria – è sicuramente rappresentato dalle persone che hanno perso memoria del dolore fisico e non sono in grado di descrivere tipo, localizzazione, durata e gravità della loro sofferenza. Circa 1-1,5 milioni di cittadini sopra i 65 anni che soffrono di demenza senile. Di questi, circa il 70-80% ha problemi di dolore nel corso della vita; a loro quindi si deve rivolgere l’attenzione della medicina, perché la sofferenza venga diagnosticata e poi lenita con adeguati trattamenti. Spesso ciò non avviene e le persone con demenza devono soffrire ingiustamente. Abbiamo il dovere di porre in atto metodologie diagnostiche innovative, efficaci anche in assenza di una sintomatologia riferita: in chi ha perso la memoria ogni volta il dolore si presenta come un evento nuovo, drammatico e inspiegabile, che induce angoscia”.

Da Impact Firenze Giugno 2013

FONTE: marcofilippini.it

 
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