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laici e cattolici di fronte a l rischio di nuovi referendum clericali.

Post n°59 pubblicato il 10 Maggio 2009 da italiarepubblicana

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Negli anni settanta i laici vinsero delle battaglie in parlamento sostanzialmente senza l'apporto di cattolici politicamente significativi inquanto tali; poi le difesero a livello referendario con l'apporto anche di alcune organizzazioni cattoliche che riuscirono a far da apripista all'interno del loro mondo e che permisero ai partiti che si contrapponevano ai referendum clericali, specie ai comunisti, di additarli come esempio a quei cattolici che alle elezioni politiche avevano votato per i partiti che in parlamento furono favorevoli alle leggi sul divorzio prima e sull'aborto poi. Il PCI dovette fare al suo interno corsi accellerati di diritti civili e fu certo utile che vi fossero cattolici, come il prof.Cordero od alcuni sacerdoti, in cui gli elettori ed i militanti cattolici del PCI potessero rispecchiarsi.

Oggi il mondo cattolico sembra avere carenza di gruppi che esprimano posizioni di dissenso organizzato rispetto alle gerarchie ecclesiastiche. Per contro vi è un dissenso sottotraccia all'interno dello stesso mondo ecclesiastico.
Nel frattempo nella società italiana il processo di secolarizzazione è continuato, ma questo fatto non sembra accompagnarsi ad una sufficente capacità di trarre conseguenze politiche da esperienze anche personali. I laici pagano, forse più di altri, per il calo di cultura politica negli strati più popolari dellla società italiana. Mentre non credo che i laici siano in grado di vincere referendum che partano da loro iniziative, penso che se sfidati da qualche referendum cattolico essi riusciranno probabilmente a bloccare tali iniziative. Ma l'attuale situazione dell'informazione televisiva( unita al fatto che certi problemi, proprio grazie alla precedenti battaglie laiche, sono oggi meno sentiti) potrebbe portare nel giro di qualche anno il mondo clericale a sfidare con buona probabilità di riuscita le forze laiche sparse ed indebolite anche dall'attuale sistema elettorale. Ai clericali di sempre non mancheranno gli aiuti , in tal caso,  dei clericali di complemento che amano farsi chiamare atei devoti. 

Come uscire da una situazione che sembra marciare verso soluzioni del tipo sopra indicato è estremamente difficile; ed allora il rischio di alleanze laiche eterogenee ed inconcludenti è sempre più in agguato. Rispetto a queste, credo siano preferibili percorsi di dialogo con quei cattolici degasperiani, come Prodi e Bindi, che sono andati, con i rischi politici che si è visto non essere solo ipotetici, a votare al referendum sulla procreazione assistita. Meglio loro di quei laici pronti a passare da qualsivoglia alleanza laica a governi come quello attuale, o magari che dell'attuale maggioranza di governo sono sostenitori.

                                Edera Rossa 

 

 
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Lucrezio il 17/05/09 alle 23:32 via WEB
Con Edera abbiamo discusso su questo anche su altre pagine on line, trovandoci sostanzialmente d' accordo. Mi sentirei di aggiungere che sarebbe necessario trovare come negli anni '70 luoghi di dialogo fra laici e cattolici, proprio per favorire la "ressitenza" di quegli ambienti ( come chi è intorno alla Bindi o a Scalfaro) che siano di argine alla marea clericale. Ma per far questo senza cedere terreno noi laici ( ed è questo un rischio del partito democratico a cui pure aderisco) dever iprendere sopratutto la capacità propositiva della scuole di pensiero secolarizzate e della nostra in particolare. Potrei continuare , ma mi piacerebbe sentire il commento di qualche altro amico oltre me ede edera rossa
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