Creato da ian.dalak il 26/01/2009

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MITI IRRIDUCIBILI 2° PUNTATA - IL GIAMPO

Post n°8 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da ian.dalak

"Caricaaaaaaaaaa" era il grido di battaglia. Ultras senza
paura il Giampo è stata la scheggia impazzita del movimento. Ce n’erano di più
grossi (non tanti), sicuramente di più cattivi, ma nessuno così fuori. Fuori da
tutti gli schemi. Antesignano del casual il Giampo non si vestiva da ultras.
Non ha mai dovuto ostentare niente. Camicia bianca e pantaloni spinati. Niente
jeans, felpe o magliette strane. Lui era lui, e bastava. Era un leader assoluto
a Mestre
(senza volerlo essere), ma lo sarebbe stato a Verona, a Milano, a
Roma. La sua breve vita potrebbe essere un romanzo davvero.

Un giorno mi disse che aveva bisogno di qualche soldo. Lo
presentai al mio titolare genovese. Il giorno dopo mi prese da parte e mi
disse:”Mi dispiace, sembra un bravo ragazzo, ma se immaginenon sbaglio quello è il
Giampo, sei pazzo a portarlo qui dentro?” Episodi da ricordare? Troppi. L’ho
conosciuto prima di un famoso derby di basket. C’erano i soliti problemini di
biglietto e a Treviso avevano avuto la pessima idea di non vendere biglietti ai
mestrini. Carta d’identità alla mano. Al Giampo non sembrava giusto e corretto.
Insieme a qualcun altro entrò nella sede trevisana e la devastò completamente,
alimentando da quel giorno il mito dei mestrini a Treviso. A Udine stanco di aspettare
la “perequi”, masticò il suo biglietto. Quando glielo chiesero, disse “eccolo”,
sputandolo in faccia a chi lo chiedeva. Dentro ho dovuto tenerlo per le gambe
con tutta la forza possibile. Si era buttato a volo d’angelo giù dalla
balconata per andare a prendere non so chi. Lo ricordo al centro di Padova, che
in testa al corteo faceva roteare una catena con un lucchetto e partiva di
corsa a caricare ogni vietta laterale, girandosi per vedere in quanti lo
seguivano. Lo ricordo in palazzetto contro la reyer mettersi a pisciare facendo
il vuoto intorno a lui.

Ricordo il nostro abbraccio il giorno della finale dei
play-off con la Triestina. Era tornato apposta dalla Spagna per il suo Mestre.
Ricordo le difficoltà per farlo entrare e la soddisfazione per esserci
riuscito.

Era un amico vero, un bravo fio. Durante una sua carica fece
davvero molto male ai suoi avversari. Uno in particolare passò molto tempo
all’ospedale di Treviso. Lui andava sempre a trovarlo. Mi disse che andò a
trovare spesso anche sua morosa, per la verità. Ma si sa, il dolore unisce.

Un giorno, nel treno speciale che andava a Torino per uno
Juve-Milan, R.Ber. (capo e fondatore dalla F.d.L.) mi disse: “Siete di Mestre?
E quel pazzo del Giampo?"

Ricordo il giorno in cui ho saputo della sua morte, ricordo il mio no.
Ricordo i miei rimorsi assurdi e i giri per gli obitori assentandomi dal
lavoro. Da quel giorno Mestre non era più la stessa. E neanche io.

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Come descrizione, riporto un post di quasi 5 anni fa.
IRRIDUCIBILI MESTRE, fondati durante uno dei periodi più bui della storia del Calcio Mestre, per dimostrare che la storia della nostra squadra e della nostra tifoseria non verrà mai cancellata. Il nome rappresenta esattamente il nostro spirito. Siamo quelli che non mollano mai, nonostante tutto. Dopo il fallimento in molti speravano, per la seconda volta, di non vederci più. Altri hanno tradito, altri sono spariti. Ma a noi mestrini irriducibili, queste cose caricano solo di rabbia e nuova forza per combattere, per rinascere, per non mollare. Contro tutto e tutti. Siamo quelli che non scendono a compromessi: gli eredi di chi non lo ha fatto nell’87 rifiutando di schierarsi con Venezia, con i più forti. Quelli che preferiscono anche oggi ripartire da zero, che hanno seguito il Mestre in 2° Categoria, piuttosto che scegliere soluzioni più facili. Chi non la pensa come noi, chi si avvicina solo quando le cose vanno bene, chi si allontana quando vanno male, non ci interessa. La massa non ci interessa. Perché noi, insieme agli altri fratelli di curva, siamo gli eletti.< Eletti a guardia di una fede. Ma forse tu non puoi capire… ORGOGLIOSI DI ESSERE IRRIDUCIBILI!

 
 

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