Quaderno a righe

L'arte del sogno e del risveglio


E’ quando devi dormire che non riesci a dormire. Il sonno ti può prendere solo se sei distratto, se ti sei dimenticato che vuoi dormire, se la stanchezza di ha portato ad immaginare altro. Ti devi rilassare. Appena lo fai, il sonno ti salta addosso e ti azzanna stordendoti. E’ per questo motivo che riesci a dormire per strada, a terra, seduto - in qualsiasi luogo. Perché solo quando abbandoni la consapevolezza del sonno e della stanchezza, dormi.E quasi ti vergogni di dormire. Se il telefono squilla la mattina tu rispondi cercando di emettere un suono sveglio e neghi insensatamente che stavi dormendo, lo neghi contro ogni evidenza. Chi riaggancia, dall’altra parte, riflette sempre sul perché neghi e non riesce a trovare un buon motivo. Non ci riesce perché non c’è un buon motivo. Prendi una pausa, dopo, quando stai per dire: stanotte ti ho sognato. Oppure ho fatto un sogno stranissimo. E lo racconti e dici che eri a casa tua che però non era a casa tua, eri con tua mamma che però non era tua mamma; e alla fine ti aspetti un commento, un’analisi dettagliata del perché hai fatto proprio quel sogno in questo momento della tua vita. E invece ti ritrovi ad ascoltare una semplificazione generica, che alle volte devia verso domande filosofiche tipo: lo sai quanto dura un sogno? La risposta la conosci, ma non te la ricordi mai.La mattina a colazione senti l’esigenza di valutare la tua nottata: ho dormito bene o male - conti addirittura le ore, e mostri soddisfazione o insoddisfazione. Poi, se hai dormito poco durante il giorno, appena smetti di pensare che non hai dormito, cadi nel sonno in qualsiasi posizione, anche solo per mezz’ora. Quando ti svegli senti un rivolo di saliva che scivola fuori dall’angolo della bocca. E ti guardi intorno, cercando di capire se è giorno o è notte, e dove sei. L’espressione degli occhi in quelle frazioni di secondo in cui non sai nulla di te e del tempo, è la più bella che tu abbia mai avuto.Francesco PiccoloE’ il più bel ricordo. Il tuo sonno, una mano che scherma la luce del sole, un grembo che ti accoglie.