Quaderno a righe

Appunti per un film sulla lotta di classe


In tempi di travagli evoluzionistici della sinistra italiana, Ascanio Celestini con il suo nuovo spettacolo non teme di rimettere al centro del suo racconto uno dei fondamenti dell’ antico dna dei partiti di ispirazione marxista. “Appunti per un film sulla lotta di classe, al teatro Mercadante a Napoli, è infatti un progetto che prova a dimostrare l’ assoluta contemporaneità del problema.“Il titolo - spiega il centista romano - nasce dall’ idea di fare un film in grado di raccogliere più spunti, a partire dalla testimonianza del protagonista, il lavoratore di un call center della periferia di Roma”. Non quindi un vecchio operaio in tuta blu, un Cipputi sopravvissuto alle dismissioni dell’ industria metalmeccanica, ma un soggetto dall’ attuale precarietà lavorativa.“Si - continua l’ attore - perché la sempre più accentuata distanza fra chi possiede e chi no, fra antiche ricchezze e nuove povertà, conferma l’ idea che la lotta di classe non sia affatto sparita. Perché non è un’ intenzione ideologica, ma un semplice dato di fatto”.  Anche se la categoria è considerata da molti obsoleta, anche tra le forze del progressismo moderno.“Qui si apre una questione enorme - conclude Celestini - quella del rapporto irrisolto del Pci prima e dei Ds poi, non con la storia dei regimi del cosiddetto Socialismo reale, oggettivamente dittatoriali, ma con l’ essenza stessa del Comunismo, da cui pure era nato. Ciò spiega, sin dagli anni ’50, il distacco progressivo da valori ancora oggi necessari, come dimostra ogni giorno, ad esempio, la presenza di un lavamacchine ai semafori delle nostre città”.Stefano de Stefano