Quaderno a righe

Bianco


Davanti ai suoi occhi una distesa immacolata, di una luminosità quasi fastidiosa. Nessuna traccia profana quel candore. Sbatte le palpebre ancora una volta. Il foglio è lì, davanti a lei. Inesorabilmente bianco.Entro mezzogiorno deve consegnare il pezzo. Il direttore è stato implacabile.Ora basta. Niente più scuse. Voglio un brano di vita vissuta sulla mia scrivania entro domani. Altrimenti con noi hai chiuso!Il lento pulsare dell’ orologio al quarzo sta scandendo il suo fallimento. Non ha idee. Tutto è già stato detto, scritto, narrato.Alle pareti, incorniciata in funerei legni, la sua carriera: New Yorker, Washington Post, Huntsville Herald, Shitville Tribune. In pratica una discesa agli inferi.Si accende l’ ennesima sigaretta, osserva le volute di fumo in cerca del miracolo.Vita vissuta. Che vorrà mai dire poi? Come se le vite non fossero che atti meccanici: il sollevarsi nel petto del respiro, il fluire del sangue e degli umori.Vita vissuta. Nulla. Il suo genio creativo deve essersi dissolto con l’ ultima bottiglia di vodka.Un ricordo, nemmeno uno straccio di ricordo da poterci imbastire una storiella. Solo grigio opaco nella sua mente. Con unghie disperate scava sul fondo della sua anima, sperando che ne scaturisca una stilla di vita vissuta. Niente. Inaridita.Manca a poco a mezzogiorno quando affonda il cutter nell’ incavo del braccio. Non prova molto dolore. Osserva il sangue scivolare a terra a formare una piccola pozza.Volge lo sguardo dal bianco accecante del foglio al rosso denso sul pavimento.Bianco, rosso, bianco, rosso lampeggiano come l’ orologio al quarzo.Affonda l’ indice nel liquido vischioso e traccia arabeschi sul candore del foglio.Si, è proprio un bel pezzo di vita vissuta.Prima di lasciarsi scivolare al suolo, inserisce il foglio nel fax e preme invio.Il direttore ne sarà soddisfatto.