Quaderno a righe

Una Favola


E' una vecchia favola inventata dalla nonna di cui porto il nome. Mi faceva compagnia nelle lunghe sere estive passate in un cortile a spannocchiare la meliga.In un bosco di noccioli, viveva, tanti anni fa, una dolce e piccola creatura. Camminava scalza e beveva acqua di ruscello. Non aveva amici se non le farfalle e le lucciole nei caldi mesi estivi. Ella avrebbe voluto essere una principessa amata da tutti, ma la sua solitudine era assoluta. Specchiandosi nelle gelide acque del ruscello si chiedeva chi mai avrebbe potuto amarla. Lei così selvaggia.Passarono lunghi anni e la piccola creatura era sempre sola e ormai disperava di trovare la persona a cui donare il suo immenso amore.Un giorno di un freddo inverno, nel bosco di noccioli fece la sua comparsa una tenera tartaruga. Si muoveva lenta, lenta ed a ogni piccolo rumore si rintanava, impaurita, nel suo guscio. La gioia della creatura fu enorme, finalmente qualcuno da amare, ma non appena si avvicinava la tartaruga ritraeva il capo. Andarono avanti così per lungo tempo, ma la creatura era ostinata e non demordeva, forte del suo amore.Passarono lenti i mesi, al freddo inverno sopraggiunse una stentata primavera, ma la tartaruga ritraeva sempre il suo capo. La natura stessa sembrava impaurita dal lungo e gelido inverno e i germogli erano solo dei vaghi accenni sui nudi rami dei noccioli.Poi, improvvisamente, quando nessuno ormai ci sperava più, ecco fare capolino fra le foglie degli alberi i caldi raggi del sole, e la natura si risvegliò.I prati erano verdi, i ruscelli scendevano a valle gioiosamente e gli animali si svegliavano dal lungo sonno invernale.Calò tiepida la notte. La tartaruga stava su una roccia e la dolce creatura sedeva come al solito a poca distanza. Una luna enorme illuminava il bosco e l’unico rumore era il dolce scroscio delle limpide acque.E poi eccole, le amiche tanto attese, fecero la loro comparsa: le lucciole erano finalmente tornate. Gli occhi colmi di lacrime di gioia, la creatura non si mosse, sapeva che le si sarebbero avvicinate da sole. Simili a piccole stelle vaganti si muovevano delicatamente tra gli alberi e ben presto le si avvicinarono circondandola come un mantello di luce. La tartaruga osservava affascinata, commossa dallo spettacolo, nessun timore vi era nel suo cuore.Timidamente chiese alla creatura:” chi sei tu che ti ammanti di luce?”.La creatura rispose:” Sono la regina delle fate:” E così dicendo si trasformò in una bellissima donna dagli occhi splendenti. La tartaruga, impietrita dallo stupore, non cercò nemmeno di trovare rifugio nel suo guscio; ammaliata osservava la dama e il suo mantello luminoso.La Regina le si avvicinò e con un gesto lieve le carezzò l’antico e rugoso capo. Magia, mistero, favola la tartaruga si trasformò nel Re del Bosco e fu amore, fu passione per l’eternità.