Io...Lucia

La bottiglia incantata


Si narra che il mare è la più grande cassaforte del mondo. Nei suoi fondali sono conservati gioielli d’ogni tipo. Reperti antichi di inestimabile valore.Ogni cosa è gelosamente nascosta tra il buio intenso degli abissi dove la luce non arriva mai. Il mare conserva ogni cosa con cura. Protetti dalle alghe, dalla melma, dalle incrostazioni che ne rendono irriconoscibili le antiche forme.Il mare conserva i sospiri, le promesse degli innamorati, le grida festose dei bambini.Il mare conserva un fiore, che una donna ha donato al suo uomo scomparso cosicché all’orizzonte, quando il cielo sembra unirsi all’acqua, egli potesse raccoglierlo.
Si narra che in fondo al mare c’era una bottiglia di champagne, probabile ricordo di un momento felice, che vagava senza sosta da un fondale all’altro. Quella bottiglia brillava di una luce intensa che illuminava i fondali. Ogni sorta di pesce cercò di avvicinarsi ad essa ma, appena provava a toccarla, la bottiglia schizzava via.Di giorno la bottiglia galleggiava, cercando di raggiungere l’orizzonte. Anche i pescatori, alcuni scafisti improvvisati e i comandanti delle navi videro la bottiglia luminosa galleggiare, ma nessuno riuscì mai a prenderla. Sembrava magica la bottiglia. Appena la si provava ad afferrare fuggiva via con una velocità incredibile. Gli uomini non fecero mai caso a questo strano evento, mentre nel mare, si sparse la voce della “bottiglia incantata”. La notizia della bottiglia misteriosa arrivò alle orecchie di Nettuno che, incuriosito, ordinò a due delfini di andarla a prendere. Paco e Pico, così si chiamavano i delfini, inutilmente tentarono di acchiappare la bottiglia. Tentarono in ogni modo; nascondendosi dietro gli scogli, inseguendola fino a sfiancarsi, addirittura tentarono con delle reti prese ad alcuni pescatori. Niente, la bottiglia riusciva sempre a scappare.
Pico e Paco dovettero arrendersi e tornarono stanchi e delusi da Nettuno.Il Re del mare, col tridente in mano, li guardava attendendo una risposta che aveva già intuito dai loro sguardi. Così decise di occuparsi personalmente della questione.”Andrò io a prendere quella maledetta bottiglia, nulla può opporsi al mio volere. Sono io il re del mare”disse Nettuno ai suoi pesci con voce ferma per nascondere la sua titubanza. Sì, perché anche lui non credeva molto nella riuscita dell’impresa.”Com’è possibile che esiste una bottiglia luminosa, animata, che vaghi per i mari indisturbata e che nessuno riesce a prendere?Questa è sicuramente una diavoleria degli uomini. Chissà che cosa stanno tramando quegli scellerati. Speriamo non sia una bomba o, peggio ancora, un ordigno nucleare”pensava Nettuno.Dopo giorni e giorni di cammino sui fondali, Nettuno cominciava a stancarsi. La bottiglia sembrava essere scomparsa. I pesci controllori, incaricati della sorveglianza, non né avevano notizia.
Nettuno era infastidito e preoccupato. Sicuramente quello era un ordigno che gli uomini avevano fatto brillare chissà dove e adesso chissà quanti suoi figli erano morti fra le acque del mondo.Mentre seguiva questi pensieri una luce fioca, proveniente da un anfratto, attirò la sua attenzione.Cautamente si avvicinò, scostò piano alcune alghe e scorse il collo di una bottiglia dalla quale proveniva una debole luce. Il re del mare si tranquillizzò; era davvero una bottiglia e non un ordigno.Ora, dovete sapere che Nettuno in quanto re del mare, ha il potere di poter dare la voce a qualsiasi cosa si trovi in acqua così, liberata la bottiglia dall’incaglio, le chiese: ”Allora, mi che diavolo ci fai qui e da dove prendi questa luce che ormai sta esaurendosi?”
La bottiglia rispose che nell’incagliarsi aveva sbattuto fra alcuni scogli e si era incrinata, ecco perché la luce si stava spegnendo. Era la luce dell’amore che brillava al suo interno. Una luce che non si spegne mai ma che il tempo affievolisce. Il suo processo di spegnimento era stato accelerato dall’acqua che si era infiltrata al suo interno. Era stata deposta in mare da una donna affranta per la perdita improvvisa del suo uomo e, in un disperato tentativo di ricongiungimento, aveva riposto una lettera al suo interno, perché si che il mare all’orizzonte si ricongiunge con il cielo e la donna sperava che la lettera potesse giungere a lui, in cielo.”Per questo fuggivo se mi volevano afferrare, volevo portare a termine il mio compito sire, mi dispiace se ho turbato la quiete del mare ma adesso come farò?Questa incrinatura non mi permette più di continuare il mio viaggio e l’acqua, sfalderà la carta della lettera. Mi dispiace per quella donna, dovevi vedere il suo volto, quando mi gettò in mare….Nettuno si commosse nell’ascoltare quelle parole. Prese con cura la bottiglia e, dopo aver estratto il foglio, la ripose nell’anfratto.”Qui non ti disturberà nessuno, il fondale è molto profondo e l’uomo non potrà mai arrivareNettuno allora prese la lettera e, sedutosi su uno scoglio pensò a come fare per esaudire il desiderio di quella donna. Aveva avuto la tentazione di leggerla, ma non voleva rubare quel gesto d’amore che lo aveva commosso e non gli apparteneva.Gli uomini credono che il mare all’orizzonte, si congiunge con il cielo, ma è solo un illusione.Gli uomini hanno bisogno di qualcosa in cui credere per andare avanti e Nettuno sapeva che tanti uomini credono nella forza del mare ed in lui. Così prese la lettera e allungando la mano verso il cielo, chiese a Dio di far avvicinare un angelo. Dalle nuvole bianche apparve una mano, la mano di uomo forte, vigoroso e giusto.
 Nettuno porse la lettera con fiducia a quella mano e la strinse forte, sentendone il calore arrivargli fino al cuore. Dio prese la lettera e la porse all’uomo….che stava al suo fianco……La favola finisce qua. E’ una storia vera arricchita di un po’ di fantasia perché la speranza non deve morire mai nel cuore degli uomini