FERNANDO ZORZELLA

Dal cuore alle parole!!!

Creato da FernandoIR il 14/04/2011

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

I miei link preferiti

 

 

UN ECOGRAFIA ADDOME ALL’ANNO: LA MIA BATTAGLIA

Post n°6538 pubblicato il 02 Febbraio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Per me questo è un argomento importante, UN PUNTO FERMO, su cui voglio dedicarci ogni tanto qualche minuto.

Ci lamentiamo tutti dello stato di salute di acqua, aria, terra e cibo, ma troviamo moltissime difficoltà ad intraprendere stili di vita nuovi e più attenti alla nostra salute.

Il più delle volte ci fidiamo di quello che ci viene venduto nei negozi sperando che i controlli siano sempre meticolosi ed attenti, quando in realtà i telegiornali sono pieni ed impestati di notizie in cui si descrivono ritrovamenti di cibi contaminati.

Fatto sta, che oggettivamente, si misura sempre un aumento dell’incidenza di molte malattie tumorali o para tumorali a danno di molti organi.

Quando un tumore colpisce una persona di una famiglia è sempre, e dico sempre l’esplosione di una bomba in casa.

E’ chiaro a tutti che prima si intercetta un tumore, più lo si intercetta piccolo, più semplice è la guarigione.

QUINDI A GRAN VOCE CONSIGLIO DI FARE TUTTI.

E PER TUTTI DICO PROPRIO TUTTI.

DAI 20 ANNI IN SU UNA ECOGRAFIA ADDOME ALL’ANNO.

Prima si intercetta l’insorgenza di un tumore o di una patologia, prima si mappa la situazione dei nostri organi interni e la si tiene sotto controllo meglio è.

UN ‘ECOGRAFIA ADDOME COMPLETO COSTA DAI 50 EURO IN SU, E’ UNA SPESA ACCETTABILE ED AFFRONTABILE DA TUTTI.

 
 
 

REVOLUTION – IL ROMANZO : 6° PUNTATA

Post n°6537 pubblicato il 02 Febbraio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Questo è un  romanzo scritto interamente da Zorzella Fernando e presentato a puntate qui sul blog.

Le puntate usciranno in maniera casuale.

IMPORTANTE : RIBADISCO IN MODO CONVINTO E PRESSANTE CHE i nomi di persona, gli edifici, le vicende, le situazioni, tutto il romanzo è frutto di PURA PURA PURA fantasia e non ha nessuna nessuna nessuna attinenza con la realtà.

I luoghi sono reali, ma le storie no.

TESTO DELLA PUNTATA

Il giorno seguente fu giornata di riunioni impegnative, c’erano da valutare tutti i progetti già avviati ed in corso d’opera. Soprattutto c’era da preparare la missione per liberare Erik ed gli altri.

Venne deciso di allestire un ospedale da campo visto che c’erano medici ed infermieri a sufficienza. Questo serviva per avere un luogo dove praticare le trasfusioni per riconvertire gli immortali, curare i feriti e dare una maggiore assistenza alla comunità. Tutti lavorarono, anche i ragazzi un po’ più grandi.

Luisa cercò Roberta da per tutto, ma non la trovò così decise di andare dal consiglio a comunicare la scomparsa.

La cosa fu presa in considerazione e fu attivata una squadra per cercarla.

Camminando su e giù per il campo Luisa, rivide William e lo invitò a bere qualcosa assieme. William accettò, gli serviva rilassarsi e diciamolo, Luisa non era niente male, ed era difficile che passasse inosservata una bella ragazza per cui provavi interesse; aveva comunque un posto nel cuore per Elena.

Al bar bevettero due birre, lei ci teneva passare per una ragazza alla buona e alla mano, passarono più di qualche minuto assieme, chiacchierando disinvolti del più e del meno. Lui poi si ricordò che aveva un compito da svolgere e come solo un cavaliere sapeva fare si congedò da lei.

Mentre lui si dirigeva verso la sua tenda, Luisa lo seguì, perché aveva tutta l’intenzione di scoprire dove dormiva.

Alla tenda del Consiglio arrivò la squadra che era uscita alla ricerca di Roberta, che però sembrava essersi dissolta senza lasciare traccia.

Jenny disse allora: “Domani ordinerò a William di uscire con il contingente e di cercare meglio le tracce, è impossibile che sia sparita ed è impossibile che non abbia lasciato tracce. Ordino a tutti il silenzio, nessuno deve sapere che una dei nostri è sparita e non si deve parlare di rapimento. ……… Anzi dobbiamo far parlare l’intruso. Non mi convince la storia che ha raccontato lui. Mettetelo a digiuno completo, ci deve dire vita morte e miracoli sugli Orsi Neri.”

Si fece sera ed il sole offriva dei splendidi tramonti. Quel sole che tanto appariva magico e bello come aveva potuto danneggiare così tanto la terra?.

William rientrò in tenda e stupefatto trovò Luisa completamente nuda sul suo letto, coperta da un lenzuolo e in posizione da musa, girata su un fianco, mentre con un braccio si sorreggeva il dorso, con l’altro si accarezzava i capelli.

William le disse: “Ti ringrazio per l’offerta che mi fai, penso che ti stia costando molto, dimostri una forza e una energia immane. Io però per ora non mi sento libero. Ho ricevuto un altro ordine dal Sindaco ed è molto delicato, vorrei pensare un attimo da solo.”

Lei uscì dal letto e tentando con tutte le sue armi lo abbracciò e lo baciò rimanendo in silenzio.

William : “Quello che stai facendo per me, merita rispetto, tempo e l’interesse giusto. Sono disponibile a dedicarmi a te ma non ora.”

Lei si rivestì e uscì.

William era stato un cavaliere e lei si sentiva una zoccole, ma aveva colpito nel segno quell’uomo.

Tutto si era messo a  tacere anche nel campo degli Orsi Neri, poche erano le luci accese per non dare nell’occhio.

Roberta guardava fuori dalla sua gabbia e cominciò a pregare la Madonna, implorandola di salvarla. Pregava intensamente, anche se non era proprio credente, ma in quel momento anche poco le sarebbe bastato per stare meglio.

Ad un tratto, ad un centinaio di metri dal campo. In mezzo al bosco si accesero tanti fuochi, tanti, tantissimi fuochi, incalcolabili.

Come una nube, meglio come un’onda di fuoco si alzarono in volo.

Erano frecce incendiarie ed esplosive, tante tantissime frecce, cominciarono a piovere nel villaggio, bruciando esplodendo e distruggendo ciò che incontravano.

Gli Orsi Neri, si misero in allarme e si mobilitarono sparando all’impazzata, ma era impossibile fermare quell’onda di fuoco.

Una squadra di Orsi neri vennero per portare via le donne.

Roberta gridava dallo spavento e cercando aiuto per scappare.

Dal buio partirono degli spari d’arma da fuoco che sterminarono tutti gli Orsi Neri presenti in quella zona, che riuscirono anche loro a centrare qualcuno, ma nel buio non riuscivano a capire chi fossero e dove fossero.

Piano piano gli Orsi Neri, indietreggiarono e scapparono lasciando libero il villaggio.

Roberta vide e non credete, erano vestiti da Ninja e si muovevano con una velocità inaudita. Entrarono nel campo rompendo la recinzione, bruciarono tutto come se volessero purificare tutto, erano tanti tantissimi.

Roberta cadde a terra, svenne, l’ultima cosa che sentì era una voce di donna che l’ha rassicurava e come ultimo sospiro prima di svenire ringraziò la Madonna.

Qualche ora dopo, immersa nel torpore, risvegliandosi senti profumi di fiori freschi, Roberta aprì gli occhi e si trovò distesa su di un morbido letto, con una flebo messa sul braccio e cercando di capire dov’era una voce le disse: “Buongiorno benvenuta a Prima Donna, stai tranquilla qui sei al sicuro. Stanotte ti abbiamo fatto tutti gli esami e ti abbiamo visitata, stai bene hai solo un po’ di febbre. Ti stiamo facendo un po’ di ricostituente in flebo. ……… Come ti chiami?”

“Mi sento scombussolata, mi chiamo Roberta, dove sono?” disse Roberta.

“Sei a Prima Donna, una comunità di solo donne e bambini, siamo donne soldato, ti abbiamo liberato come tante altre.” Disse la voce.

“Io sono di Genesi, vicino a Verona, qui dove siamo?”

“Siamo nella provincia di Ferrara e spero che tu ti troverai bene, quando ti sarai ripresa ti dirò tutto ciò che vuoi e se vorrai potrai tornare a casa tua.” : Disse la donna e poi si allontanò.

Nel frattempo proseguivano le ricerche di Roberta da parte del contingente di William, che arrivato ad un casolare ordinò a 5 dei suoi di entrare e valutare la situazione.

Dopo un po’ senti un urlo: “Comandante, comandante, venga, venga!”

Entrarono in molti di corsa e si trovarono davanti all’uomo ucciso vestito come l’Orso Nero che si teneva incarcerato alla comunità, era l’uomo che aveva cercato di violentare Roberta e ai vestiti di Roberta strappati per terra.

William esclamò: “Ma no no no, povera ragazza cosa le hanno fatto?”

Un soldato esclamò: “Se la sono giocata e c’è perfino scappato il morto e poi l’hanno violentata.”

William: “Cercate nei dintorni, valutate tutto, tutto, ogni pezzettino di erba. Tutto ho detto.”

Cercando un soldato trovò un cumulo di terra, simile ad una tomba, chiamati glia ltri scavarono velocemente assieme, ma alla fine trovarono solamente un cavallo sepolto.

William esclamò arrabbiato: “Ora basta mi sono stancato, mi sono veramente rotto i coglioni, torniamo alla base e prendiamo quel pezzente Orso Nero e lo faremo parlare con le buone o le cattive, non m’importa basta, ora si fa come dico io. Società civile si, ma quel pezzente deve parlare.”

Così fu rientrarono percorrendo la strada del ritorno a velocità vertiginosa e lasciando dietro di loro una vera nebbia di sabbia.

Arrivato andò parlare con il Consiglio che autorizzò la possibilità di interrogarlo, senza fargli troppo male.

L’Intruso venne portato in un’altra  tenda e William senza neanche farlo sedere cominciò con assestargli un destro e un sinistro nel viso, facendolo cadere.

L’Intruso urlò: “Ma sei pazzo, sei pazzo.”

William: “Io sarei un pazzo?”

Fatto alzare, lo prese da un braccio e lo prese a calci nel culo con gli anfibi.

L’Intruso: “Basta, basta, ma voi che volete da me? Sono già indebolito dal digiuno, ho fame sto male, ho sete, non bevo da chissà quanto tempo, volete farmi morire e dopo dite che siete una società civile. Sto meglio io con i miei rozzi compagni.”

William: “Voglio sapere tutto sugli Orsi Neri, tutto tutto, hai capito pezzente?”; spiegò all’intruso cosa avevano scoperto e poi lo riprese a calci insistentemente.

L’intruso urlava e cominciò a  piangere.

William: “Guardatelo va in giro a stuprare le donne e poi piange per 4 calci nel culo. Portatelo via, prima di addormentarmi mi divertirò a ripassarlo per bene ancora”

William si sentiva una belva.

L’intruso ci pensò per bene, rischiava veramente la pelle questa volta, era meglio vuotare il sacco; così richiamò l’attenzione della guardia e disse: “Ok dirò tutto dirò la verità, chiamatemi i capi ed il Consiglio, voglio che nessuno mi faccia più del male.”

Così fecero e richiamarono William ed il Consiglio.

Questa volta fu Jenny che volle condurre l’interrogatorio.

L’Intruso: “Vi dirò tutto, ma ad una condizione.”

Jenny: “Quale condizione?”

L’intruso: “Voglio entrare a far parte di questa comunità, voglio vivere libero con voi e con le vostre regole.”

Jenny: “Vediamo, si può fare, ma raccontaci tutto questa volta.”

L’Intruso: “Gli Orsi Neri hanno le loro comunità a nord di Rovigo. Siamo tutti li. La comunità è protetta da un bosco tutto intorno, siamo in 300 metà uomini e metà donne circa. Non siamo animali come ci descrivete e le donne per noi sono la parte più importante della società. Nella situazione in cui viviamo è di vitale importanza che le donne facciano figli e siano disponibili a farli, può sembrerà anche crudele detto così, ma le donne che accettano di accoppiarsi con noi, vengono trattate come delle regine, tenete presente che su 300 ho detto che sono metà le donne che hanno accettato. Con quelle nuove siamo un po’ più duri, ma non  facciamo del male a nessuna.”

Jenny: “Balle hanno trovato il segno di uno stupro di gruppo.”

L’Intruso: “No non è vero, hanno trovato un uomo, uno di noi morto. Molto probabilmente ha cercato di stuprare la vostra amica, ma è stato ucciso. Chi fa del male ad una donna viene subito ucciso. Abbiamo una vera devozione per le donne.”

Jenny: “E se qualcuno si ribella?”

L’intruso: “Il coniglio mette davanti alla donna libera anche 20, 30 uomini diversi, se è ancora riluttante viene minacciata, ma il giorno dopo gliene vengono messi davanti altri 10 o 20 e così via fino a che  sceglie e vive libera nella comunità.”

Jenny: “Ma così per la donna è una prigione di cristallo.”

L’intruso: “Si è più prigione nel mondo in cui viviamo o in una comunità in cui ti viene offerto il meglio del meglio. Qui con voi, dalla prigione non ho visto nessuna donna incinta, dove pensate che vada il mondo senza figli?”

Jenny: “Mi stai irritando all’inverosimile. Dio ci ha creato liberi e questa, la vostra, è una schiavitù velata, che per lo più deve finire. ………. Che farò finire.”

Jenny a quel punto aveva già fatto intere i suoi progetti.

L’Intruso: “Di me che sarà ora?”

Jenny: “Ti verrà data una tenda, vivrai libero in mezzo a noi, ma per i primi tempi sarai scortato e sorvegliato. Ogni giorno avrai compiti da svolgere e ti renderai utile. Spero che non ci tradirai e spero che quello che hai detto sia vero, altrimenti …………… “

L’Intruso giurò sulla sua vita e poi fu sistemato e gli venne dato da mangiare e bere adeguatamente.

Tranne l’Intruso e  pochi soldati, rimasero tutti li.

Alfred disse: “Cavoli, cosa facciamo? Abbiamo da liberare ancora Erik e gli altri e ora c’è il problema di Roberta.”

Jenny: “Quanti uomini abbiamo pronti militarmente?”

William: “500 uomini sono abbastanza pronti, d’altronde si allenano 12 ore al giorno con esercitazioni varie.”

Jenny: “Ok consideriamo il salvataggio di Roberta una verifica. Partirete domani armati di tutto punto. Dovrai sbrigarti William, ma ce la devi fare, dobbiamo portate un po’ di pace a questa gente.”

William: “Ok, sarà complesso ma ce la faremo, vedrai per i miei uomini sarà una sorpresa, ma sono belli carichi.”

Tutti si diressero ai loro affari e a preparare tutto per l’indomani.

William, una volta finito si diresse verso la tenda ed incontrò Lucia strada facendo, si fermarono a parlare e poi proseguirono assieme.

Arrivati alla tenda si salutarono con un bacio e li William cedette a Lucia, la prese in braccio e la portò dentro la tenda, dove passarono assieme per tutta la notte.

 
 
 

ESSERE INVISIBILE PER TE

Post n°6536 pubblicato il 02 Febbraio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Poesia di Fernando Zorzella

Dedicato a mia moglie.

Testo:

Essere invisibile,

per starti vicino sempre,

nei tuoi lati oscuri,

nelle tue difficoltà,

nei momenti che non mi vuoi vicino.

Sei enciclopedia vivente,

non ancora del tutto scritta,

perché nessuno sa,

cosa scrivere,

nel libro dei tuoi segreti.

Essere invisibile,

ma non per essere di intralcio,

o di peso.

Quello no!

Sapere cosa ti rende felice,

ogni momento del giorno,

dissolvere i problemi,

spianare la tua strada,

senza che te ne accorgi.

Essere invisibile,

per essere,

il corrimano della scala della vita,

il palo che trovi quando inciampi,

perché non voglio solo farti ridere,

ma fare quello che mi viene naturale,

esserti di aiuto.

 
 
 

LA MIA ITALIA 1° PUNTATA: VIA TUTTI GLI ULTRA SESSANTENNI DALLA POLITICA

Post n°6535 pubblicato il 02 Febbraio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

A dire il vero volevo attendere ancora qualche giorno o settimana addirittura, per cominciare ad introdurre la politica nel mio blog, ma le vicende che stanno coinvolgendo tutti e che stanno succedendo nel nostro parlamento, mi obbligano a dire un po’ quello che penso.

E’ vero che in parlamento oggi, più di passate legislature ci sono persone giovani, nuove e rampanti, quello è assodato e lo so benissimo anche io.

Ma la crisi in cui ancora una volta è piombato il paese, ma sa sempre di più di vecchio e marcio.

Ogni uno può pensarla come vuole, io dico quello che penso e quelle che sono le mie riflessioni, poi ogni unoi può dire la sua nei commenti, su facebook così che li legga anche io.

Per me, dicevo, ci sono ancora troppe persone di una certa età che hanno paura di staccarsi da quella cazzo di poltrona, ma che hanno paura che per loro sia l’ultima volta.

Per questo si sentono legittimate a cambiare poltrone e a creare gruppi propri, con nomi che si capisce benissimo che sono decisi davanti allo specchio del bagno, mentre ci si lava le mani.

Poi si usa la parola europeista come se nell’intimo delle persone dovesse sucietare qualche cosa.

A me la parola europeista non dice proprio niente, anzi fa venire in mente che i paesi dell’Est Europa più volte hanno dimostrato di fare quello che vogliono.

Quindi per sentitizzare e per concludere, così non esco dal seminato, dico chiaramente che voglio fuori dal parlamento tutto e lontano da tutte le cariche elettive le persone che hanno più di 60 anni di vita.

A queste persone dico, che sono comunque delle ottime persone, brave e integgerime, ma c’è un mondo da andare a visitare, viaggiate e divertitevi, gioite ogni giorno.

Ma la politica ………………..

Basta.

 
 
 

FARE L’AMORE

Post n°6534 pubblicato il 02 Febbraio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Poesia di Fernando Zorzella

Dedicato al momento intimo che c’è nella coppia, e visto i tempi che corrono, in qualunque tipo di coppia.

Testo:

Non è possedere nessuno.

E’ donarsi,

è la massima espressione,

capacità,

di dare piacere.

Brivido su tutto il corpo.

La parola non rende,

è uso di sensi.

Rendere una donna felice con i sensi,

tatto, olfatto,

udito,

gusto.

Piacere che ti spaventa ed affascina,

ti lascia senza fiato.

E’ un contratto non scritto,

scritto dalle labbra si,

dalla lingua,

tu fai star bene lei,

che fa star bene te,

che farai star bene domani,

dopodomani e l’altro ancora.

Farla star bene a letto,

per farla star bene nella vita,

in mezzo a tutte le difficoltà.

E tu uomo dove sei?

Dove sono io in tutto questo?

Sei colui che governa il Paradiso,

che grazie a lei hai attorno.

 
 
 

DONO DI DIO

Post n°6533 pubblicato il 28 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Poesia di Fernando Zorzella

E’ una poesia dedicata a mio figlio Davide.

Testo:

Scontate sembrano,

le parole per descrivere,

la sensazione dell’aspettare.

Chi non desidera l’arrivo tuo?

Sei la pace, la vita, il fuoco di ogni casa e cosa!

Sei tutto, sei l’amore!

Tanto desiderato,

perché tanto desiderato l’amore che porta a te!

Francesca è arrivata con quel “sogno in volo”,

che si è materializzato,

per me e io per lei.

Si è materializzato l’amore,

palpabile, vivo, sanguigno ed esplosivo!

Si esplosivo!

BOOM

Un boato squarcia l’universo,

lo estende lo amplifica,

è l’amore che si apre!

Sei tu che ti materializzi!

Cellule che crescono,

si moltiplicano, tremono, corrono,

BOOM

Prendono corpo, forma, sostanza.

BOOM BOOM BOOM

Esplosioni continue,

luce, sangue, dolore,

è il tuo cuore che nasce, vive,

PULSA

TUTUN TUTUN TUTUN TUTUN TUTUN TUTUN TUTUN TUTUN TUTUN TUTUN

Sei tu Davide,

arrivi per me,

per me e per Francesca,

siamo qua che ti aspettiamo,

siamo mamma e papà.

TUTUN TUTUN TUTUN TUTUN TUTUN TUTUN TUTUN TUTUN TUTUN TUTUN

 
 
 

VENNE IL GIORNO : IL ROMANZO : 3° PUNTATA

Post n°6532 pubblicato il 26 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Questo è un  romanzo scritto interamente da Zorzella Fernando e presentato a puntate qui sul blog.

Le puntate usciranno in maniera casuale.

IMPORTANTE : RIBADISCO IN MODO CONVINTO E PRESSANTE CHE i nomi di persona, gli edifici, le vicende, le situazioni, tutto il romanzo è frutto di PURA PURA PURA fantasia e non ha nessuna nessuna nessuna attinenza con la realtà.

I luoghi sono reali, ma le storie no.

TESTO DELLA PUNTATA

Nicola, Mirko, Paola e Tiziana, tornarono al Centro Ricerche di Enna e poi a cena fuori per rilassarsi e riorganizzare le idee.

Paola: “Ma secondo te, Nicola, il Dott. Gambini ci crede?”

Nicola: “Si che ci crede e come, i dati sono dati e non ci sono errori.” Tiziana: “Eppure le organizzazioni internazionali no!”

Mirko: “Bè, ci sarebbe da stupirci dell’incontrario sinceramente.” Nicola: “Come?”

Mirko: “Si! E’ così come dico io! Se ci pensate bene! Hanno nascosto sempre tutto, da Rosvell, fino ai giorni nostri. Gli avvistamenti sono a migliaia e i video lo stesso, eppure non è mai vero niente. Chi vi dice che abbiano capito che abbiamo ragione e tengono nascosto tutto?”

Tiziana: “Ma dai, come fanno, un conto è una navicella così per caso, un conto è un popolo pronto all’invasione.”

Mirko: “Chi ti dice che non stiano già negoziando?”

Nicola: “Allora perché prendono contatto con noi e ci danno un appuntamento?” Mirko: “Quello non lo so.”

Tiziana: “Ma noi ci andiamo a questo appuntamento’”

Nicola: “Il problema vero è che il luogo si trova in pieno deserto Libico e non è semplice arrivarci, vedremo cosa riuscirà a fare il capo.”

Paola: “Spero che ci faccia sapere qualcosa presto.”

Tiziana: “Si può prendere il sole nel deserto? Semmai mi porto un completino che se si deve aspettare l’astronave intanto mi abbronzo.”

Tutti si misero a ridere e poi a fine cena Tiziana e Paola andarono a Letto, mentre Mirko e Nicola andarono a centro per bere un’altra birra al chiaror di luna.

Nicola: “Ci voleva proprio questa birra fresca, mi serve come ultimo tocco per staccare la spina del cervello del tutto ed andare a letto cotto.”

Mirko: “Io sono talmente pieno che potrei addormentarmi qua e risvegliarmi domani mattina.” Nicola: “Si lo puoi dire amico.”

Mirko: “Hai visto che sexi che era Paola questa sera? Non so perché non ci provi.” Nicola: “Lo sai che non mi è mai piaciuto provarci con una mia sottoposta.”

Mirko: “Non mi sembra che tu ci abbia mai trattati da sottoposti, anche se sei tu il capo.” Nicola: “Lo so, ma io voglio che davanti ai miei occhi voi siate tutti uguali e che non abbiate pensieri sulla mia imparzialità.”

Mirko: “Se ti scopi una collega strafica come Paola, avresti solo la mia ammirazione e la mia invidia e basta.”

Nicola: “Parla quello che sbava su Tiziana come un cane in calore, gli pulisci perfino la scrivania e gliela passi con l’Amuchina, penso che sia il posto più pulito di tutto il Centro Ricerche. Ma non eravate li li per mettervi assieme una volta.”

Mirko: “Si! Ma è tutta colpa tua che non ti scopi Paola e quindi Tiziana ha la paura di essere fuori luogo.”

Nicola: “Ma io ho sempre detto che fuori dal centro potete fare ciò che volete, l’importante è che non trovi perizomi sopra la console che regola la parabola delle comunicazioni interstellari o strani liquidi sopra i rapporti da mandare al centro di Palermo.”

Tutti e due si misero a ridere a crepapelle.

Mirko: “Penso che se sarà vero qualcosa di ciò che potrebbe accadere, però, non potrò più trattenermi dal provarci con Tiziana.”

Nicola: “Se ti consola hai la mia benedizione amico.”

Il giorno seguente, tutto stava proseguendo normalmente, oltre a qualche controllo di routine, si impiegò il tempo a fare un po’ di riordino e sistemazione del centro.

La speranza era di avere altre notizie, da chi aveva già spedito quei messaggi, ma nessun aggiornamento si presentò all’orizzonte.

Forte era la preoccupazione che a quel appuntamento in realtà non si presentasse nessuno.

Ad un certo punto, alle ore 14 e 30 per l’esattezza, il citofono della base suonò e tutti presero un colpo.

Andò Tiziana a rispondere e poi si recò da Nicola a riferire.

Tiziana: “Ci sono una decina di persone al cancello della base che chiedono di parlare con noi, cosa facciamo?”

Nicola: “Sono giornalisti?”

Tiziana: “No! Assolutamente, o almeno non mi sembrano e poi che cosa verrebbero a fare qui dei giornalisti?”

Nicola: “Ma che cosa vogliono di preciso? Di loro che abbiamo da lavorare qui.”

Tiziana: “Ascolta, io vado a sentire cosa vogliono, magari sono un gruppo di ragazzi semplicemente interessati al nostro lavoro, non vorrei che facessimo la figura degli scorbutici.” Nicola: “Fai come vuoi e poi dammi un colpo di telefono, che magari scendo anche io a salutarli.” Tiziana: “Ok capo!”

Tiziana, si recò al portone senza aprire per motivi di sicurezza e una volta li, uscì dal cancello per fare le dovute presentazioni.

Tiziana: “Vi porgo il saluto da parte del Direttore del Centro Ricerche di Enna! Chi siete? In cosa possiamo essere utili?”

Siriana: “Io mi chiamo Siriana, vengo da Verona, sono la Presidente di un gruppo di giovani che si interessano di ufologia e vi segue via internet usando anche il software che avete elaborato voi.” Tiziana: “Tipo un fan club?”

Siriana: “Si proprio così siamo dei vostri fan!”

Tiziana: “Ok chiedo al direttore se potete entrare, penso che la risposta sarà positiva.” Siriana: “Aspetta Tiziana, vogliamo sapere una cosa.”

Tiziana: “Cosa esattamente?”

Siriana: “E’ vero che avete avuto un contatto allieno vero e proprio?” Tiziana: “Cosa ve lo fa pensare?”

Siriana: “Il programma che avete creato voi e che abbiamo installato nei nostri pc, ci ha fornito degli elementi che ci fanno pensare a questo, poi ad un certo punto i nostri pc, sono stati come telecomandati da un pc esterno o da qualcun altro.”

Tiziana, divenne bianca come uno straccio perché non sapeva cosa rispondere, cosa che si vedeva distante un chilometro.

Siriana e i suoi compagni rimasero in silenzio; Tiziana, prese la scusa di chiamare Nicola per riferire e poi vennero fatti salire ed entrare nella sala riunione del centro.

Una volta accomodati, Nicola, entrò nella stanza e si presentò.

Nicola: “Vi do il mio saluto e vi ringrazio per tutto quello che fate per noi, avendo installato il software nel vostro pc, creato dai miei due colleghi per potenziare e velocizzare i computer del centro. Sono il direttore di questo centro, ma come vedete la nostra età non si discosta molto l’uno dall’altro. Siamo in 4, io come ho detto mi chiamo Nicola e qui alla mia destra trovate in ordine Paola, Tiziana e Mirko. Mi hanno detto che pensate che noi siamo stati contattati da allieni. Cosa vi fa pensare che sia vero?”

Siriana: “Il fatto che lei ed il suo staff non abbiate neanche provato a smentirlo ed avete reagito come se fosse tutto vero, ma cercate di nasconderlo.”

Nicola: “Come fate a pensare questo? Qual è la vostra prova?”

Siriana: “Come ho detto ad un certo punto i nostri pc, si sono comportati come se fossero comandati da qualcuno dall’esterno, sono comparsi strani segni e strani messaggi, come se loro scrivessero a voi e voi a loro.”

Nicola deglutì visibilmente.

Nicola: “A voi cosa potrebbe interessare una cosa del genere, cosa vi verrebbe in tasca sapere la verità su una cosa del genere?”

Siriana: “Noi siamo un gruppo che ci interessa questo tema, vi seguiamo e ci interessa sapere se è vero o no, perché vogliamo sapere la verità.”

Nicola: “Ma la verità potrebbe anche spaventare e mettere tutti in allarme.” Siriana: “La verità potrebbe servire per preparare la gente nel modo giusto.”

Nicola: “Noi abbiamo intercettato un segnale, è vero, che ha tutte le caratteristiche per essere ritenuto allieno, un segnale che conteneva dei messaggi chiari, ma non sappiamo e non abbiamo la certezza di chi abbia spedito quel segnale e se il messaggio fosse per noi. Siamo d’accordo che ci troveremo in un punto ben definito del deserto libico tra qualche giorno e qualcuno più importante di noi sta preparando il nostro viaggio. Non sappiamo chi veramente troveremo li ad aspettarci.”

Siriana: “Come vi comportate in questo caso?”

Nicola: “Noi abbiamo passato tutti i dati ai nostri superiori, che hanno a loro volta girato tutto alle organizzazioni internazionali, che hanno smentito tutto e negato l’evidenza, quindi sospettiamo di essere gli unici che ancora cercano di capire se realmente quei messaggi erano veri o no!” Siriana: “La notizia può essere pubblica?”

Nicola: “Assolutamente no! Qui noi facciamo ricerca e finchè non ci sono dati certi niente si può rendere pubblico.”

Siriana: “Possiamo rimanere qui al centro fino a che non capite se il segnale era vero o no?” Nicola: “Se non recate problemi si, se li recate, dovrete andarvene subito e comunque non soggiornerete qui dentro al centro ma in alberghi fuori e al massimo ci terremo in contatto.” Siriana: “Per noi va bene!”

Nicola: “Anche per noi va bene così!”

Dopo di che vennero portati a fare un giro guidato all’interno del centro con spuntino finale. Qualche giorno dopo, circa a metà mattina, arrivò senza preavviso il Dott. Gambini a bordo di un elicottero.

 
 
 

150 MILIONI DI EURO – IL ROMANZO : 5° PUNTATA

Post n°6531 pubblicato il 26 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Questo è un  romanzo scritto interamente da Zorzella Fernando e presentato a puntate qui sul blog.

Le puntate usciranno in maniera casuale.

IMPORTANTE : RIBADISCO IN MODO CONVINTO E PRESSANTE CHE i nomi di persona, gli edifici, le vicende, le situazioni, tutto il romanzo è frutto di PURA PURA PURA fantasia e non ha nessuna nessuna nessuna attinenza con la realtà.

I luoghi sono reali, ma le storie no.

TESTO DELLA PUNTATA

Qualche giorno dopo Ketty, si recò a casa di Andrea, e nel vederla lui la salutò baciandola, lei si scostò subito per paura che Sonia fosse in casa, ma ormai era troppo tardi, perché Sonia si era accorta e aveva compreso che tra i due c’era qualcosa di strano e nascosto.

Abbandoniamo però anche questo discorso e parliamo un po’ di Paolo e Sonia, che lavorando a stretto contatto cominciavano ormai a conoscersi sempre di più e ad avvicinarsi. Lei non voleva che Paolo sapesse del suo passato, perché voleva fargli conoscere una nuova donna, una donna come tutte le altre e completa come tutte le altre.

Nel pomeriggio Andrea si fece un bel giro in bici per Siriate.

Andare in bici per lui era molto rilassante e ottimo per riflettere, pensare a nuovi progetti e a nuove idee.

Arrivato a casa trovò Sonia ancora al lavoro e così le chiese del rapporto con Paolo, e ascoltando la spiegazione capì che tra i due c’era del tenero e un qualcosa era nato di veramente serio, così mise le mani avanti e spiegò a Sonia che da quel momento in poi tra loro due non dovrebbe esserci stato più niente che non una semplice amicizia. Andrea teneva all’amicizia di Paolo e non voleva in nessun modo ferirlo.

I due, Paolo e Sonia si erano già messi d’accordo di uscire addirittura assieme, quasi come si volesse ufficializzare la cosa.

Ketty era nel suo ufficio a raccogliere le domande per il contributo ai nuovi nati, che erano già ammontate a 12. Marco e Andrea erano andati a parlare con Il Presidente per dare un’occhiata al bilancio dell’Asilo e fare quattro chiacchiere, e così si informarono delle esigenze che in generale potevano avere sia l’Asilo che la Parrocchia come per esempio il notevole bisogno di cure di cui necessitavano le rispettive zone verdi.

Finita la piccola riunione Marco tornò a casa con la propria auto, mentre Andrea utilizzò la sua bicicletta.

Per strada, Marisa aperta la porta di casa per pulirsi il marciapiede, notò che stava passando di lì Andrea e lo chiamò per invitarlo a bere qualcosa.

Alla sera dell’Assemblea dell’Asilo era presente anche lei, perché era mamma di un bambino.

Bevendo un caffè, Marisa spiegò ad Andrea, che suo padre, morto da poco, era proprietario di una pompa di benzina che al momento era chiusa ed inutilizzata. Lei era vedova perché il marito le era morto da qualche mese, e con sua mamma non se la sentiva di prendere in mano la stazione di servizio, anche perché non sapevano neanche da dove iniziare, e per lo più non aveva nessun altro di famiglia a cui potesse interessare.

Andrea fece molte domande per capire bene in che situazione si trovasse l’impianto.

L’impianto si trovava adiacente a una strada di grande percorrenza, era stato restaurato da pochi anni, aveva bar e edicola al suo interno.

Era veramente un buon affare, o almeno aveva tutte le sembianze per esserlo, così si misero d’accordo di uscire a cena una sera per parlarne meglio.

Rientrato a casa, Andrea la trovò vuota. Paolo e Sonia se ne erano già andati, così si mise a controllare a fondo i lavori di restauro.

Paolo era veramente bravo in tutto e nel lavoro ci metteva veramente l’anima.

Si mise a riflettere molto sulla proposta di Marisa, passeggiando per la casa, non sarebbe stato male gestire un distributore, poteva diventare un buon modo per dar da lavorare alle donne disoccupate con e senza figli, facendo tutti contratti par-time in modo che il lavoro non pesasse sugli impegni famigliari.

Dopo aver riflettuto bene, seduto nella sua poltrona sorseggiando una birra, telefonò a Marisa per accordare subito la sera dell’appuntamento.

A sera inoltrata se ne andò a letto stremato e stanco.

All’indomani, Andrea, fece subito di mattina una bella chiacchierata con Paolo e Sonia e poi si recò in studio da Ketty.

Spiegato tutto il progetto del distributore a Ketty, incassò un consenso, con qualche distinguo. Anche Ketty sottolineò la difficoltà di gestire un impianto del genere, senza avere esperienza e partendo da zero. Le piacque l’idea di assumere solo donne, e fu proprio di Ketty l’idea di consigliare di assumere Marisa come responsabile e coordinatrice del distributore.

Poi Ketty sottolineò, che era altrettanto importante capire che offerta fare per l’acquisto del distributore, e per questo si misero a fare alcune ricerche e alcuni calcoli utilizzando internet e arrivarono a capire che una buona base di partenza potrebbe essere stata 350 mila euro.

Parlarono di molte altre cose ancora e la riunione andò avanti alcune ore.

A casa di Andrea, la giornata volò senza accorgersene, i lavori andavano avanti speditamente, man mano che Paolo finiva Sonia puliva. Era un lavoro gomito a gomito, ma era utile per conoscersi bene e per la prima volta, c’è da dire, Sonia sentiva di essere attratta da un vero uomo e sentiva di desiderarlo solo per se.

Era una bellissima sensazione e il mestiere più vecchio del mondo per lei doveva rimanere solo un semplice ricordo.

Sonia, aveva notato che anche Andrea era cambiato o stava cambiando, pur avendo una montagna di soldi non frequentava più i night club come un tempo e rifiutava le sue attenzioni quando magari erano troppo pressanti.

Venuta la sera Andrea e Marisa uscirono a cena, tutti e due vestiti eleganti come si confà in una cena d’affari. Lui aveva prenotato da Perselli un noto ristorante a 5 stelle del paese.

La serata scivolò via leggera, e la chiacchierata fu molto distensiva. Da subito capirono che avevano molte cose in comune e molte cose da condividere, si tempestarono l’un l’altra di domande, per sapere l’uno tutto dell’altra e viceversa.

Marisa aveva molto da raccontare provenendo da un matrimonio finito in tragedia, un bambino piccolo da allevare, tutta la vita di ricostruire.

Lei era da tanto che non si sentiva così leggiadra, però, dentro di se teneva sempre a mente che aveva davanti un ragazzone tutto muscoli e cervello difficilmente domabile, visto che era conosciuto come un donnaiolo instancabile.

Si accordarono sulla vendita del distributore, ad un prezzo di 350 mila euro, che Andrea avrebbe versato sul conto di Marisa all’arrivo dei primi interessi maturati in banca.

Lei stava già lavorando come ragioniera, ma lui insistette per assumerla nella sua società con uno stipendio di 2000 euro al mese netti.

Lei, con qualche esitazione, accettò seppur affezionata al suo lavoro, ma allo stesso tempo interessata a questo bel ragazzone con mille idee in testa.

Marisa: “Potresti fare qualcosa per i senzatetto? ……. Ci sono molte associazioni che già fanno tanto, ma tu potresti valutare dove sono carenti e li intervenire.”

Andrea ci pensò bene e l’idea non gli sembrò niente male.

Chiacchierarono per tutta la sera, fino a che il ristorante chiese di uscire perché era proprio ora di chiudere.

Arrivati davanti alla porta di casa di lei, lei stessa, le sussurrò all’orecchio di entrare.

Una volta entrati, non accesero neanche la luce del salotto, Andrea la prese e la baciò.

Era visibile che Marisa, quella sera era disponibile.

Lei cominciò a sbottonare la camicia di lui e a spogliarlo lasciandolo a torso nudo.

Poi fu lui che fece girare lei e le fece scendere la cerniera della lampo per aiutarla a togliersi il vestito.

Andrea nel sfilarglielo si era inginocchiato, e molto leggermente le fece scendere anche gli slip.

Prima con le dita, ma poi con i baci stuzzicò Marisa, finchè non senti che le gambe di lei cominciarono a cedere dal piacere.

Lui si rialzò, lei scese, fece scendere i pantaloni di lui per mostrarle cosa era capace di fare.

Andrea era eccitato e voleva godersi il momento.

Ad un certo punto lui la fermò.

La fece rimettere in piedi, la prese in braccio e la portò a letto.

Si svegliarono a mattina, distesi sul tappeto vicino al divano coperti da un plaid, si guardarono negli occhi e si scambiarono ancora qualche effusione.

Marisa aveva capito che domare Andrea non sarebbe stato molto semplice.

 
 
 

AVERTI E’ GIOIA

Post n°6530 pubblicato il 25 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Poesia di Fernando Zorzella

Descrizione:

Poesia dedicata a Davide quando è nato

Testo:

Disteso nella tua culletta ti riposi,

hai gli occhi chiusi e sorriso sereno.

Sei la gioia, una angelo in terra.

Forse sogni,

ma perché ora ti aggrotti la fronte?

A ritmo le gambine e le braccine muovi,

quasi a cercar i tuoi genitori.

Spero che cerchi me.

Un momento ti arrabbi,

ma chissà cosa sogni,

spero che sogni me.

Ecco un sorriso e ti rassereni.

Forse pensi all’ultima poppata.

Io ti prendo in braccio,

mamma si arrabbia perché dormi.

Io non ce la faccio a resistere,

sei il mio sogno diventato realtà,

sei la mia gioia.

Io voglio fare il papaà,

il tuo papà.

Si, è vero lo sono!

Ma voglio farlo!

Sarò all’altezza?

Ti saprò sorprendere?

 
 
 

LA TUA DIFFIDENZA

Post n°6529 pubblicato il 25 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Poesia di Fernando Zorzella

E’ una poesia dedicata alla mia piccola figlioletta Valentina

Testo:

Piccolina come sei,

sempre attaccata a mamma.

Ti capisco!

Sei una donnetta,

e hai anche tu,

i tuoi perché.

Da quando sei nata,

mi stai misurato,

dai tuoi piccoli occhietti,

sempre sorridenti!

Come sono?

Un po sbadato?

Di corsa,

quando qualche lavoretto,

è da fare.

Ma sempre disponibile a donarti,

i miei sorrisi!

I miei baci inattesi,

non cercati.

I miei abbracci,

prendendoti da dietro e facendoti saltare.

Sei importate,

una parte del sogno!

Voglio essere tuo!

Tuo padre!

Un tuo punto di riferimento!

Un punto dove correre,

per avere,

un tenero incontro.

Un abbraccio,

un bacio.

Amore puro.

Mio fiore,

piccola donnetta mia.

 
 
 

REVOLUTION – IL ROMANZO : 5° PUNTATA

Post n°6528 pubblicato il 25 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Questo è un  romanzo scritto interamente da Zorzella Fernando e presentato a puntate qui sul blog.

Le puntate usciranno in maniera casuale.

IMPORTANTE : RIBADISCO IN MODO CONVINTO E PRESSANTE CHE i nomi di persona, gli edifici, le vicende, le situazioni, tutto il romanzo è frutto di PURA PURA PURA fantasia e non ha nessuna nessuna nessuna attinenza con la realtà.

I luoghi sono reali, ma le storie no.

TESTO DELLA PUNTATA

Il contingente, poche ore dopo partì alla volta di Asparetto.

Arrivati nei pressi della base militare si appostarono.

Un soldato disse: “William li circondiamo?”

William rispose: “Siamo in pochi per farlo, poi l’erba è alta e non vorrei che disperdendoci fossimo più vulnerabili.”

Il soldato proseguì: “Pensi che ci sia qualcuno all’interno?”

William: “La recinzione è rotta ma il resto è tutto a posto. ………… Ok avanziamo a piedi, sdraiati nell’erba, mentre qualcuno controlli le vedette anche se sono vuote.”

Il contingente avanzò lentamente e quando fu tutto dentro al recinto della base una voce tuonò: “Fermatevi o spariamo!”.

William allora gridò: “Non sparate siamo militari, contingente Aquila di Genesi, siamo alla ricerca di aiuto.”

La voce dalla base: “Uscite dal recinto della base, fuori tutti, noi non abbiamo bisogno di niente.”

William proseguì: “Siamo militari voi  chi siete?”

La voce: “Militari anche noi, ma non vi vogliamo!”

Dalla base partì una raffica di pallottole in aria.

William: “oooooooooooooooooooooooo fermi siamo dei vostri, ci uccidete così!”

La discussione proseguì e si capì che i soldati rintanati nella base avevano seri problemi psicologici.

Un soldato ebbe un’idea e la espose: “William cantiamo l’inno d’Italia a squarciagola, forse sentendolo ritorneranno in se.”

William rispose: “Proviamo e speriamo che non sia l’ultimo inno che canteremo. …………… Ok al mio tre tutti insieme.”

Tutti e 50 cominciarono a cantare, intonando un canto ricco di passione e calore che penetrava le ossa. La pelle d’oca fece venire a tutti, da quanto tempo non lo cantavano, da quanto non sentivano più quell’amor di patria tanto combattuta e disperata in quei momenti.

Quanti erano gli italiani superstiti? Quanti stavano male? Quali insidie nascondeva ora questa nuova e strana Italia?

Ad un tratto …………… dalla base ……….. il canto uscì e si unì in un solo e unico coro.

Le bandiere dell’Italia si alzarono e sventolarono al vento. I nostri ce l’avevano fatta. Al cuore, allo spirito di quei soldati avevano puntato. Fu quell’inno, quell’amor di patria che li fece rinsaldare e sentire l’ardore che solo un soldato a pieno servizio può sentire.

La base si aprì, un portone si alzò, mostrando la strada che conduceva sottoterra. In riga marciando uscirono tutti, come se si trattasse di una cerimonia solenne.

Il battaglione Aquila in segno di rispetto fece lo stesso e si mise in riga.

Quando furono l’uno davanti all’altro, Mauro, Capitano del contingente di Aspareto, disse: “Sono il Comandante Mauro, a rapporto signore. Porgo le mie scuse e quelle di tutti perché per colpa nostra abbiamo rischiato di spararci tra fratelli.”

William: “E’ da tanto tempo che non mi veniva la pelle d’oca in questo modo.”

William spiegò i motivi che li avevano portati li, tutto spiegò per filo e per segno, sugli immortali, sul gruppo da liberare, su come liberarlo, su ciò che serviva, su Genesi, con l’aiuto di Alfred come rappresentante.

I nostri ebbero una bella sorpresa, perché ad Asparetto, c’erano 120 soldati, 50 medici e 30 infermieri, c’erano grosse quantità di armi e un buon equipaggiamento sanitario.

Si poteva dire che la missione contro gli immortali si poteva portare avanti.

Tornarono tutti a Genesi e per strada proseguirono cantando e strimpellando canzoni militari, utili in quel mo mento per fare gioco di squadra e gruppo.

Il clima di festa, però, aveva completamente dimenticato Roberta.

Gli “Orsi Neri” erano arrivati alla loro base, nei pressi di Rovigo, nascosti in mezzo ad un bosco di pianura, costruito a puntino.

Roberta venne accolta adeguatamente da alcune donne ed aiutata a lavarsi, vestirsi e mangiare.

Venne poi fatta sistemare dentro ad una tenda prigione, da cui si riusciva a vedere l’esterno da due ampie finestre.

Fuori due guardie verificavano che non fuggisse.

Lei non aveva neanche fiatato per tutto il tempo, dalle finestre notava che in quella zona del campo venivano tenute le donne appena catturate, una per ogni tenda.

Ogni tanto ne veniva presa una e non faceva più ritorno.

Roberta vedeva la scena e non riusciva a capire cosa potesse succedere.

Passarono le ore ed ad un certo punto vennero due guardie a prendere anche lei.

Gentilmente la accompagnarono all’interno di un’altra tenda dove si trovò circondata da altri uomini, molti uomini, tutti giovani e di buon aspetto.

Uno di loro prese la parola: “Signora sono lieto di darle il benvenuto nella comunità degli Orsi Neri. Mi hanno raccontato cosa ha provato a  causa di uno dei nostri, ma come ha visto è stato subito punito.”

Roberta sfogò la sua rabbia e urlò: “Siete solo dei rozzi animali, maiali, carne da macello, che il cielo vi strappi le palle e ve le calpesti davanti agli occhi.”

L’uomo replicò: “Non sia così severa. Lei si trova qui e per ora è stata trattata bene, sarà lei a decidere come vorrà passare i prossimi giorni avvenire. Noi pensiamo che ogni donna ci deve mettere del suo, e a questo punto lei godrà di ogni privilegio possibile, sarà trattata come una regina se tra i ragazzi qui presenti ne sceglierà uno che diventi il suo compagno. La comunità le garantirà tutto ciò di cui ha bisogno. Se questo ragazzo in  qualunque momento non avrà rispetto di lei verrà punito e lei potrà sceglierne un altro.”

Roberta: “Siete dei sporchi animali io non farò niente con nessuno e non sceglierò nessuno in questa maniera, voglio essere libera e vivere da libera. Voi volete delle donne da riproduzione circondate da una gabbia di cristallo.”

L’uomo proseguì: “Mi dispiace che la prenda così, le altre hanno scelto sapendo che offrivamo molto. ………. Vuol dire che deciderò io con chi lei dovrà stare.”

Roberta: “Ribadisco che siete la feccia del mondo.

L’uomo fece passare un po’ di tempo, sperando che Roberta cambiasse idea, se lei avesse scelto sarebbe stato meglio.

Era una ragazza bella e giovane ed intorno a lei c’erano molti ragazzi giovani e aitanti.

Mentre l’uomo si stava prestando a nominare chi avrebbe dovuto prendersi Roberta, arrivò uno dentro la tenda di corsa e gli sussurrò all’orecchio che la ragazza era stata trovata nella zona dove si era disperso il loro amico Gianni.

Così si decise di proseguire ad interrogare Roberta.

Le chiese da dove veniva. Lei commise un grosso errore dicendogli e spiegando da dove veniva, sperando in cuor suo che l’avrebbero rilasciata.

A questo punto si decise che Roberta era preziosa e venne riportata nella sua prigione.

Arrivata nella gabbia pianse a lungo, perché aveva capito di aver sbagliato, in questo modo ora avrebbero potuto cercare di estorcerle altre notizie, come ad esempio la giusta ubicazione di Genesi.

A Genesi, Elena e Luisa si trovavano nella stessa tenda a spettegolare del più e del meno.

Luisa: “Ho trovato l’uomo della mia vita, però devo cercare di conoscere di più su di lui.”

Elena: “Tipo?”

Luisa: “Tipo il nome, tipo tutto sono rimasta folgorata.”

Elena: “A me è successo di farlo con uno ……”

Luisa: “Ma dai, chi è? Dove? Quando?”

Elena: “Non te lo dico, è inutile parlarne, mi è piaciuto, ma non mi sento ancora pronta per qualche storia seria.”

Luisa: “Il mondo deve andare avanti anche su questo.” 

Elena: “Lo so hai ragione, ma è iniziata subito con il sesso e non so se è una buona cosa.”

Luisa: “Bè se a me succede con chi mi piace ora, con quel bel fustone, mi sentierei molto contenta.”

Elena: “Cambiando discorso un attimo, ma Roberta non si vede da un po’, ma dove è finita?”

Luisa: “Non ciò fatto caso, domani la cerco per fare quattro chiacchiere, è da un po’ che non le parlo assieme. ………. Dell’intruso che mi dici di bello?”

Elena : “Fin che non si sa qualcosa di certo sugli Orsi Neri, è meglio che venga tenuto in gabbia, ha assalito Jenny, e poteva andare a finire veramente male.”

Luisa: “Giusto, però se non erro qui nei d’intorno non si è mai visto nessuno, no?”

Elena: “Speriamo che non venga nessuno a cercarlo.”

 
 
 

150 MILIONI DI EURO – IL ROMANZO : 4° PUNTATA

Post n°6527 pubblicato il 25 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Questo è un  romanzo scritto interamente da Zorzella Fernando e presentato a puntate qui sul blog.

Le puntate usciranno in maniera casuale.

IMPORTANTE : RIBADISCO IN MODO CONVINTO E PRESSANTE CHE i nomi di persona, gli edifici, le vicende, le situazioni, tutto il romanzo è frutto di PURA PURA PURA fantasia e non ha nessuna nessuna nessuna attinenza con la realtà.

I luoghi sono reali, ma le storie no.

TESTO DELLA PUNTATA

Qualche giorno dopo Paolo e Sonia cominciarono a lavorare, si trovavano praticamente tutti e due sommersi di lavoro da non sapere neanche dove iniziare: Sonia si trovava la casa ridotta a un vero disastro, perché Andrea aveva smesso completamente di gestire l’ordine e in più lei non era molto afferrata in questo lavoro; Paolo, invece, si era accordato per una tale mole di lavoro che avrebbe fatto prima a radere al suolo la casa e ricostruirla.

Siccome stare nella stessa barca aiuta ad avvicinarsi i due fecero subito amicizia.

In piazza mentre faceva la spesa Andrea trovò il Presidente dell’Asilo e tra una chiacchiera e l’altra venne a conoscenza di alcuni problemi che attanagliavano l’Asilo.

Per risolverli occorreva trovare velocemente la somma di 75000 euro.

Non si voleva fare un nuovo mutuo e l’Amministrazione Comunale non voleva dare tutti i soldi perché aveva già programmato di realizzare anche altre opere.

Tra 15 giorni ci sarebbe stata l’Assemblea dei Genitori e molti avrebbero voluto delle risposte certe.

Era il momento giusto per rendere pubblica la società, pensò Andrea, che non disse niente al Presidente, ma lo lasciò sfogarsi per bene come fa un vero amico.

Salutatosi chiamò Ketty per trovarsi nel pomeriggio.

Ketty si trovava dal Sindaco per presentare i progetti di Andrea, e per chiedere una proficua collaborazione, in primis la disponibilità dei servizi sociali per identificare chi veramente aveva bisogno di aiuto. Il Sindaco, non fece molte domande e non insistette nel voler sapere chi era il vincitore, anche perché, con tutte quelle idee in mente prima o poi si sarebbe manifestato da solo.

A casa di Andrea il pomeriggio regnava l’esasperazione più completa, immaginate pulire casa con un muratore dietro le calcagna che fa avanti indietro per le stanze e viceversa per un muratore lavorare con chi ti spolvera sempre dietro le spalle, così Andrea e Ketty alla fine si trovarono al bar.

All’assemblea dei genitori dell’Asilo si sarebbe presentata la società, portando in dono i 75000 euro di cui c’era bisogno e un contributo di 1000 euro per ogni bambino da versare subito e tutti gli anni futuri.

Ketty, allora, consigliò che sarebbe stato meglio andare a parlare anche con Don Pietro e Andrea approvò.

Parlarono, inoltre, di quello che stava succedendo tra loro due, il loro rapporto aveva già sfondato abbondantemente le barriere dell’amicizia.

Andrea: “Dobbiamo mantenere tutto segreto, il nostro rapporto deve essere solo nostro nessuno deve saperlo, non voglio che Marco ne risenta.”

Parlarono molto di questo.

Andrea voleva tenersi libero a nuove esperienze, non voleva legarsi con legami duraturi e stabili.

Arrivato a casa, trovò Sonia molto pensierosa.

Andrea le disse: “Cosa succede Sonia a cosa stai pensando?”

Sonia: “Andando a comprare alcuni prodotti per la casa, stamane, qui a Siriate, ho incontrato un uomo che frequentava il night e mi ha riconosciuta ………. Adesso verrà a sapere che lavoro qui da te. Cavoli rovinerò tutto.”

Sonia appariva molto agitata e dispiaciuta.

Andrea: “Ti ha detto qualcosa? Ti ha disturbato?”

Sonia: “No niente mi ha solo guardata.”

Andrea: “Non preoccuparti, allora, il fatto che ti abbia riconosciuta non vuole dire niente, sicuramente per non mettersi in cattiva luce non farà e non dirà niente, sarebbe meglio, però, che cambiassi un po’ look, così da confonderti un po’.”

Tranquillizzata, Sonia, se ne andò a casa propria a riposare.

I giorni passarono inesorabilmente e Ketty aveva fatto spargere in paese i volantini in cui si diceva che la “Società per il benessere di Siriate” elargiva per tutti i nuovi nati dell’anno in corso e per quelli futuri un contributo di 5000 euro a nato per tutte le famiglie.

La notizia fu una bomba e tutti i neo genitori andarono in fibrillazione.

Il Sindaco di Siriate, non faceva niente e rimase fermo immobile ad attendere, perché non voleva farsi nemico per sbaglio una persona così generosa.

Ketty era andata a trovare il Parroco, per presentare la società e spiegare gli scopi per cui era nata, però fu complesso uscire dalla canonica senza aver detto il proprietario reale, perché da tutti era conosciuto il Don per essere una persona che voleva vederci bene dentro alle cose più che si poteva.

La paura era che dietro a mosse di questo tipo si nascondessero intenzioni poco serie o addirittura losche.

Ketty non riuscì a cavarne un ragno dal buco.

Pur sapendo delle problematiche dell’Asilo, il Don se ne guardò bene dal descriverle, vuoi mai che poi si mette l’Asilo nelle mani di qualche malvivente travestito da malfattore?

La sera dell’Assemblea all’Asilo arrivò in men che non si dica. La sala era piena di gente e la discussione raggiunse velocemente toni forti.

Il Presidente era molto pensieroso, occorreva trovar fuori assolutamente quei 75000 euro, erano importante per il raggiungimento di molti obbiettivi.

In primis l’Asilo aveva da pagare una onerosa rata di un mutuo contratto anni addietro, poi c’erano svariati lavori da portare avanti, i stipendi da pagare e via giù con la lista della spesa.

Qualcuno tra i genitori intentò una raccolta di fondi, in cui ogni uno potesse mettere quello che riusciva, ma come si sa ai nostri tempi non esistono più i benefattori di un tempo, ora anche l’asilo è visto più come una tassa che un investimento per il futuro.

La congiuntura economica, tra l’altro aveva ristretto la cinghia a molte aziende grosse che avrebbero potuto dare una grossa mano.

Qualcuno colpevolizzò il Direttivo in carica per una situazione economica del genere, senza averne colpa , perché l’Asilo è un qualcosa in continua crescita e non si può arrestare o fermarsi quando intorno il paese cresce, ci sono molte nascite e molti necessitano di questo servizio.

Andrea, entrò nella sala dell’assemblea nascondendosi tra la folla.

Ad un certo punto, quando i toni dell’Assemblea erano troppo accesi e non si arrivava più ad una soluzione, Andrea si alzò e a gran voce prese la parola: “Una soluzione c’è!”

Tutti lo guardarono chi con fare un po’ di chi si chiedeva che cosa ci facesse lui li che non era genitore, un po’ con la speranza che qualcuno, praticamente chiunque trovasse la soluzione.

Quando lo lasciarono continuare Andrea spiegò: “Mi chiamo Andrea, tutti mi conoscete, sono l’unico proprietario della Società per il benessere di Siriate, la stessa società che sta elargendo gli aiuti ai nuovi nati, domani stesso verserò sul conto dell’Asilo la somma di 75000 euro più un contributo di 1000 euro per ogni bambino iscritto per un totale di 205 mila euro.”

Il Presidente rimase a bocca aperta e sconvolto, al pensiero che il giorno dopo sarebbero arrivati all’asilo così tanti soldi e soprattutto nel vedere che proprio il suo amico sarebbe stato l’artefice di tutto, era sensazionale.

Il Don, si dovette sedere perché la sua età non gli consentiva di reggere dei colpi del genere.

In cuor suo cominciò a benedire quel giovane benefattore pregando ed invocando su di lui tutta la potenza di Dio.

E’ superfluo dire che la serata prese tutta un’altra piega, divenne una vera e grande festa, il rinnovo del direttivo si fece ma passò in secondo piano perché tutti volevano far festa ad Andrea e tutti volevano fargli domande.

Alcuni avevano diritto al contributo sui nuovi nati e una famiglia aveva avuto un parto trigemellare, così gli sarebbero arrivati tra capo collo 15000 euro, era impressionante.

Sonia aveva organizzato una cena con due sue amiche, anche loro esperte dell’antico mestiere.

Sbagliando Sonia, focalizzò la serata su Andrea, e su tutto quello che gli era successo; quindi per le 2 amiche fu naturale chiedere di poter conoscere questo super fortunato, perché di solito i ricconi possono essere dei buoni clienti.

Sonia però sapeva che per Andrea era stata l’unica prostituta e che aveva tutta l’intenzione di chiudere con questo mondo, una di loro però insistette perché era fortemente interessata, anche perché con il periodo di crisi i clienti un po’ diminuivano e si facevano sempre più attenti consumatori.

 
 
 

LA MIA PRINCIPESSA

Post n°6526 pubblicato il 22 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Poesia di Fernando Zorzella

Poesia dedicata alla mia Valentina.  

Testo:

Piccolina nel letto stai,

sognando le carezze e le tenerezze 

di mamma e papà.

Sognando il tuo latte,

che per te mai mancherà.

Sei la concretezza,

di una vita d'amore,

di una vita per amare,

di mamma e papà.

La mia vita,

la tua vita.

Cadrai,

molte volte cadrai,

ma guardando al cielo,

Dio pregherai,

che per ogni tuo bisogno,

me manderà.

 
 
 

ROMANZI E POESIE

Post n°6525 pubblicato il 21 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Poesia di Fernando Zorzella

Descrizione:

Poesia dedicata a me e al prezzo emotivo che costa scrivere poesie.

Testo:

Con le mani,

sporche di lavoro,

sangue che gronda,

sul pavimento sui muri,

prendo il mio cuore,

lo affetto,

a fette fini,

è amore,

amore per tutti,

nelle poesie,

nei personaggi dei romanzi.

Desiderio,

di seminare,

sorrisi e gioia.

Come erba infestante,

nasco tra il cemento,

porto ossigeno e luce,

a chi mi legge,

ogni giorno.

 
 
 

SCRIVERE

Post n°6524 pubblicato il 20 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Poesia di Fernando Zorzella

Poesia dedicata a me e al prezzo emotivo che costa scrivere poesie

Testo:

Quando scrivo,

mi si apre il cuore.

Non è la testa,

è pura passione,

è irrazionale,

in piazza le emozioni.

Le mie parole,

sono benzina,

esplosione di emozioni.

Se leggi il blog,

5 minuti,

un caffè,

ti rilassi,

il cuore si apre,

e si riempie di me.

Leggimi innamorati,

io sono in te,

per portarti gioia.

Bevi un caffè.

e leggi Fernando Online.

 
 
 

RAGGI DI LUNA INCHIOSTRO SULLA CARTA

Post n°6523 pubblicato il 20 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Poesia di Fernando Zorzella

Poesia dedicata a me e al prezzo emotivo che costa scrivere poesie

Testo:

La penna core,

su carta bianca,

la luna non illumina a sufficienza,

l'inchiostro non si vede,

ma le parole pesano pesano,

più dei mattoni.

Tra le righe l'amore di un uomo,

nei concetti nei pensieri la via,

per capire e comprendere,

che si può star bene e far star bene,

chi ti sta vicino,

chi non conosci,

che ti legge pochi minuti al giorno.

Vieni a trovare ogni giorno,

vieni caro lettore,

un caffè un sorriso,

un momento di estasi,

buona giornata,

io sono qua.

 
 
 

VENNE IL GIORNO : IL ROMANZO : 2° PUNTATA

Post n°6522 pubblicato il 20 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Questo è un  romanzo scritto interamente da Zorzella Fernando e presentato a puntate qui sul blog.

Le puntate usciranno in maniera casuale.

IMPORTANTE : RIBADISCO IN MODO CONVINTO E PRESSANTE CHE i nomi di persona, gli edifici, le vicende, le situazioni, tutto il romanzo è frutto di PURA PURA PURA fantasia e non ha nessuna nessuna nessuna attinenza con la realtà.

I luoghi sono reali, ma le storie no.

TESTO DELLA PUNTATA

Tutti corsero ai loro posti, Mirko battè velocemente le dita sui tasti della tastiera esclamando alla fine con forza: “Oddio, non ci posso credere!”

Nicola: “A cosa non puoi credere!”, correndo dietro di lui per guardare il suo schermo. Mirko: “A questo.”

Nicola a voce bassa: “Non è possibile.”

Paola e Tiziana erano sedute, girate verso di loro, che attendevano di capire. Tiziana: “Manda tutto sullo schermo grande che così capiamo anche noi.”

Mirko lo fece, e sullo schermo grande apparve una chiara scritta, che era l’analisi del segnale che il centro aveva captato alle 3 e 23 della notte.

Nicola: “E’ aramaico.”

Paola: “Lo passo nel traduttore ortografico e vediamo cosa ne esce.”

Dopo un po’ sullo schermo la parola in aramaico si trasformò nella parola italiana: “DISARMATEVI”

Paola: “Non è possibile.”

Tiziana: “Ditemi che non è un errore.”

Nicola: “Rifate tutte le analisi, dai ci deve essere un errore.”

Paola: “Rianalizzo la fonte del segnale!............................ No nessun errore le coordinate sono

sempre quelle di Sirio.”

Mirko: “Che dite, proviamo a mandare un impulso noi, così vediamo se qualcuno lo riceve e ci risponde?”

Nicola: “Si dai prova Paola, ma non mandare un impulso, scrivi qualche cosa che abbia senso e vediamo se ci rispondono.”

Paola: “Ok!”

Tiziana: “Scrivi qualcosa che non inneschi una guerra interplanetaria.” Mirko: “Non preoccuparti, Tiziana, ci sarà di sicuro un errore.”

Nicola: “Non può essere, perché abbiamo appena avuto la conferma che è un segnale che ha intercettato anche Marte, ed è strano che sia un errore.”

Mirko: “Non dire così Nicola, che mi viene da tremare.” Nicola: “Anche a me Mirko, ma siamo qui per questo.”

Paola: “Ho fatto, ho scritto che siamo pacifici e che siamo del pianeta terra.” Dopo tre minuti arrivò subito la risposta, che recitava: “DISARMATEVI”

Tutti rimasero muti.

Ma se il segnale era dopo Marte, che è a sei mesi di viaggio da noi, come hanno fatto a rispondere così velocemente?

Tiziana: “A questa velocità di risposta, vuol dire che si trovano tra la luna e la terra.”

Mirko: “Quindi visibili dai radar interstellari del telescopio Hubble. Dai che abbiamo la verifica delle verifiche questa volta. Se qualcuno ha parcheggiato in doppia fila una nave interstellare la fuori nello spazio sopra di noi questa volta li becchiamo e tu Paola gli spedirai una bella multa salata.” Mirko collegò il telescopio spaziale al centro, ma il radar non visualizzò niente.

La fuori c’era il vuoto.

Nicola: “Nessuna nave stellare in doppia fila. Rispondi Paola al messaggio, di che siamo pacifici di nuovo che siamo umani della terra e che li accolliamo in pace.”

Paola spedì il nuovo messaggio, mentre Tiziana, fece l’analisi di dove andava a finire il segnale spedito da Paola.

Tiziana: “Ragazzi, non può essere un errore, il segnale è finito proprio in un punto che si trova tra la terra e la luna.”

Nicola: “Niente, vuol dire che c’è qualcosa tra la luna e la terra che capta il nostro segnale, ma che i radar non vedono.”

Nel frattempo, arrivò la risposta al segnale spedito da Paola con scritto: “Noi siamo Anunachi, disarmatevi.”

Nicola: “Rispondi così Paola: Noi conosciamo cosa c’è scritto nelle tre piramidi di Gizza, incontriamoci, siamo in pace e verremo disarmati.”

Mirko: “No non ci posso credere, cerchi un appuntamento con questi allieni? Io vado a farmi un cicchetto.”

Nicola: “Mirko rimani li fermo per piacere.”

Paola: “Ma noi non conosciamo un piffero delle piramidi di Gizza.”

Nicola: “Le piramidi di Gizza, si racconta che siano una sorta di enciplopedia, lasciata dagli allieni a memoria, per gli uomini da usare dopo il diluvio universale. Proviamo a scrivere così e vediamo cosa succede.”

Arrivò dopo un po’ la risposta che recitava così: “Troviamoci tra tre lune a queste coordinate!”, e dopo un po’ arrivarono le coordinate terrestri che facevano capo a un punto ben definito del deserto libico.

Poi la fonte esterna stacco il segnale e i nostri non poterono più comunicare.

Paola: “Non ci posso credere, abbiamo un appuntamento con un’entità extraterrestre in pieno deserto libico.”

Mirko: “Dobbiamo relazionare il tutto al centro di Palermo.”

Nicola: “Certo, anche perché ci sono delle procedure ben precise da seguire in questi casi, dettate dall’Onu, è probabile che il nostro lavoro, ora finisca qua.”

Tiziana: “Abbiamo registrato tutto negli hard disk, tu porta tutto a Palermo domani e vediamo cosa dicono.”

Nicola: “Farò così, ma venite anche voi.”

All’indomani, preso servizio, telefonarono al centro operazioni di Palermo, e fissarono l’incontro con il loro capo, il Dott. Gambini Roberto.

In questi casi, c’era la massima attenzione e tutti gli apparati vennero messi in allerta massima. Arrivati, Nicola, incontrò il suo capo e poi assieme si trasferirono in una grande stanza a forza semicircolare in cui c’erano molte postazioni informatiche e grandi schermi.

I dati vennero verificati tutti ed effettivamente tutto combaciava.

Si proseguì allo step successivo, si allarmò le organizzazioni internazionali, quindi in teleconferenza vennero chiamati la Nasa, la Nato, l’Onu, il Pentagono ed il Comando Interforze Strategico.

Tutti poterono verificare i dati in mano di Nicola, così, si procedette a fare delle verifiche con il telescopio spaziale Hubble, direzionandolo, dove in teoria avrebbero dovuto essere posizionate le astronavi extraterrestri, ma non si riuscì a vedere niente.

Nella stazione spaziale orbitante non c’era nessuno in questo periodo, quindi non si potè nemmeno avere un riscontro visivo concreto, reale.

Il risultato alla fine fu negativo e quindi, seppur i dati dicevano l’incontrario, nella realtà venne chiarito che non c’era niente di preoccupante.

Nicola, uscì arrabbiato e fuori di testa dalla stanza e si recò nell’ufficio del Dott. Gambini sbattendo tutte le porte sulla sua strada.

Il Dottore lo seguì e cercò di calmarlo.

Dott. Gambini: “Stai calmo Nicola e riflettiamoci sopra.”

Nicola: “No! No! Non posso stare calmo e non possono trattarmi così. Sono i signori del mondo e questo lo sappiamo tutti, ma i miei dati parlano chiaro, la fuori c’è qualcuno, o vicino alla terra o nelle vicinanze, non è un segnale terrestre.”

Dott. Gambini: “Hai ragione e questo non posso nasconderlo, anche perché mi sono sentito in dovere di allarmare tutti su dati concreti, ma hai sentito per loro il problema non c’è!”

Nicola: “Ma noi che ci stiamo a fare qui, se quando dimostriamo le nostre teorie con i dati questi ce le frantumano con altri dati che non sono attendibili come i nostri?”

Dott. Gambini: “Lo so hai ragione, ma noi dobbiamo dare dei dati, ma le decisione amministrative e politiche non spettano a noi e non possiamo farci niente.”

Nicola si mise alla finestra a riflettere in silenzio degrignando i denti come se li volesse rompere raschiandoli tra di loro.

Nicola: “Ma noi abbiamo un appuntamento a cui andare ed io voglio andarci.”

Dott. Gambini: “Ma si trova in mezzo il deserto Libico cavoli, dove vuoi andare, la libia è in guerra in un caos che spaventerebbe tutti e tutto, come fai ad arrivarci la, la stessa Farnesia ti bloccherebbe il visto per uscire dall’Italia.”

Nicola: “Ma dobbiamo andarci, dobbiamo scoprire chi è che ha mandato il messaggioe cosa vuole.”

Dott. Gambini: “Non so come aiutarti.”

Nicola: “Mi deve aiutare capo, lo deve fare, il nostro lavoro, è investigare, capire, scoprire, io devo capire chi ha avuto la capacità di spedire un messaggio in quel modo e con quelle caratteristiche.” Dott. Gambini: “Non so come fare.”

Nicola: “Non è un segnale terrestre e lo sa anche lei, è un segnale che è stato captato perfino su Marte che dista a 6 mesi di viaggio dalla terra.”

Il Dott. Gambini si sedette e si mise a riflettere anche lui, mentre Nicola lo incoraggiava a trovare una soluzione, fino a che ad un certo punto:

Dott. Gambini: “Ok! Forse ci sono!” Nicola: “Come mi aiuterà?”

Dott. Gambini: “Devo chiedere ad un amico che mi deve un favore, vediamo cosa mi risponde, ma non posso farlo dai telefoni del centro, devo farlo in segreto, perché anche io l’ho aiutato in un modo che esula dalle regole. Come ho detto mi riservo di farti sapere.”

Nicola: “Ok! Per me va bene anche così.”

Dott. Gambini: “Andate al Centro a Enna e attendete mie notizie, restate reperibili, perché non vi chiamerò sui telefoni del centro ricerche.”

Nicola: “Ok! Agli ordini capo!”

 
 
 

USALA USAMI PER LA TUA FIDANZATA

Post n°6521 pubblicato il 20 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Poesia di Fernando Zorzella

Poesia dedicata a me e al prezzo emotivo che costa scrivere poesie

Testo:

Se la ami,

ma le parole non conosci,

leggimi.

E' gratis,

per te e per l'amore lo conosce.

Non solo baci, carezze,

curve, l'amore.

Per chi sa poche parole,

io sono qua.

Un Romeo del 2000,

un poeta,

romanziere,

cantastorie del medioevo.

Sono per le strade nelle piazze,

senza fissa dimora.

Sono un angelo, un diavolo.

Porto l'amore,

usami e imparami.

La tua donna?

Un dono di Dio per te.

Devi dirlo descriverlo?

Io sono qua

 
 
 

REVOLUTION – IL ROMANZO : 4° PUNTATA

Post n°6520 pubblicato il 20 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Questo è un  romanzo scritto interamente da Zorzella Fernando e presentato a puntate qui sul blog.

Le puntate usciranno in maniera casuale.

IMPORTANTE : RIBADISCO IN MODO CONVINTO E PRESSANTE CHE i nomi di persona, gli edifici, le vicende, le situazioni, tutto il romanzo è frutto di PURA PURA PURA fantasia e non ha nessuna nessuna nessuna attinenza con la realtà.

I luoghi sono reali, ma le storie no.

TESTO DELLA PUNTATA

Venne la notte, mentre in una tenda si stava consumando una tragedia.

Roberta, una delle tante ragazze del campo, non sapeva darsi pace, il terrore di tutto ciò che poteva capitarle in un mondo così trasformato prese il sopravvento, uscì di testa, non riusciva a mantenersi calma.

Non riuscì nemmeno a chiamare aiuto e a chiamare altri per soccorrerla, così usci dalla tenda, corse fuori dal campo e scappò correndo, correndo, senza sapere il perché e dove stava andando. La sua mente e il suo conscio l’avevano lasciata.

Nessuno, proprio nessuno si accorse di quello che le era successo.

Mantenere la calma e la determinazione in una situazione così catastrofica e di emergenza giornaliera era pesante e stressante, poteva succedere che qualcuno uscisse di testa del tutto. Come ad esempio chi si impuntava a vivere vicino alla propria casa ridotta a un cumolo di macerie inermi.

Roberta vagò per le campagne tutta la notte, la frescura la ubriacava e la mandava ancora di più fuori di testa.

Piangeva, rideva, correva.

Correva verso il nulla.

Corse per tutta la notte, verso una direzione non ben decisa.

Il sole salutò il campo presto, quella notte, tutti si alzarono perché il lavoro era molto.

Jenny si svegliò, dalla stanchezza aveva dormito solo con gli slip, si voltò come se cercasse qualcuno, come se avesse bisogno di qualcuno, ma come sempre non trovò nessuno.

Troppe erano le notti che Jenny passava da sola, aveva il bisogno di sentirsi donna e mostrarsi donna con un uomo.

Come poteva lei, donare le sue attenzioni a qualcuno? e a chi? e come? in quella situazione era difficile.

Si accarezzò la pelle, ma come presa da soprassalto, ritornò in se, si alzò, si vestì e corse a prendere in mano le redini come ogni giorno.

I preparativi per la partenza di William ed Elena furono lunghi, e dovettero partire per le 10.30, sinceramente in ritardo nella tabella di marcia.

Il cataclisma che si era abbattuto sulla terra, aveva creato veramente gravi danni.

I ponti sull’Adige erano tutti crollati, la viabilità era stata cambiata.

Le varie missioni per il recupero di materiale, molte volte dovevano ricostruirle le strade, e la moto era il mezzo più dinamico e veloce.

I terremoti si susseguivano ancora e un sentiero creato, magari, il giorno prima, il giorno dopo era distrutto o dissestato.

Nel frattempo anche Roberta si era svegliata, era esausta dopo la sua notte di fuga. Aveva trovato un riparo ma non sapeva esattamente dove fosse, si era praticamente persa. Decise così di passare li tutto il giorno per riposarsi ancora e poi cercare di ritornare.

Anche Elena e William si erano accampati , avevano chiacchierato molto lungo il viaggio, si erano detti tante cose e si erano confidati. Continuarono a parlare e le discussioni si fecero sempre più intimi.

La tenda era stretta e lo stare vicino faceva si che reciprocamente sentissero i loro profumi. William sentì di non essere capace di trattenersi davanti a così tanta bellezza.

Si avvicinò e la baciò. Elena si sciolse, circondando con le braccia quel fisico possente, e scendendo si distesero l’una sopra l’altro.

In un magico momento d’estasi i due dimenticarono la missione. Gli uccelli con il loro canto fornivano una più che degna colonna sonora al momento.

William si sentiva un eroe stupido, perché aveva un compito importante e preciso, ma troppo era il desiderio per quella donna, che niente e nessuno l’avrebbe fermato.

Sfiniti si addormentarono, in una situazione di pace.

La mattina seguente alzati, proseguirono il viaggio e arrivarono a Giazza al campo, verso le 9,30.

Tutti si rallegrarono per il ritorno di William e tutti si radunarono per parlargli.

Il Capitano era incredulo e decise di ascoltare tutto ciò che aveva da comunicargli Elena, da parte del consiglio.

Più ascoltava, più si convinceva, non si poteva continuare a rimanere barricati in mezzo a quelle montagne, quando qualcuno aveva bisogno anche di loro, del contingente Aquila.

Guardò i suoi uomini e nei loro occhi leggeva il desiderio che lui accettasse di unirsi alla comunità di Genesi.

Quegli uomini avrebbero fatto tutto per lui, ma in quel momento erano loro a chiedere qualcosa a lui, qualcosa di molto importante.

Prese la parola: “Ragazzi il contingente Aquila è chiamato a ritornare veramente operativo. Ci uniremo alla comunità di Genesi, e da esercito la serviremo. Ordino a tutti di attivare la procedura per la mobilitazione di tutto il campo e di tutti gli armamenti. Domani all’alba partiremo con obbiettivo Genesi. Una cosa sola mi preme dire, da ora cedo il comando al soldato scelto William, che da ora è a tutti effetti il vostro capitano.”

Tutti applaudirono, la gioia fu immensa.

La smobilitazione del campo e degli armamenti divenne una grande festa.

Elena, prese tempo per parlare con tutti e spiegare tutto su Genesi, per far si che si integrassero completamente e nel modo più semplice possibile.

Ci sarebbe voluto molto tempo, ma l’inizio prometteva bene.

La sera arrivò, tutti si misero nelle loro tende. William ed Elena erano su due tende diverse. Pensavano a quello che era successo la notte prima, ma avevano paura ad affrontare il discorso. Poteva nascere un amore? O era solo desiderio e passione?

Si addormentarono con questo pensiero.

Roberta, nel suo rifugio in mezzo alla campagna dispersa, si accasciò e si addormentò, pensando di essere al sicuro e nascosta.

Era stata invece, vista da tre “Orsi Neri” in perlustrazione, alla ricerca del loro amico disperso.

Una donna sola? Una buona preda per loro, bisognava subito approfittarne.

Si avvicinarono, ed entrarono nel casolare, uno rimase fuori di guardia. Si avvicinarono lentamente, mentre lei non si accorgeva di nulla.

Ad un tratto violentemente la presero da terra e la sbatterono su di un tavolo svegliandola nel modo più brutto possibile.

Cominciò subito ad urlare come una pazza, spaventata più che mai.

Uno le strappò i vestiti, ma ……….

“Sei sempre il solito animale, fermatevi tutti e due animali, siete degli animali.”, gridò la guardia che era entrata di corsa, sentendo le grida di terrore di lei da fuori, e proseguì: “Sapete quali sono gli ordini a riguardo? Non deve essere torto un capello a nessuna donna, ci servono perfette.”

Quello che le aveva strappato il vestito disse: “Sono stanco delle nostre regole di merda, io questa la voglio per me ora.”

La guardia prese velocemente la pistola e gli sparò un colpo in testa uccidendolo, poi rivolgendosi all’altro: “Sei anche tu un animale come lui? Se non lo sei e hai ancora un briciolo di umanità, spoglia quella carogna morta e fa vestire con calma lei! Poi ritorneremo alla base. Con tutti gli ormoni al loro posto!......................... Hai capito bene stronzo di merda?”

Non ci pensò due volte, l’altro, fece come aveva detto, quello che a quel punto era il capo branco, lasciando che Roberta si rivestisse da sola senza nessuno a torno, e poi tutti e tre fecero ritorno al villaggio degli “Orsi Neri”.

Roberta non osò fiatare più, per tutto il viaggio, era terrorizzata da questi uomini che prima avevano  cercato di violentarla e poi avevano fatto finta di trattarla bene? Quasi a voler scusarsi? Era prigioniera o era solo nel gruppo? Che pensare.

Il giorno seguente il contingente Aquila partì per dirigersi a Genesi. Fu un viaggio pieno di speranze per tutti.

Arrivarono a sera e furono accolti con tutti gli onori; dopo le presentazioni di rito il dialogo divenne sempre più conviviale ed amichevole.

William disse: “Il contingente Aquila si rimette agli ordini e al servizio della comunità di Genesi.”

Jenny rispose: “Per stanotte accampatevi dove trovate posto, domani troveremo un luogo adeguato dove sistemarvi e rifletteremo su tutto.”

Venne la notte, Jenny non era passata inosservata ad almeno un paio di soldati che le avevano messo gli occhi sopra.

William rimase con i propri compagni, si sentivano a casa.

Il giorno successivo si radunò il consiglio con William.

Jenny prese la parola: “Ora che il contingente si è unito a noi e possiamo dire di avere un esercito possiamo passare alla fase successiva, ovvero andare ad Asparetto in cerca di armi.”

William: “Ci andrò io da solo con i miei e uno di voi come guida. E’ una base militare vera, non sappiamo quello che troveremo e chi troveremo.”

Alfred: “E’ una buona idea, vi accompagnerò io.”

Jenny: “Per me va bene, potete partire anche subito.”

Tutto venne preparato ai minimi termini.

William, mentre fremevano i preparativi, vide Elena e la rincorse per dirgli: “Elena, non voglio che quella notte sia rimasta una situazione isolata, voglio parlarne con te.”

Elena lo guardò e a voce bassa gli rispose: “Anche io ti desidero ancora, ma qui nel campo non ce la faccio ad esternare i miei sentimenti per te.” E voltandosi se ne andò.

William, camminando per ritornare dai suoi, incrociò un’altra ragazza di nome Luisa.

Si salutarono e Luisa rimase abbagliata. Scambiarono alcune chiacchiere veloci e poi si salutarono con un “A presto”.

Luisa era amica intima di Elena.

 
 
 

TOC TOC POSSO ENTRARE???

Post n°6519 pubblicato il 16 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Poesia di Fernando Zorzella

Poesia dedicata a me e al prezzo emotivo che costa scrivere poesie

Testo:

Il blog,

una porta,

non bussare,

entra,

bevi di me.

Scritto fra le parole,

tra le righe,

ci sono io.

E' gratis,

no money,

no cash.

Voglio donarti un momento di piacere,

intimo tuo,

in scopri un altro mondo,

un mondo magico,

fatto d'amore.

Il calore del caffè,

una poesia,

una parola nuova per la tua amata,

io ci sono.

Un salotto per te,

no politica,

no stress,

solo io e te,

sconosciuto che vieni a trovarmi.

 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963