Libri a merenda

Mark Haddon, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, Einaudi


Uno strano giallo questo di Mark Haddon, tipicamente inglese per l'ambientazione. Londra, la pioggia, citazioni da Arthur Conan Doyle e la tube londinese, con tutto il suo senso di smarrimento e di inquetudine. Ma è l'investigatore ad essere eccezionale. Christopher è un quindicenne affetto dalla sindrome di Asperger, una forma di autismo che rende difficile il suo rapporto con gli altri esseri umani e con gli eventi della vita: tutto deve rientrare per lui all'interno di schemi matematici, funzioni, equazioni, probabilità. Christopher è un piccolo genio matematico, capace di calcoli mentali impossibili, come 251x864 o "calcolare i numeri cardinali alla terza", ma non conosce il significato di espressioni come "prendersi un accidente" o "vado a schiacciare un pisolino". Soprattutto, Christopher non riesce a comprendere le più semplici espressioni del volto, per lui gli altri sono indecifrabili. Non così con gli animali perché sono immediati e semplici, come lui. Ecco allora che, quando scopre il cane Wellington ucciso con un forcone, si mette in testa di indagare, e non solo, incoraggiato dalla sua maestra preferita Siobhan, si impegna a farne un libro, con esiti straordinari che gli cambieranno la vita. Un libro che mi ha conquistato perché mi ha fatto vedere il mondo con gli occhi lucidi e disincantati di chi ne è tagliato fuori e, suo malgrado, riesce a descriverlo con sarcasmo ed ironia. "I cani mi piacciono. Si sa sempre cosa passa per la testa di un cane. I suoi stati d'animo sono quattro. Un cane può essere felice, triste, arrabbiato o concentrato. E poi i cani sono fedeli e non dicono bugie perché non sanno parlare."