Istinto caro Estinto

I maggio da lontano


È il secondo primo maggio che passo lontano da casa. Oggi ho quindi perso di nuovo la manifestazione torinese. In questi anni la Festa del lavoro è tornata d'attualità, perché ormai lavorare, e farlo con i diritti e i doveri che ciò comporta, sembra diventata un'utopia per molte persone: giovani, ma non solo. Credo che sia importante lottare nel proprio Paese, ma non bisogna dimenticarsi che oggi il mercato è globale. Molti italiani avrebbero la possibilità di andare all'estero, se solo avessero un po' di coraggio. Io sono l'esempio che questa scelta radicale si può fare: difficile quanto si vuole, ma per me ormai doverosa e, alla fine, felice. Molte persone si sono stupite quando hanno saputo che cambiavo continente, perché davo l'impressione di essere una persona attaccata alle sue abitudini, pigra, timorosa di cambiamenti drastici. In parte lo sono, e lo ero di più negli anni passati. Solo che la vita ci può cambiare, possiamo maturare scelte più forti, in base alle nostre esperienze, alla voglia di migliorarci e di superare le nostre paure. Certo, è più facile se non si hanno legami e ci si può muovere da soli, ma ciò non vuol dire che sia impossibile anche negli altri casi. Nel mondo tutti possiamo trovare un posto, se veramente lo vogliamo, nonostante le difficoltà, nonostante i limiti che spesso ci poniamo da soli, assecondando un ambiente e un fato avversi. L'importante è non fermarsi, lottare sempre. Cercando però di non perdere l'umanità, in un mondo che spesso porta all'egoismo e al cinismo.