itaca e poi

ANDATE E RITORNI


 Andate e Ritorni  sulla linea della rete..in quella laguna che permette scambi all’apparenza vagheggianti , sostenutidalla Fantasia dalle Esperienze da unaFollia che ogni tanto molla le briglie(vale a dire duetti tra MisterFar.neticante ..non mene vorrai, vero?.. e l'isola disincantata )**1975, autunno.**L’uomo col cappello frequentava il liceo, quarto anno, aveva un bel sorriso ed era di buona famiglia, non c’era mamma che non sognasse di consegnargli la figlia. Il mio giradischi era un Philipsmediocre, la mia stanza aveva un balcone affacciato ad occidente ed il sole, prima di morire, mi pennellava i sogni e la faccia con un rosso ogni volta diverso. Prendevo dieci in latino,quattro, cinque o sei nelle altre materie. I miei temi d’italianoerano lunghi almeno dodici pagine, il professore naturalmente non li capiva, neanche io mi capivo. Regalavo poesie alle mie compagnedi classe, ero molto spiritoso ed ero molto triste, Eleonora aveva un seno grandioso e mi amava, ma io amavo Marilina che peròamava Antonio che purtroppo ricambiava. Per lei ho pianto, ho scritto il suo nome sui muri, mi sono ubriacato due volte. La sera alle nove mi chiudevo in camera per ascoltare la radio, un programma che si chiamava pop-off fino alle undici, dopo andavo sulle onde lunghe per ascoltare ancora rock su radio Luxembourg, e poi i notiziari in italiano di radio Tirana e di radio Praga. Le voci che arrivavano da molto lontano, levoci irraggiungibili, mi stregavano, ero un ragazzo. Inspiegabilmente mi addormentavo sulle note dei canti patriottici albanesi, poi passava mio padre che spegneva la radio e mi accarezzava, io fingevo di dormire. Fuin una notte come queste che ascoltai per la prima volta Springsteen, la canzone si chiamava thunder road. Stasera, 30 anni dopo, ho comprato il cofanetto celebrativo, l’ho scartato e dentro ci ho trovato il sorriso di Marilina, lo sguardo di Eleonora, la risata di Mario, un tramonto infuocato, un bacio mai dato.ed un rosso diverso da quello del sole ritorna tra  chitarre  fiati e  vocea cui tu hai prestato cappelli  a tesa .. ritmo forte per una battistiana che  nel 1975 fingeva di perdere il pulman per tornare a casa a piedi. Quei tre km in discesa con l'amica e in discesa pure la voce che si sprecava tra La collina dei ciliegi e Non lasciarmi chiuso qui pensierooo... stonate come piaceva a noi, tra i denti perlati della mia amica e i miei riccioli ribelli. Non c'erano shampo ai fiori di seta (ma la seta ha radici??? ) nè schiume modellanti le sculture sulla testa...c'erano solo bigodoni a tentar di domare quei tirebouchon indomitifino a che  tanto li tiravo che mi chiedevano: "ma i tuoi bei ricci? " ed io sgomenta a non capirli.E mentre quel rosso diverso dal sole non tinge la gardenia all'occhiello                        ho galoppato all'indietro nascosta              tra i ricordi di Mario di Eleonora e Marilina.