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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

 

 
« Quel che resta del giorno...LA BUFALA DELLA "RIPRESINA" »

Le opposizioni diventano maggioranza: e allora si alleino per abbattere Renzi!

Post n°1042 pubblicato il 11 Marzo 2015 da r.capodimonte2009
 

Adesso che la Cassazione ha dato ragione a Silvio Berlusconi, almeno per quanto riguarda il primo processo “Rudy”, con una sentenza che sbugiarda Ilda Bocassini & C. (dare l’ordine alla polizia di salvare dalla galera una prostituta minorenne, ladra e bugiarda, e affidarla alle cure di una escort di lusso, salvo poi portarsela a letto, “ignorando” che è minorenne: e tutto questo da parte del Presidente del Consiglio. E i giudici ritengono che non ci sia reato!); è piuttosto prevedibile che F.I. confermi la sua opposizione contro il Governo. A meno che qualche “corvo” non insinui che in questa operazione ci sia la mano dello stesso Renzi, per recuperare quel che resta del “patto del nazareno”. E non accada che la famosa ventina di parlamentari azzurri guidati da Dennis Verdini esca dal partito, a far massa con gli altri trasformisti, a reggere il moccolo renziano.

Certo la sentenza toglie terra sotto i piedi a Fitto e ai suoi, perché mai come adesso Berlusconi è forte, almeno fino al prossimo processo, quello di cui abbiamo recentemente ascoltato le intercettazioni “da bordello” tra lui e il “malavitoso” Tarantini!

Se i figli dell’ex-cavaliere sono figli “normali”, ma abbiamo i nostri dubbi su come si possa crescere normali in una famiglia come la loro, da oggi in poi dovrebbero vergognarsi ancora di più, proprio perché, è vero che il loro “paparino” è salvo dalla galera, ma il processo ha dimostrato che tutti i fatti contestatigli erano autentici, le colpe no, ma lui è e resta un “puttaniere” d’alto bordo.

Poi ognuno è libero politicamente, di restare attaccato alla sua marsina, come diceva il povero Montanelli quando votava DC, “turandosi il naso”, soprattutto perché i benefit ottenuti in questi anni da costoro sono molto superiori al livello di etica e affidabilità morale e civile dimostrata nei fatti dal demiurgo, e quindi questa vicenda va avanti “all’italiana”, come volevasi dimostrare!

Tuttavia c’è un’importante osservazione da fare. Proprio ieri, con l’ennesima commedia istituzionale, sono passate alla Camera in prima lettura le “riforme costituzionali”, avallate per l’ennesima volta dal Governo più la minoranza PD, quella del “re tentenna”, e F.I., compattamente ha votato contro. Ammesso e non concesso che il M5S fosse stato presente (e ben ha fatto, invece, a disertare il voto, anche da solo, dopo che leghisti e Sel, al contrario dell’ultima volta, sono restati, a farsi abbindolare!), il sì sarebbe passato ugualmente, grazie al mostruoso premio di maggioranza ottenuto a sua volta da Bersani, nell’ambito di una legge elettorale “incostituzionale”, e gestito adesso da un “figuro” che non ci risulta sia mai stato scelto dal popolo italiano, ma solo dalle manovre di palazzo di un ex-Presidente della Repubblica golpista. Ma, comunque, si è registrata, per la prima volta da un anno e due mesi, l’effettiva condizione politica per cui la maggioranza è di fatto “minoranza” nel Paese, e questo anche se diamo ai soliti “sondaggi” un “arrotondamento” di 3-4 punti.

Il sondaggio forse più “obiettivo” quello di Emg gestito da Enrico Mentana, per La7 (la maggior parte degli altri risente di vaste “simpatie politiche, in un senso o nell’altro), dava ieri, prima della sentenza Ruby, F.I. all’ 11,6%, mai così in basso, la Lega di Salvini, prima dell’espulsione del sindaco di Verona, al 16,1%, FdI al 4,3%, Sel al 4%, il M5S al 19,9%, mentre il PD al 37,4 e NCD & C. al 3%.

In questo caso, e con le opportune salvaguardie, la situazione sarebbe: maggioranza alla minoranza per un 47,9 contro un 40,4%! Una forbice di 7,5 punti. Teoricamente, quel che dovrebbe perdere Salvini in funzione di Tosi, dovrebbe compensare quel che recupererebbe Berlusconi dopo la sentenza.

Andiamo a “ridurre” prudentemente di 4 punti il sondaggio: addirittura ne leviamo 3 alla maggioranza-minoranza e solo 1 alla minoranza-maggioranza, giocando sugli indecisi, il 19,1%, e gli astensionisti, il 41,3. La situazione diverrebbe così, 44,9 contro 39,4 (una tagliola piuttosto decisa!), differenza 5,5%, pari a 1,7 milioni di voti!

Tenendo presente che il risultato è solo teorico, perché Renzi lo conosce benissimo, nonostante il suo malcelato ottimismo, e fermi restando gli ulteriori “cambi di casacca”, che, però, in caso di elezioni equivarrebbero ad una trombatura certa, tutti sappiamo che c’è un solo modo per costringere l’ex-sindaco alla resa: non certo l’impuntatura della sua minoranza, che è troppo legata al potere e alle sue diramazioni economiche, ma di sicuro UN’AGGREGAZIONE DELLE OPPOSIZIONI ALMENO IN FUNZIONE STRUMENTALE, VERSO L’USCITA DALL’EURO! Un eventuale legge di iniziativa popolare, approvata in maggioranza alla Camera, per indire il referendum sulla moneta unica, potrebbe costituire un innesco alla reazione a catena i tipo economico, che porterebbe il Governo in tilt.

Tutto precipiterebbe, perché un referendum di questo tipo, in Italia, farebbe sbandare le borse, rianimerebbe lo spread, e costringerebbe l’UE, che, in questo momento è LA VERA SPALLA SU CUI POGGIA LA BANDA GOVERNATIVA, ad uscire allo scoperto, e confessare che la legge di stabilità italiana è un bluff molto più pesante di quello greco, e che sta in piedi solo grazie alle “mistificazioni” della Troika, che, invece, preferisce prendersi il nostro Paese, un pezzetto alla volta, e non, come in Grecia, in un sol boccone, dando vita poi al fenomeno Syriza!

Strappando via questo “velo dipinto” dalle facce sfrontate dei falsari che agitano la paura dell’uscita dall’euro, la Confindustria (che difende giustamente il Jobs Act e gli ultimi privilegi derivantile dalla collusione mafiosa); il sistema bancario (ridotto al lumicino che spera del “quantitative easing” di Draghi, per non fallire); i mass-media (che stanno miseramente chiudendo i battenti, uno dopo l’altro, tra giornali, tv, radio ed editoria, senza più contributi statali); il sindacato, sia padronale che operaio (che predica bene ma razzola male, e che verrebbe privato delle sue più rilevanti “armi di propaganda”, gli ammortizzatori sociali); la speculazione finanziaria (che si vedrebbe costretta a “svendere” il malloppo e a rifugiarsi altrove); con ogni probabilità il Governo cadrebbe, e allora si andrebbe ad elezioni subito. Ammesso e non concesso che la riforma elettorale resti la stessa. Perché quel che vi abbiamo enumerato sembra vertere su una temporalità medio-lunga, invece i tempi si accorciano, perché l’economia italiana non riceverà assolutamente impulsi dalle manovre della BCE, indirizzate da capo verso il salvataggio bancario, e l’agonia del nostro Paese, confermata proprio dalle menzogne sui cosiddetti “segni di ripresa”, si avvicinerà alla fine: tempo meno di un anno.  (ITALIADOC)

 

 
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