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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

 

 
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Seguiamo gli intellettuali che credono nella svolta del Paese: cambiamo l'Italia e l'Europa!

Post n°1351 pubblicato il 10 Giugno 2016 da r.capodimonte2009
 

Giafar Al Siqilli (Pietrangelo Buttafuoco), Geminiello Alvi, Massimo Fini, Giulietto Chiesa, sono cinque nomi di intellettuali italiani, i quali, più o meno in modo diverso, a volte con un piglio più vertente una politica economica alternativa, altre contestando radicalmente i modelli politici, sociale e finanziari d’Oltre Oceano, imperialisti e globalisti (1); altre ancora, occupando quella nicchia di destra-sinistra  di tipo hegeliano-gentiliano, che si  riallaccia ad un forte afflato rivoluzionario e ideologicamente rifondativo; altre, infine, magari guardando con interesse all’evoluzione politica ed egemonica della Russia, rientrata dall’internazionalismo più becero ad un nazionalismo, dalle forti radici sociali e religiose, di tipo europeo (2); si stanno dedicando, e, secondo noi, giustamente, in un sempiterno scontro con il conformismo capitalistico-borghese vigente, a riallacciare le fila di un “movimento nazionale” che possa ribaltare il neo-liberismo di tipo autoritario e mistificatorio, che sta dominando l’Occidente (3), distruttore, tra l’altro, del concetto di lavoro di tipo partecipativo e sociale, in grado di rimediare ai mali della miseria e della disoccupazione. Se poi a questi quattro vogliamo aggiungere, da posizioni a volte contrastanti, ma mai di abiura, lo storico Franco Cardini, che condivide, con loro, “da cattolico tradizionalista, uomo d’ordine e con un forte senso dello Stato”, così si definisce (4), una disamina critica e costruttiva del rapporto tra Islam ed Europa, contro le fin troppo facili e scontate benevolenze catto-socialiste, ma anche contro, e soprattutto, il razzismo strisciante e ignorante, che nega ogni valenza ad un incontro innovativo con le correnti mussulmane più consapevoli, in nome di una comune lotta contro il dominio dell’alta finanza mondialista; abbiamo un quadro sconcertante di come l’intellighentia più preparata e antisistema, lanci i suoi messaggi, ma poi sia prontamente discriminata, proprio da chi più dovrebbe coglierli!

Ognuno di costoro, e non è un caso, respinge in modo tassativo l’etichetta che taluni tronfi pappagalli della politica atlantico-liberista, definiscono di “destra”, e anzi quasi si offendono se qualcuno ci si prova, e reagiscono, nel momento in cui, questa “destra” lascia per strada proprio i principi di cui sopra. E, tirano per i capelli, certi interpreti “pragmatici”, ma sempre opportunisti, che si riempiono la bocca di “ideologismo”, ma poi, predicando bene come chierici, razzolano male come galline zoppe (5).

E’ come se costoro, ancora non si rendessero conto dell’imbuto in cui stanno infilando l’Italia, e che, in termini di dignità, sovranità, nazione e Stato, sta lentamente strangolando non solo la storia, ma anche la tradizione culturale del nostro Paese, che è europea fino in fondo, e non solo legata certamente all’Ebraismo, ma casomai all’Islamismo; non certo succube del cattolicesimo progressista, temporale e finanziario, ma ispirata fortemente dal cristianesimo tradizionale, che si tenta di confondere, estromettendo quello orientale, e inserendovi a forza quello protestante. 

Come se non vedessero che il modello culturale di 2.500 anni (che comprende, ovviamente, l’antica Roma), viene calpestato da chi lo ha confuso con i monumenti in neo-classicismo di cartapesta, innalzati a Washington dalla Framassoneria, e che vorrebbero imporre quella democrazia autocratica e fortemente classista, a modello del mondo intero, in nome della forza bruta delle armi o del capitale.

Se, insomma, fecessero finta di non accorgersi di quel movimento innovativo, che in Italia si è imposto di rappresentare non ideologicamente, ma strutturalmente, le istanze più sane, della destra e della sinistra, restituendo al popolo, che ne è stato privato da 70 anni di regime venduto e rivenduto, dai vincitori prima, dai grassatori e profittatori, dopo, il proprio diritto alla rappresentanza, al lavoro, alla cultura, alla salute, alla dignità dei giovani e degli anziani, entrambi gli estremi della società, ma meritevoli di salvaguardie, che potrà avere ancora tanta strada da fare, ma che non la teme, non teme nulla che sia autocratismo o regime, come non ha paura delle parole, che siano fascismo o comunismo, ma che rappresenta l’ultima speranza prima che quell’imbuto si chiuda miseramente sul nostro futuro. Il movimento c’è e avanza, e aspetta da tempo che, chi veramente vuole che questa terribile tirannia, che porta alla fame e alla miseria i popoli, per un dominio incontrastato delle lobby di casta, si unisca alla battaglia; contro chi vuol confondere una sana integrazione con lo straniero, con l’annullamento dei principi intoccabili di accoglienza e rispetto reciproco (5); vuole lo schiavo al posto del lavoratore, consapevole della sua giusta partecipazione alla gestione aziendale, e non pedina di scambio tra la grande industria e il sindacato. Che pretende, invece, che la finanza statale sia regolata da leggi nazionali, che salvaguardino il risparmio, l’investimento, la pensione, il salario, e non sia preda della speculazione truffaldina, globalista e predatoria; che lotta per un ambiente sano, che non sia più determinato dai prezzi del petrolio, ma da energie alternative, che ci salvino da questa camera a gas, deserta e assassina di ogni forma di vita, in cui stiamo trascinando la Terra; che, insomma, restituisca a tutti un’economia a misura d’uomo, in cui si spreca in modo intollerabile, e al contempo si moltiplicano i diseredati senza pane né acqua da bere; in cui si offrono medicine gratis a chi non ne ha bisogno, ma si tolgono a chi sta morendo; si costruisce cemento anche quando basterebbe ristrutturare milioni di vani disabitati; si uccidono e si violentano i più deboli, donne e bambini, anche da parte di chi si maschera dietro il buonismo artefatto di una Chiesa ormai ricolma solo di slogan, senza che la giustizia faccia il suo corso.

E’ il momento di voltare pagina: iniziando con l’intaccare le fondamenta d’argilla di questa Italia e di questa Europa dei malfattori e bugiardi, per poi, corroderle e, infine, tutti insieme, in un unico sforzo, come, in un modo o nell’altro ci suggeriscono da anni i cinque personaggi citati prima, portarla alla distruzione: pronti a crearne un’altra, aperta al dialogo, integrata quanto possibile, pronta a misurarsi senza timore, con chi credevamo alleato ed amico, ed è diventato vessatore e nemico, in grado di riaccendere la speranza dei popoli, in quel disegno, spirituale e culturale, di chi ci ha preceduto nei secoli.

Ma è giunto anche il momento, decisivo, di liberarsi delle scorie, di tutti coloro, cioè, che ancora tengono i piedi nelle due staffe della convenienza e della opportunità, e ciarlano, ma non convincono più nessuno. In modo che, ognuno possa riacquistare la propria dignità politica, anche opposta e critica, ma non se ne debba mai più vergognare. (R.Scagnoli)

(1) “Di globale vedo solo l'impero americano” articolo di Geminello Alvi, Corriere della Sera, 16 luglio 2001; “L'epica americana che confonde le nostre regole. L'economia non è solo profitto”, articolo di Geminello Alvi, Corriere della Sera, 29 ottobre 2001

(2) “Superclan. Chi comanda l'economia mondiale?”, con Marcello Villari, Milano, Feltrinelli. “Invece della catastrofe. Perché costruire un'alternativa è ormai indispensabile”, Casale Monferrato, Piemme, 2013. “Putinfobia”, Piemme, 2016

(3) M. Fini: “Il vizio oscuro dell'Occidente. Manifesto dell'antimodernità” (Marsilio 2003); “Sudditi. Manifesto contro la democrazia” (Marsilio 2004); “Elogio della guerra” (Mondadori 1989 e Marsilio 1999)

(4) « So che il mio, in questa sede e in questo contesto, è un difficile compito. Cattolico, tradizionalista, uomo d'ordine e di forte senso dello Stato, potrei forse ancora dirmi “di destra”. Da anni non mi considero né mi autoqualifico più in tal modo: ma vedo che così continuano a etichettarmi; confesso che la cosa mi secca un po', tuttavia lascio correre. Ma la mia tensione verso la giustizia sociale e il mio convinto europeismo m'impediscono di provar la minima simpatia per una destra che ormai ha scelto quasi all'unanimità il liberismo e l'atlantismo più sfrenati e che sovente ostenta anche un filocattolicesimo peloso, strumentale, palesando di ritener la Chiesa cattolica solo un baluardo dell'ordine costituito (l'“ordine” di lorsignori) e del benpensantismo conformista. » (dal Sito Ufficiale di F.Cardini)

(5) "Il pasticciaccio l'ha fatto Giorgia Meloni. Doveva candidarsi. Ma non fuori tempo massimo. Ora al ballottaggio un elettore di centrodestra deve votare Raggi". Interista di P. Buttafuoco a Il Tempo, 6/6/2016

(6) Nel suo libro "Praktischer Idealismus", edito solo in tedesco e francese, il conte Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, il cui particolare filo-europeismo  egli teorizzò, nel suo libro, “Paneuropa”, affermava: “L’uomo europeo del futuro sarà un incrocio multietnico (mescolanza razziale). Le razze e le caste di oggi gradualmente scompariranno a causa della scomparsa di spazio, tempo e pregiudizio. La razza del futuro sarà euro-asiatica-africana, estremamente simile agli antichi egizi e sostituirà la varietà dei popoli attuali, con una varietà di individui.”

 
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