Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 7
 
Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

 

 
« Seguiamo gli intellettua...Il calcio italiano è orm... »

Il peggiore esempio di donna: la sciacalla del regime

Post n°1352 pubblicato il 13 Giugno 2016 da r.capodimonte2009
 

Si parla tanto, e spesso a sproposito, di parità uomo-donna, perché, è incontestabile che la donna, tuttora, è spesso non solo indiscriminata nella vita come nel posto di lavoro, ma è anche violentata, e addirittura ammazzata brutalmente, senza che lo Stato, né tantomeno la giustizia la difenda. Non allarghiamo il discorso ad altre realtà, dove ancora vediamo donne che vengono stuprate da bambine o infibulate in nome di leggi religiose, ma il problema di recuperare l’immagine di questa donna da rotocalco, sempre bella e ricercata, tutta curve e prestanza, a scapito della casalinga, che sforna figli e non arriva alla fine del mese, cozza poi, indistintamente, con la violenza  di cui è vittima.

Ma non tutte le donne sono uguali: ce n’è una terza di categoria, che non correrà mai il pericolo né di venire violentata né tantomeno uccisa, né ridotta a tosare la moneta per arrivare a fine mese, tenersi stretta la casa e dare il pane ai figli. Sono le cosiddette “donne in politica”, anche queste, però, suddivise in due parti: quelle che potremmo definire le “proletarie della politica”, le quali si fanno un mazzo grande, per salire la trafila, dal fondo della condizione di apprendiste, e poi, in anni e anni di dura gavetta, alla fine, magari emergono; e  ci sono quelle che, invece, per ragioni di nascita, e di privilegio riescono ad infilarsi (o meglio ad essere infilate) in certe rampe di lancio, dove, irrorate dal supercarburante, fornito dal “mecenate” di turno, schizzano via verso il cielo, diventate vere e proprie star. Costoro, poi, fanno finta di dimenticare i loro “padrini”, fossero pure genitori o amanti o complici, e si autocelebrano come “madrine dell’innovazione”, “rivoluzionarie della rottamazione”, “specialiste del diritto pubblico”, accompagnate dal coro universale del lecchismo mediatico, che fa a gara a sorreggerle, sperando nell’attenzione imperiale, e intangibili per quanto riguarda qualsiasi riferimento di carattere disciplinare o giuridico, da parte della magistratura di regime.

Le campionesse di questa ultima serie sono state immesse sulla scena politica da meno di tre anni, con l’avvento del Governo Renzi, e cooptate dall’autocrate del regime, Giorgio Napolitano: tutte allineate e coperte nella medesima e forza autorevolezza ricevuta dal loro “padrone”, saccenti quanto basta, totalmente lontane da ogni più insignificante forma di cultura, che per loro è solo una sovrastruttura inutile, gonfie e tronfie di una capacità trasformistica, che le rende più adattabili di escort di lunga militanza, disponibili a qualsiasi mediazione.

La regina di queste “campionesse” è la signorina, dottoressa Maria Elena Boschi: leggiamo della sua famiglia (nota già a tutti). (fonte Wikipedia)

Figlia di Pierluigi Boschi (1948), titolare dell'impresa agricola "Il Palagio", membro di decine di consorzi agricoli e vinicoli del territorio, dirigente provinciale della Coldiretti, membro del Consiglio della Camera di Commercio di Arezzo, dal 2004 al 2010 Presidente della Confcooperative di Arezzo, e dal 2011 al 2015 consigliere d'amministrazione di Banca Etruria, di cui dal 2014 è stato anche vice-presidente, e di Stefania Agresti (1957), Dirigente Scolastico e impegnata nella politica locale, tre legislature nel Consiglio Comunale di Laterina, di cui l'ultima da vice-Sindaco, e candidata non eletta nel 2010 alle elezioni regionali in Toscana per il Partito Democratico; prima di tre fratelli, Emanuele Boschi, commercialista e revisore contabile presso lo Studio BL di Firenze, precedentemente Program e Cost Manager in Banca Etruria, e Pierfrancesco Boschi, ingegnere civile.

Del suo curriculum ufficiale.

Di educazione cattolica, ha sempre partecipato alla vita religiosa della sua parrocchia: chierichetta, catechista, lettrice, volontaria; nel 1997 ha partecipato alla Giornata mondiale della gioventù di Parigi e nel 2000 a quella organizzata a Roma per il Giubileo. Ha conseguito la maturità classica al liceo Francesco Petrarca di Arezzo nel 2000 con 100/100.

Si è laureata con votazione 110/110 e lode in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Firenze; è stata poi cultore della materia presso la cattedra di diritto commerciale della facoltà di giurisprudenza della stessa università. Ha, inoltre, conseguito un master in diritto societario. Ha lavorato come avvocato civilista specializzata in diritto societario e dell''impresa, diritto delle società quotate e diritto bancario presso il rinomato studio legale fiorentino "Studio Legale Tombari Corsi D’Angelo e Associati", specializzato in materia societaria e commerciale, dell'Avv. Prof. Umberto Tombari. È stata membro della Commissione Esaminatrice di diritto civile della Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali di Firenze.

E’ stata membro del Cda di Publiacqua partecipata incaricata della gestione idrica per tutta la provincia di Firenze, dal 2009 al 4 giugno 2013 (data in cui, a seguito della sua nomina a deputato, ha rassegnato le dimissioni).

Del suo curriculum ufficioso:

Si laurea in giurisprudenza(sempre con il massimo dei voti, 110 e lode), è cultore della materia presso la cattedra di Diritto commerciale e consegue un master in Diritto societario. Forte di questo curriculum, entra nello studio legale di Umberto Tombari, dove all’epoca lavorava Francesco Bonifazi, suo ex fidanzato, oggi un “renziano” di ferro e tesoriere del Pd, ancora molto amico di Maria Elena (anche quest’anno hanno trascorso le vacanze insieme a Formentera). Non uno studio legale qualsiasi, ma il più importante di Firenze in tema di diritto societario. Tombari, avvocato civilista, professore ordinario di Diritto Civile all’università, dal maggio 2014 è presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, lo “scrigno” della finanza fiorentina, che detiene il 3,2 per cento delle azioni di Intesa Sanpaolo. Attuale vicepresidente dell’Acri, l’associazione delle Fondazioni bancarie, in passato è stato (nominato da Renzi) presidente della partecipata del Comune “Firenze mobilità”, nel 2001 è stato membro della commissione ministeriale per la riforma del diritto societario voluta dall’allora ministro della Giustizia Michele Vietti ed è stato chiamato dal ministro Corrado Passera (governo Monti) a collaborare alla stesura del decreto “Sviluppo Italia”. Per una giovane studiosa che sognava di diventare un’avvocatessa, la strada è già segnata: Maria Elena entra nella professione dalla porta principale. Tombari è poi presidente del consiglio di amministrazione di Firenze Mobilità, scatola legata a doppio filo con il comune di Firenze di Matteo Renzi, dove la parte del leone la fa Firenze Parcheggi dove fino al 2013 era amministratore delegato il Richelieu del rottamatore fiorentino, quel Marco Carrai arrivato alla Camera per seguire il primo discorso del presidente del consiglio con la first lady Agnese. E proprio come Carrai, Tombari ha un posto nell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze: è componente del comitato di Indirizzo. Tombari è molto altro ancora: consigliere indipendente della casa di moda Ferragamo e di Prelios-Pirelli. L’altro socio fondatore dello studio, Francesco Corsi, ha fatto anche lui parte di consigli di amministrazione importanti come Cassa di Risparmio di Firenze o la Fondiaria-SAI di Salvatore Ligresti, in tempi migliori rispetto a quelli di adesso. Di certo Maria Elena in questo studio in piazza Indipendenza ha capito in fretta come funziona il mondo. E soprattutto l’Italia.

Nel 2012 entra nella Fondazione privata di Matteo Renzi, nata come Fondazione Big Bang con atto notarile del 2 febbraio 2012 a cura di un Comitato fondatore, costituito a sua volta con atto notarile il 23 gennaio 2012, e si è trasformata in Fondazione Open con atto modificativo notarile dell’11 novembre 2013. Il Consiglio direttivo della Fondazione, in carica sino all’approvazione del bilancio di esercizio 2017, è composto da Alberto Bianchi (Presidente), Maria Elena Boschi (Segretario generale), Marco Carrai e Luca Lotti. Revisore unico è il Dott. Marco Fazzini.

Ci sembra che ce ne sia abbastanza per giudicare come si sia fatta strada questa ragazza belloccia e piena di sé, ma con le spalle coperte da una famiglia che ha usufruito della politica e della finanza per arricchirsi anche in modo illecito, come abbia mistificato la sua appartenenza religiosa a utilitarismo ideologico e di bandiera, si sia fatta strada grazie solo alle gradi amicizie e privilegi goduti, e soprattutto che sia, tuttora, la quintessenza del più turpe sottobosco, fungendo da tesoriere di una “fondazione” che liquidizza denaro, frutto di scambi politici tra il capo del governo e le imprese che agevola, e che per un trucchetto amministrativo (il fatto di non essere stata registrata in Prefettura), non è obbligata a rendere pubblici i propri bilanci.

Insomma, come si diceva all’inizio, la principessa che si permette di minacciare gli elettori che democraticamente andranno a votare domenica, di bloccare ogni contributo statale se vincessero i Cinquestelle; come minacciò il Parlamento quando, sempre i grillini, le buttarono addosso una mozione di sfiducia (Lao vedremo, disse!), deve assolutamente ringraziare la magistratura, collusa entro le stesse stanze in cui è stata collusa tutta la sua famiglia di profittatori di regime, per averla ignorata nei due maxi-scandali Banca Etruria/Petroli Basilicata, in cui è stata nettamente coinvolta.

Finchè le donne italiane non capiranno che sono questi gli esempi screanzati che poi, portano l’opinione pubblica, a fare di tutta l’erba un fascio, e continueranno a dare il loro assenso e il loro voto a queste sciacalle, il rispetto per loro diminuirà sempre di più, e la strumentalizzazione e l’odio saliranno ancora. E finiranno travolte quelle poveracce, che non hanno la scorta armata a disposizione....  (ST. JUST)

 

 

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

amorino11mozillastmonellaccio19acer.250iltuocognatino2karen_71diabolikas0m12ps12robert.sstaff.communityLibannawintour0Miele.Speziato0rossella1900.rlucylla_sd
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963