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attualità, politica, cultura

 

 
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Con l'intervento fazioso di Mattarella, il NO diventa INDISPENSABILE

Post n°1432 pubblicato il 06 Ottobre 2016 da r.capodimonte2009
 

Sergio Mattarella è uscito dal suo buco. Dopo 20 mesi dalla sua elezione, nata da un accordo tra il centrismo catto-socialista e il berlusconismo, il Capo dello Stato finalmente mostra la sua vera faccia, finora tenuta ben nascosta dal grigiore intenso dei suoi interventi istituzionali (il più delle volte retorici e tediosi), ed ora impegnata nella difesa partigiana del referendum renziano, che riporta per iscritto nel quesito da votare, tutte le menzogne che la riforma contiene, anziché la vera essenza che il provvedimento dovrebbe rappresentare e non rappresenta. Questo grazie al solito “trucchetto”, cioè aver immesso nella scheda il titolo della legge, che non fu possibile neppure commentare quando passò alle Camere, per ben due volte, grazie all’ostruzionismo becero dei due Presidenti, che inventarono decine di tagliole e trabocchetti per imbavagliare l’opposizione, e che, a detta di Mattarella, è stato fatto passare dalla Cassazione, come se la Cassazione non  fosse un altro di quegli organi decisionali “super partes”, ma a servizio del governo. Adesso il M5S e Sinistra Italiana ricorreranno al TAR, ma ai grillini interessava scoperchiare la vera identità dell’inquilino quirinalizio, specie in prospettiva che vincesse il NO.

Abbiamo capito, quindi, che questo ex-costituzionalista per meriti democristiani, che ha fatto carriera grazie alla tragica morte del fratello, un idealista ammazzato dalla mafia, che ora, anche a causa dei suoi silenzi sconcertanti, domina il paese più corrotto dell’occidente, non ha alcuna intenzione di portare l’Italia, come sarebbe legittimo dopo anni di cooptazioni da parte dei partiti trasformisti, PD e Forza Italia,  a nuove elezioni, che consentano al popolo di scegliersi finalmente chi lo governa. Quindi, sarebbe disposto a “ripromuovere” l’ex-sindaco, che ha fallito su tutti fronti, ma ha tenuto alto il rapporto stretto con le lobby e i poteri forti, ai danni della povera gente, o a immettere in un “governo di scopo” (non si sa quale sia, questo scopo) una figura scialba e manovrabile (si parla di Gentiloni –sic!-), che possa accompagnare, sempre con la maggioranza massonica e malavitosa che Renzi si è costruito in Parlamento, l’arrivo in Italia della Troika.

Che la sorte del referendum sia lapalissiana, appare netta ogni giorno di più: è come se il premier agitasse la classica montagna di sterco, e la puzza di conseguenza, aumentasse progressivamente! Lo stanno a dimostrare gli sciami velenosi che vengono liberati sulle teste degli italiani, e che non agitano soltanto le falsità istituzionali costruite su questo vero e proprio attentato alla Costituzione. Dalle offese del “menomato morale” verso il M5S, che poi gliele rispedisce con gli interessi (d’altronde Grillo fu l’unico, fin dall’inizio, su quel tavolo di trattative poi naufragate, a comprendere chi fosse veramente Matteo Renzi, e fu criticato!); alle icone che si presentano di volta in volta a difendere il SI, cioè il regime che li ingrassa, o per lo meno, consente loro di continuare ad arricchirsi alle spalle del popolo, Confindustria, banchieri, burocrati, giornalisti, il mondo dello sport e dello spettacolo, e molti giudici, che sperano, come i loro colleghi, di essere immessi nel nuovo Parlamento ammaestrato, visto che ne hanno garantito la nascita.

Perciò come potrebbe lasciarci basiti se un saltimbanco come Benigni, che ha approfittato per tutta la vita di un regime che lo incensava e lo arricchiva, si schieri a favore della sua conservazione? O che lo faccia Zoff o Ferrara o Serra?

Tutti costoro sanno bene che la persone che si recheranno alle urne, polemiche a parte, non leggeranno una riga scritta sulla scheda, ma voteranno SI o NO perché l’Italia resti come prima, e così possano continuare a goderne, o cambi radicalmente, e le loro tasche ripiene di privilegi si svuotino anche a favore di chi, a causa loro, ha poco o niente.

E perché sia instaurata una dirittura morale verso il lavoro, l’impresa, la giustizia, il NO; o si lasci che i disoccupati aumentino, gli imprenditori delocalizzino e intaschino i profitti all’estero, le banche distruggano il risparmio e ingrassino i mafiosi, e la giustizia si schieri al servizio della più profonda ineguaglianza dei fattori, il SI.

Da un Parlamento che da anni vive sul trasformismo di una classe politica bocciata dalla storia, e che tenta in ogni modo di truccare le carte istituzionali per restare dov’è, si deve passare ad un altro, che sia espressione di tutte le componenti ideologiche, e dove la maggioranza sia in grado di esprimere un gruppo di “galantuomini” che pongano lo Stato e i suoi cittadini in cima ai loro interessi, e non le loro tasche e i loro partiti tossici. Per fare questo è indispensabile cacciare i reprobi, e ridare il potere al popolo. E solo il NO, potrà, come sta avvenendo, scoprire quei “sepolcri imbiancati” dall’ipocrisia, che tentano di opporre la reazione, al progresso e alla ripresa dell’Italia.  (ST.JUST)

 

 

 

 

 

 
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