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ANCHE NOI VOGLIAMO ESSERE "FAZIOSI"


Il 4 giugno 1944 Roma viene liberata dagli Alleati. Il primo direttore dopo la Liberazione è Tommaso Smith, personaggio non compromesso col regime. Malgrado ciò il 9 giugno le autorità vietano Il Messaggero,  «per la passata attività» di fiancheggiamento del fascismo e dell'occupante tedesco. Il giornale romano, ora appartenente ai tycoon di casa Caltagirone, che con il titolo a tutta pagina di ieri, dal carattere terroristico a dir poco, sulla bocciatura del “bilancio di previsione” dei Cinque Stelle (l’unico bilancio preventivo della storia ad essere stato presentato entro l’anno previsto, cioè quello antecedente al bilancio fattivo), poneva in forse che l’avvistamento di taccole sul Prenestino, fossero uccelli e non Ufo! Le bugie hanno le gambe corte, caro direttore dal nome fascistizzante di “Virman”, per nascondere evidentemente le origine ebraiche della famiglia, in tempi in cui l’ebraismo non dovrebbe temere più nulla. Gli svarioni giornalistici di questo giornale, che fu talmente fascista da falsificare non solo le persecuzioni naziste a Roma, che culminarono con le Fosse Ardeatine, ma ancor prima da fare da cassa di risonanza dei bollettini di guerra fasulli, di un regime che la stava perdendo su tutti i fronti, non mentono. Forse in città c’è ancora qualche romano che legge questa spazzatura, convinto che sia  “giornalismo”, invece non è che stampa di carta da macero o da incartare il pesce o peggio, visto il precipitare delle vendite dell’intero gruppo editoriale; che non è che la punta dell’iceberg, ovviamente profumatamente sostenuta dallo Stato più corrotto dell’emisfero boreale, di un impero che non perdona a Virginia Raggi di avergli strappato una bella manciata di miliardi per costruire sui propri, loschi interessi, l’Olimpiade della miseria!Credete che sia  faziosità la nostra? Allora andatevi a guardare gli interventi sui social (ripresi da interviste) di due giornalisti che stanno ai grillini come i pulpiti stanno alle polpette: ci riferiamo a Maurizio Belpietro e a Franco Bechis , uomini di centro-destra, che assieme a Marco Travaglio (lasciato solo questa volta dai “giacobini” Gomez e Padellaro), stanno faticosamente dimostrando quanto questa campagna totalitaria contro il Comune di Roma abbia un puntuale sponsor: ufficialmente, quel Matteo Renzi uscito a pezzi dal referendum, ma che resta in sella grazie agli occhiolini di Berlusconi e soci (e non ci pare che Il Giornale abbia preso bene il voltafaccia seguito al no alla fiducia di Gentiloni, da parte della sottospecie di servi di scena di Forza Italia, tutti allineati e coperti a difendere la cassaforte di famiglia di Mediaset, da parte di un caimano molto più arrapato delle “escort” dei festini!); ufficiosamente, il comparto dei poteri forti e massonici, che impestano la capitale della mafia settentrionale, dove si agitano come burattini i vari Poletti, Madia, Padoan, Pinotti e adesso il capo dei servizi segreti, Minniti, chiamato a studiare qualche “strategia” che contribuisca a segare Grillo; nonchè i dirigenti predatori delle principali banche italiane, che, non si sa bene il perché, in questo Paese vengono finanziati e salvati col denaro di tutti i cittadini, mentre dovrebbero finire in galera!E quindi, di giornalismo si può anche morire... dalla vergogna, come giustamente fa notare Bechis. Specie quando si vuole identificare, come fece il Messaggero durante il fascismo e poi il nazismo, la libertà di stampa con le menzogne a favore del regime. Una macchia indelebile sulla coscienza di scribacchini, pagati con i vaucher e che temono di perdere uno straccio di lavoro, ottenuto oltretutto dalla mediazione dei propri parenti corrotti,  offendendo magari i  ragazzi che sono costretti a scappare all’estero per lavorare, perché non si chiamano né Manuel Poletti né Eleonora Padoan, né Silvia Deaglio Fornero, o Antonio Alfano, e altri cento di questi rampolli che il regime alimenta. E poi muoiono di terrorismo, come la povera Fabrizia Di Lorenzo. Gente che non ha neppure il coraggio di sentirsi parte di un "comitato di redazione libero"!E la vendetta contro questi comportamenti barbari e sciacalleschi, caro direttore Cusenza, non riceveranno la pena su questa terra, che il dio di Abramo o di Pietro  o di Maometto hanno abbandonato da un pezzo, schifati del loro stesso lavoro, ma verrà consumata  dopo, quando di noi sarà perduto il ricordo, perché di ogni ignominia e abbiezione si paga sempre il prezzo, con un silenzio assordante, che la storia distribuisce col massimo disprezzo! (ST.JUST)