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Castello di Padernello Brescia


   Il castello di Padernello è una roccaforte risalente al XV secolo di Padernello, antico borgo nei pressi di Borgo San Giacomo, in provincia di Brescia. La struttura, circondata da fossato e rivellino, si erge isolata nella pianura bresciana. Edificato alla fine del XV secolo da Bernardino Martinengo è a pianta quadrata con quattro torri angolari di difesa. All'interno sorge il mastio dotato di mensoloni e caditoie con funzioni di controllo e avvistamento del territorio limitrofo.Nel cortile interno sorge un loggiato a pilastri tipicamente cinquecentesco sui quali campeggiano gli stemmi delle famiglie Martinengo e Colleoni, imparentata coi Martinengo.La struttura ha subito notevoli rimaneggiamenti nel tempo, soprattutto nelle stanze interne e nello scalone settecentesco, opera del celebre architetto Giovan Battista Marchetti (1686-1758), dal 1758 direttore della costruzione del duomo nuovo di Brescia.Fu di proprietà della famiglia Martinengo sino agli inizi del Novecento quando passò alla famiglia veneta dei Salvadego che lo lasciò disabitato dagli anni Sessanta, anno di inizio del degrado. Nel 2005 il maniero venne acquistato dal Comune di Borgo San Giacomo e da un gruppo di imprenditori che iniziarono i lavori di restauro.  
Brescia, seconda metà del 1400. Biancamaria nasce in un bel palazzo che il padre Gaspare Martinengo della Pallata ereditò nel 1473. La bimba fu notata subito per la sua bellezza e per la “pelle candida come i petali del gelsomino”, da qui il soprannome col quale è nota: La dama bianca. Nonostante la sua bellezza, ricchezza ed il suo misterioso fascino, Biancamaria non si dimostrava interessata a nulla, anzi mostra insofferenza nei confronti del suo tempo troppo legato all’effimero e all’apparenza. Lei, la giovanissima Dama, era fuori dal contesto in cui viveva, dal solito, dal conosciuto, dal plausibile.Pareva creatura nata da sempre e per sempre, “per quel mondo del positivo che c’è e che proprio per questo contrasta e stride con tutti i tempi della storia”.  Del suo tempo però la Dama Bianca apprezzava la bellezza della natura, ma non solo della scorza superficiale bensì dell’animo delle cose. Dapprima può solo intuire questa bellezza dall’interno del suo palazzo, poi carpisce da alcuni ospiti forestieri amare notizie di “fantastici artisti fiorentini che cercavano di imitare la “Dea Madre” servendosi di una nuova tecnica pittorica imparata al oltralpe, al nord, dai colori brillantissimi”. Ma per uno spirito così libero e gentile presto la sua città risulta stretta, opprimente e priva di interesse, a tal punto che questa sofferenza dell’anima contagiò anche il corpo minandola nella salute. Come estremo tentativo di ridarle la salute il padre la manda in campagna, nella località chiamata Padernello nel castello dello zio Bernardino Martinengo. Era il freddo giorno di novembre del 1479 e Biancamaria aveva 13 anni   
  Ma il soggiorno di Biancamaria tra le mura giovani della dimora dello zio Bernardino doveva essere breve, molto breve, .........”. La giovane Dama non vedrà la fine dell’estate successiva.  Da allora ogni dieci anni la stessa notte della sua morte il suo fantasma ricompare nel Castello di Padernello vestito di bianco, con in mano un dorato libro aperto che cela il segreto del fascino irresistibile della Dama Bianca.  E fin qui la storia della Dama Bianca, della quale Gian Mario Andrico, con la sua profonda poesia e la sua sensibilità d’animo, ha potuto e voluto scrivere la vera storia dando vita, quasi come un prezioso dipinto, a Biancamaria: non più freddo e sbiadito personaggio storico, ma vivo e palpitante spirito che incarna e sublima passioni e desideri del suo artefice e forse di molti di noi.