IL BUSINESS DELLE ARMIIN QUESTO SETTORE LA CRISI NON ESISTEALLORA COSA CI VENGONO A RACCONTARE CHE VOGLIONO LA PACE NEL MONDO?CHI VOGLIONO PRENDERE IN GIRO?La crisi non abita da queste parti. Anzi, il mercato italiano delle armi da guerra è in salute come mai prima d’ora. Una montagna di soldi che nel 2008 è finita nelle casse delle aziende produttrici e della banche che hanno "ospitato" le transazioni finanziarie fra i produttori e clienti. E in tempi di crisi e di pace, almeno ufficiale, il dato elaborato nelle scorse settimane dal ministero dell’Economia è ancora più sorprendente: +222% nel 2008, per un volume d’affari che ha superato quota 4,2 miliardi di euro contro l’1,3 del 2007.Preoccupa, invece, che quasi il 4% delle esportazioni di armi da guerra prodotte dalle industrie italiane sia finito nei paesi dell’Africa dove sempre più spesso sono in corso sanguinosissimi conflitti armati mai dichiarati e sistematicamente ignorati dai media e dai governi occidentali. Fra i paesi extra Ue maggiori destinatari delle armi italiane ci sono la Turchia, la Libia e l’Algeria. E ancora: Nigeria, Kuwait, Arabia Saudita ed Emirati Arabi e Venezuela. Fra le aziende per cui il 2008 è stato un anno particolarmente fortunato in termini di transazioni finanziarie concluse, c’è la Agusta (della galassia Finmeccanica) che da sola ha coperto il 37,2% del mercato, contro il 9,48% del 2007.MA ALLORA LA CRISI CAUSATA DAI NOSTRI POLITICI LA STIAMO PAGANDO SOLTANTO NOIPER LORO NON C'E' CRISI Gianni iviglia
NIENTE CRISI NEL MERCATO DELLE ARMI
IL BUSINESS DELLE ARMIIN QUESTO SETTORE LA CRISI NON ESISTEALLORA COSA CI VENGONO A RACCONTARE CHE VOGLIONO LA PACE NEL MONDO?CHI VOGLIONO PRENDERE IN GIRO?La crisi non abita da queste parti. Anzi, il mercato italiano delle armi da guerra è in salute come mai prima d’ora. Una montagna di soldi che nel 2008 è finita nelle casse delle aziende produttrici e della banche che hanno "ospitato" le transazioni finanziarie fra i produttori e clienti. E in tempi di crisi e di pace, almeno ufficiale, il dato elaborato nelle scorse settimane dal ministero dell’Economia è ancora più sorprendente: +222% nel 2008, per un volume d’affari che ha superato quota 4,2 miliardi di euro contro l’1,3 del 2007.Preoccupa, invece, che quasi il 4% delle esportazioni di armi da guerra prodotte dalle industrie italiane sia finito nei paesi dell’Africa dove sempre più spesso sono in corso sanguinosissimi conflitti armati mai dichiarati e sistematicamente ignorati dai media e dai governi occidentali. Fra i paesi extra Ue maggiori destinatari delle armi italiane ci sono la Turchia, la Libia e l’Algeria. E ancora: Nigeria, Kuwait, Arabia Saudita ed Emirati Arabi e Venezuela. Fra le aziende per cui il 2008 è stato un anno particolarmente fortunato in termini di transazioni finanziarie concluse, c’è la Agusta (della galassia Finmeccanica) che da sola ha coperto il 37,2% del mercato, contro il 9,48% del 2007.MA ALLORA LA CRISI CAUSATA DAI NOSTRI POLITICI LA STIAMO PAGANDO SOLTANTO NOIPER LORO NON C'E' CRISI Gianni iviglia