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Marini eletto ma ora l'Unione ha solo 1 voto di maggioranza... una vittoria di Pirro


Sorrideva Romano Prodi Sabato mattina a Montecitorio dopo l'elezione del candidato dell'Unione avvenuta dopo un'estenuante nottata che aveva portato gli ormai ultra ottantenni senatori a Vita a un passo dal collasso."E' stato più difficile del Nobel" dichiarava la quasi centenne  Rita Levi Montalcini e c'è da crederle.Ma analizzando la maggioranza di centrosinistra al Senato non possiamo che constatare come questa vittoria sia stata forse più un danno che una successo.L'Unione al Senato può contare su 158 voti di cui ben 4 di Senatori provenienti da ogni parte del mondo che, a meno di un trasferimento per il futuro in Italia, non potranno sempre presidiare l'aula.Dopo l'elezione di Marini i voti sono scesi a 157 (perchè il regolamento vieta al presidente del Senato di votare) e la CDL può ancora contare su ben 156 voti.Rimane il famoso Sen. Pallaro, indipendnete dell'Argentina, che oggi diviene vero ago della bilancia e che se non dovesse avere dal governo ciò che ha chiesto allora potrebbe decidere di appoggiare la CDL. I voti allora andrebbero a 157 contro 157.Non dimentichiamoci però il governo e le ambizioni mai nascoste di Mastella e di qualcunaltro di andare a fare il ministro. Questi Senatori che, vista l'incertezza, non rinuncierebbero a mantenere le due cariche, saranno costretti a disertare l'aula molto spesso facendo mancare il cd. numero legale.La scelta di un Senatore a vita come Presidente super partes sarebbe stata, se avesse prevalso la politica e non la fissazione di vincere sempre a testa bassa, una scelta vincente sul piano dell'immagine e soprattutto dei numeri. Ora l'Unione dovrà presidiare l'aula di Monteciorio, garantire ai pochi senatori di frontiera poltrone e posti, giocare facendo leva su 3/4 senatori a Vita  ultraottantennie e sulla presenza di 4 senatori residenti dall'altra parte del mondo.Staremo a vedere.