Creato da italianaturista1 il 25/04/2009

Italia Naturista

Il posto dei naturisti italiani sulla Internet

 

ITALIA NATURISTA - RAGGIONE PER ANDARE NUDO E BENEFICI!

Post n°30 pubblicato il 25 Aprile 2009 da italianaturista1

Benefici del camminare scalzi

 
Di per sé, questo articolo sarebbe superfluo: come naturisti viviamo il più possibile nudi, nudi dalla testa ai piedi, piedi compresi; però abbiamo constatato che nei campeggi naturisti molte persone non sono veramente nude, perché portano calzature ai piedi. Molte fotografie naturiste in riviste e calendari mostrano la stessa situazione. Secondo noi il naturismo deve promuovere anche l’andare scalzi. Non c’è motivo che la nudità non sia completa.

Il piede umano è stato inventato molto prima delle scarpe ed ha sempre funzionato perfettamente. Quindi utilizzare calzature non è naturale: tutti i tipi di calzature (quali più, quali meno) provocano danni ai piedi. Il loro uso dovrebbe essere, come quello dei vestiti, limitato allo stretto necessario. Il piede umano si adatta perfettamente a quasi tutti i tipi di terreno: bisogna quindi riabituarlo a muoversi senza calzature. Camminare scalzi è piacevole, dà un senso di libertà ed è molto salutare, sia per i bambini che per gli adulti: nei primi contribuisce al corretto sviluppo dei piedi, della colonna vertebrale e della postura, nei secondi al mantenimento di quanto acquisito da bambini, oppure al recupero di una corretta andatura dopo anni di vita calzata, oltre che a dare il buon esempio ai bambini.

Camminare scalzi è piacevole: ricordiamoci che il contatto diretto con il suolo è l’esperienza tattile più forte che possiamo vivere in ogni momento della giornata; è molto bello sentire l’erba soffice e umida, il caldo e il freddo di una strada soleggiata solo a tratti, la friabilità della terra e l’effetto di massaggio del fango tra le dita, come pure la durezza delle mattonelle e la morbidezza di un tappeto.

I piedi vogliono sentire la libertà come gli occhi lo sguardo libero. Il senso di libertà dei piedi nudi è bellissimo: ci si sente più leggeri, in contatto più diretto con la Terra sulla quale viviamo. Siamo quindi più coscienti del mondo nel quale ci muoviamo.

L’esercizio di camminare scalzi è molto salutare per molteplici aspetti. Esso permette la sola andatura corretta: il piede è molto più mobile che con le scarpe; lo si appoggia cautamente, lo si fa rotolare, si smorzano tutti i colpi e si compensano le asperità del terreno. Si evita così di farlo cadere pesantemente, come si fa quando si è calzati, nell’illusione che le scarpe compensino i colpi. L’andatura morbida ha un effetto benefico sulla colonna vertebrale, che guadagna mobilità. Camminando su terreni irregolari si effettua un massaggio automatico che favorisce una buona circolazione del sangue. L’andare scalzi impedisce lo sviluppo dei funghi, che possono annidarsi solo nell’ambiente caldo e umido delle scarpe. L’irrobustimento attraverso moderati stimoli di freddo allena la produzione di calore corporeo e rinforza le difese. Il contatto diretto col terreno è benefico anche a livello energetico.

I nostri piedi possono diventare molto più robusti di quanto pensiamo: abituandoli gradualmente a stare scalzi, i pericoli si riducono quasi a nulla e sono molto inferiori ai danni provocati dalle scarpe; ci sorprendiamo di quante asperità del terreno possono superare. Per quanto riguarda la sporcizia, se si evitano i centri cittadini e si privilegiano i terreni naturali, i piedi non si sporcano molto e lo sporco non è tenace: una lavata con spazzola e sapone alla sera e sono di nuovo puliti.

La ricerca del contatto diretto con la Terra è un segno di amore verso di lei. Viceversa, la suola delle scarpe ci separa da lei.

Se possiamo permettermi di dare qualche suggerimento: è importante che chi allestisce e gestisce terreni naturisti tenga conto della possibilità di percorrere tutto il terreno senza bisogno di indossare calzature: bisogna per questo solo evitare di utilizzare sassi appuntiti, il resto lo fanno i naturisti abituandosi alle asperità del suolo. Inoltre si possono invitare i naturisti a stare scalzi indicandolo sui cartelli che invitano alla nudità. Infine, siccome le immagini veicolano molte informazioni, nello scattarle e nel pubblicarle si può prestare attenzione a prediligere persone che sono completamente nude (piedi compresi).

Ultima riflessione: forse non è opportuno andare scalzi dappertutto: bisogna sapere riconoscere i pericoli. Però sovente si può andare scalzi anche fuori dai luoghi riservati al naturismo; ovviamene a casa, ma non solo: specialmente chi vive in campagna e nei paesi ha la possibilità nella stagione calda di trascorrere scalzo la maggior parte del tempo libero senza incorrere in pericoli. Fuori dagli ambienti naturisti dobbiamo investire un po’ di coraggio nella libertà del contatto sensibile con il suolo, ma riceveremo di ritorno molto benessere e fiducia in noi stessi. Ora andiamo verso la stagione calda: forza, andiamoci il più possibile nudi, quindi anche scalzi!

Per ulteriori informazioni, specialmente per approfondire gli aspetti salutari, possiamo consigliarvi i tre siti internet seguenti:

Notevole successo riscontrano in Germania i parchi con circuiti da percorrere scalzi, con tutti i tipi di terreni; informazioni sul sito:

Se volete discutere sul tema, ecco gli indirizzi di tre forum:

Potete inoltre richiedere una documentazione scritta a Franca e Francesco Ballardini (ANITA Lombardia Ovest).

 
 
 

ITALIA NATURISTA - RIFLESSIONE DI UN NUDISTA ONLINE

Post n°29 pubblicato il 25 Aprile 2009 da italianaturista1

Riflessioni naturiste…ricordando la Corsica

 
Essendo un animale estivo e solare entro sempre con una certa malinconia nel cambiamento delle stagioni che portano all’inverno. E tuttavia è nelle stagioni il senso dell’attesa del ritorno, della voglia di sognare un nuovo anno, una nuova estate, un’estate come quella che ho in parte trascorso in Corsica ad agosto, nel mio mese di vacanza.

Dopo oltre dieci anni di Croazia, peraltro comoda mèta per me che sono veneto, ho deciso, anche consigliato dal mio caro amico Mario, che ho conosciuto tra i circuiti di un computer e che ha formalizzato la mia anima naturista con una tessera, di cambiare posto, di vedere altri luoghi, altri ambienti naturisti.

Voglio premettere che, contrariamente alle mie abitudini, quest’anno sono partito solo, da single quale sono – sorrido a chi sorride di me e a chi ha sorriso, anche tra i naturisti iscritti – con animo sereno, con il desiderio di stare bene, di riposarmi, di conoscere gente, di godere della natura nella libertà e naturalezza della nudità.

Quindi zaino e tenda in spalla sono partito per la Corsica, arrivato a Bastia e quindi a Portovecchio, al campeggio del Villaggio “La Chiappa”. Mi piace arrivare in luoghi che non conosco e dove non conosco nessuno perché amo percorrere la natura cercando di capirla e così ho fatto, anche quando studiavo semplicemente il luogo dove mettere la tenda. Dei tedeschi stavano smontando la loro al mio arrivo, ci siamo salutati, ho chiesto loro come girava il sole ed ho deciso di fermarmi lì.

Primo atto della vacanza è stato liberarmi degli inutili vestiti, ho respirato profondamente per quanto stavo bene. Finito il “lavoro”, conficcati nel terreno gli ultimi picchetti, mi sono diretto verso la piscina e la spiaggia, curioso di conoscere l’ambiente. Il bagnino, un ragazzo francese col quale ho fatto subito amicizia, mi ha salutato. Mi è piaciuto subito il clima che percepivo perché, anche prima di conoscere singolarmente le persone, è una sensazione che senti a livello di pelle, guardandoti attorno, osservando gli sguardi.

Sono bastati davvero pochi giorni per stringere amicizia con molti ragazzi e ragazze ma anche con famiglie con bambini; ricordo con affetto una giovane coppia di Roma con due gemelle, con la quale sono rimasto in contatto ed altre amicizie che ancora continuano e spero continueranno. Sorrido ancora di più dentro di me se ripenso alle volte che ho discusso con alcuni naturisti patentati sulla giusta necessità – secondo loro – di considerare sempre potenzialmente pericolosi i ragazzi soli. Se non erro qualche campeggio naturista (?) italiano – ma io direi razzista – ha preso talmente alla lettera questo concetto da formalizzarlo nel suo regolamento.

Sono felice della vacanza che ho trascorso, della gente che ho conosciuto, dei sentieri che ho percorso libero e nudo per raggiungere altre spiagge, della natura rigogliosa e profonda che ho visto. Quanto si trasformano in miseria tanti discorsi…non esiste giustificazione o esperienza negativa che possa rendere qualcuno, a priori, pericoloso.

Esistono delle regole, è vero, e tuttavia tali regole devono fondarsi su valori condivisi. Io credo molto nel Naturismo, credo che abbia molto da insegnare a molti, credo che fondi il suo senso nel rispetto, nella serenità e correttezza dei rapporti, nell’accettazione della persona, qualunque e comunque sia.

Non credo che la chiusura per paura sia un buon modo di difendersi, per progredire e crescere. Credo sia necessario l’esatto contrario: aprire e contemporaneamente fare cultura naturista.

Essere poi fermi sui principi, certo, ed anche rigidi verso chi non li rispetta!

Mi permetto di chiudere dicendo che è ridicolo e costitutivamente contraddittorio organizzare eventi, occasioni (serate o incontri in piscina “preferibilmente rivolti a coppie o famiglie”) o luoghi dove si preferisce una categoria piuttosto che un’altra. Forse dovrebbe essere rivisto anche qualche statuto…

Leonardo Modulo - Padova

 
 
 

ITALIA NATURISTA - UN NATURISTA SCEMO E NUDO PER VOI!

Post n°28 pubblicato il 25 Aprile 2009 da italianaturista1

Mi sono avvicinato da poco al naturismo

 
 
Mi sono avvicinato da poco al naturismo

articolo di Daniele da Pescara

Provare per credere recitava qualche anno or sono, accompagnando il motto con un rapido gesto della mano, Guido Angeli, noto imbonitore televisivo che fece la fortuna di un ancor più noto mobiliere. E provare per credere avevo più volte letto sui vari siti che si occupano dell’argomento e che mi era capitato di visitare nelle mie peregrinazioni in rete, spinto dalla curiosità che la questione suscita.

Quale questione? Ma il naturismo perbacco; o per essere più precisi, il nudismo, argomento correlato al primo ma non sinonimo di quest’ultimo. Le domande cui cercavo risposta erano principalmente tese a capire quale fosse la caratteristica peculiare dei nudisti, cosa cioè spingesse persone, magari con fisici non scultorei, a spogliarsi pubblicamente. Spudoratezza? È possibile. Esibizionismo? Magari per qualcuno sì. Già…, come dire che di sicuro non fa per me. Fino al momento in cui, in una di quelle meravigliose giornate di fine maggio, sulle rive di un laghetto alpino, mentre pregusti i “caldi” che la bella stagione ti regalerà, vedi arrivare dei ragazzi in bicicletta, sudati e rossi per la salita, che, con la massima naturalezza, si spogliano totalmente e fanno un bel bagno. Poi ne arrivano altri e fanno la stessa cosa. Allora qualcosa “scatta” e senti che in quel posto ed in quella situazione l’avere un costume è un limite.

Credo rappresenti motivo di riflessione il fatto che, quando le persone sono nude, generalmente si crea un clima di intesa e di grande democrazia: spariscono proprio tutti quei segni esteriori delle differenze sociali. Questo mi incuriosiva assai. Del resto, nella mia vita, ho sempre voluto provarle sulla mia pelle, le cose. Dalle corse in macchina al paracadutismo! Sicché, volete che uno che “sale” a 5000 metri e poi si butta da un aereo possa tirasi indietro di fronte al fatto di togliersi un paio di slip? Così, con naturalezza ed una punta di spregiudicatezza che solo la curiosità intellettuale fornisce, mi sono spogliato, restando totalmente nudo, e, con mia grande sorpresa, gli altri ragazzi quasi non mi hanno guardato, ma mi hanno immediatamente accettato nella compagnia, invitandomi ad entrare in acqua, più a gesti che a parole, dal momento che non si parlava la stessa lingua.

Di fatto, da quel momento, l’interesse per la nudità e più in generale dello stare nudi ha assunto per me tutt’altra connotazione ed importanza. Del benessere fisico che si prova in questa nuova condizione, diffusamente si parla in tutti i siti e pubblicazioni sull’argomento, ed io stesso in quella occasione (ma poi anche in seguito) ebbi modo di sperimentarlo, ma di quello intellettuale quasi non vi è traccia, giacché la nudità non è solo uno stato di “svestizione” ma un vero e proprio “clima” nuovo, che nulla ha a che fare con le rilevazioni meteorologiche.

Di sicuro c’è il fatto che una volta nudi non si torna più ad indossare costumi, vivendo, anzi, questa seconda condizione come frustrante e deludente. Di sicuro, però, c’è anche il fatto che non siamo soli. Tutta una serie di rapporti interpersonali e di convenzioni sociali ci legano al mondo circostante, e se, dunque, delle varie problematiche ormai siamo tutti coscienti, la domanda alla quale non ho ancora trovato risposta è: quale deve essere il comportamento da seguire con chi ci vive accanto? Potendo scegliere, avrei scelto di fare le mie scoperte qualche anno prima, con i figli molto piccoli, così da poter essere guida ad una nudità spontanea, ma tant’è, ci sono arrivato solo adesso, ora che ho una moglie “perplessa” e tre figli non più piccolini.

Tre figli che, tanto per fare un esempio, non si sono mai posti la questione e che, tanto per dirne un’altra, per una vita si sono mostrati “abbastanza” riservati sulle rispettive nudità. La mia compagna, Paola, non comprende bene questa mia nuova “necessità” e certamente ha le sue idee, peraltro non molto favorevoli seppur rispettabilissime, ma questo non le impedisce di seguirmi con amore. Come integrare e fondere posizioni così diverse, amalgamandole alla mia, senza creare traumi o sconvolgimenti? Non ho la bacchetta magica né soluzioni ideali preconfezionate; devo quindi risolvere le cose cercando di fare appello al buon senso ed alla ragione.

Paola, ad esempio, ha cercato di capire quali fossero le ragioni che mi hanno indotto ad avvicinarmi al nudismo solo ora, ed essendo lei fondamentalmente un’esteta, non vede troppo di buon occhio la nudità, quando questa va a scoprire “magagne” ed “imperfezioni” che ogni corpo esposto non solo al sole ma anche agli occhi degli altri, possiede. Non che ciò sia grave o inconciliabile con la dignitosa nudità di chiunque, intesa come libertà e per certi aspetti come recupero di antiche culture, ma rappresenta per lei, personalmente, motivo di disagio e di ciò devo tenere conto.

In me, comunque, qualcosa era cambiato e mi sono trovato a dover affrontare il primo vero problema tangibile e cioè quello del “posto” in cui praticare il nudismo. Sì, perché, sebbene il focolare domestico sia il primo e più naturale dei luoghi, con i figli che non hanno mai considerato seriamente questa pratica, non è che dalla sera alla mattina puoi cominciare a girare nudo per casa…

Scartati luoghi lontani, dato lo scarso tempo a disposizione, chiesi aiuto, in un momento di disorientamento, ad Andrea Grasselli di Italianaturista su come proseguire lungo questo percorso che stava aprendo un rinnovato rapporto con me stesso. Andrea, che conosco solo tramite posta elettronica, è persona disponibile e si rese subito accessibile con una serie di consigli, ma, tra le altre cose, mi comunicò che a lui non risultavano posti da me facilmente raggiungibili. Ciononostante mi incoraggiava a proseguire nella mia esperienza.

Insieme a Paola provammo tre volte ai “Sassi Neri” e quantunque le giornate fossero molto belle e soleggiate con una decina di naturisti intorno, il clima non era favorevole. L’ambiente non era rilassato, e non era l’ideale per incominciare un “percorso” da nudisti… un occhio al mare e uno alle vie d’accesso… Risultato: io mi spogliai interamente, Paola no.

Allora decisi di affrontare il problema senza mezze misure. Prenotai i soli quattro giorni di ferie che avevamo presso il Naturist Sporting Club di Vico del Gargano; ci fosse piaciuto o no, in ogni caso si poteva stare nudi, almeno così confidavo, senza il pericolo di veder arrivare qualche sudato tutore “dell’ordine” a chiedere i documenti.

L’avessi fatto prima! Sono stati quattro giorni di sole, piscina, mangiare e dormire, il tutto assolutamente nudi, con una tranquillità e una naturalezza da far pensare di essere nel Paradiso Terrestre. Mi sono reso conto che per almeno sei mesi all’anno si potrebbe vivere senza indumenti tutto il giorno. I proprietari gentili e disponibili, attenti nel selezionare le persone, hanno contribuito non poco a creare distensione, e Paola, dopo mezza giornata era nuda vicino a me sul bordo della meravigliosa piscina dello “Sporting” a prendere il sole. Se le sue perplessità rimangono, almeno il ghiaccio è rotto ed ho avuto modo di coinvolgerla in questa nuova dimensione.

Quattro giorni passano però in un lampo, quindi al mio ritorno sulle spiagge affollate il problema di dove spogliarmi si è nuovamente posto. Così ho iniziato, con l’aiuto del mio scooter e della barchetta di un amico, a cercare sulle coste della mia regione una qualche caletta relativamente appartata, impresa da far “tremare i polsi” anche ad Ulisse! La ricerca è stata dura, ma l’ho trovata. Certo, ogni tanto qualche persona arrivava, ma ho “imparato” a sentirmi via via più sicuro, fino a quando mi è sembrato del tutto naturale restare nudo in presenza di chiunque (anche se di tanto in tanto capita che qualcuno si fermi nelle vicinanze, rigorosamente “armato” di costume e si ha l’impressione che lo faccia apposta), vincendo i primi naturali momenti, nei quali ti sembra che tutto il mondo guardi solo te, in particolare se a passare erano ragazze.

Purtroppo non ho avuto la fortuna di incontrare altri nudisti; peccato, sarebbe stato molto bello poter allargare il gruppo. Sì, perché a lungo andare è frustrante praticare il nudismo “solitario”, visto che comunque, Paola, se la “zona” non è... come dire…, autorizzata, non mi accompagna. Non ricordo dove, ma lessi che il naturismo è attività da praticare in gruppo, e con l’esperienza maturata, mai parole furono più indovinate. In ogni caso, con un po’ di volontà, ma soprattutto con una grande determinazione, ho potuto prendere un’integrale abbronzatura di quelle da far invidia ad un bagnino! Certo, i problemi non sono risolti, in casa non giro nudo se non qualche volta, quando non ci sono i figli, la bella stagione è finita e le perplessità di Paola sono rimaste.

Vero è che in ogni caso ho avuto le mie soddisfazioni, utilizzando però enormi quantità di perseveranza, ma con l’inverno alle porte, avrò la possibilità di proseguire? Chissà… magari tutto si risolverà con la massima naturalezza, così come è iniziato! Soprattutto, chissà se da qui ad un anno, con l’avvento della prossima estate, avrò incontrato qualche coppia di amici, o anche solo singole persone “serie”, per formare un piccolo gruppo compatto!

Meglio incamminarsi, sia pure a piccoli passi, piuttosto che restare irrimediabilmente fermi a vedere la vita che passa veloce accanto… non vi pare?

Au revoir.


Daniele da Pescara
daniele330@interfree.it

20 novembre 2004

 
 
 

ITALIA NATURISTA - PERCHÈ ANDARE NUDO SULLA SPIAGGIA ITALIANA!

Post n°27 pubblicato il 25 Aprile 2009 da italianaturista1

Un bel modo per diventare naturisti

 
 
Il segretario dell'UNI Lazio ha inviato alla redazione di Italianaturista questa bellissima testimonianza. La pubblichiamo volentieri, nella speranza che possa essere da incoraggiamento per divulgare il naturismo.
Per la redazione: Andrea Grasselli




Un bel modo per diventare naturisti



Cari amici,
desidero raccontarvi un simpatico episodio di "iniziazione naturista" che ho vissuto qualche giorno fa (domenica 21 maggio), insieme con altri amici naturisti di Roma che mi hanno accompagnato alla spiaggia di Alberese.

Solito lungo tragitto, parcheggio (ora costa ben 6 euro al giorno!!!), e solita lunga passeggiata alla ricerca di un posto tranquillo. Finalmente, dopo circa 2 km (già i miei bimbi protestavano), incontriamo altri naturisti, tra cui una coppia che si era accomodata in uno dei tanti capanni di tronchi. Mentre ci stavamo sistemando notiamo due giovani donne che si erano messe un pochino più giù: una era in topless, l'altra in bikini.

Poco dopo una delle due ragazze si avvicina al nostro gruppo per chiedere un favore: si è persa il contenitore della crema solare, e desidera averne un po' per non scottarsi. Subito qualcuno la accontenta; ma prima che vada via, le dico: "Adesso la chiedo io una cosa a voi: visto che siete in una spiaggia frequentata da naturisti, perché non vi spogliate anche voi?" La ragazza mi guarda un po' stupita... loro vengono da zone lontane, sono in Maremma per studiare in vista di un importante esame, sono volute venire in spiaggia per ripassare, neanche sapevano che fosse un luogo frequentato da naturisti, semplicemente era piacevole camminare e si sono allontanate un bel po' dal parcheggio. "Io il reggiseno non lo porto mai in spiaggia", mi dice, "ma ho difficoltà a levarmi l'altro pezzo; sai, la sabbia...". OK, per ora il dialogo finisce lì.

Poco dopo faccio un giretto in zona per diffondere del materiale informativo sul naturismo e sulla nostra associazione, e naturalmente vedo di nuovo le due ragazze. Il tempo di consegnare un volantino, due chiacchiere e via, anche perché stanno studiando e non mi pare il caso di disturbare. Mi limito a dir loro che più tardi ci divideremo un ciambellone; un po' sul serio, un po' per scherzo, preciso loro che devono venire a mangiarsene una fetta, ma... senza costume! Passa ancora un pochino di tempo... ecco riapparire la prima ragazza, stavolta nuda: desidera di nuovo avere la crema, perché altrimenti si scottano il sedere tutte e due!

Dopo pranzo, chiamiamo a raccolta gli altri naturisti presenti più in vicinanza (abbiamo conosciuto anche una giovane coppia della provincia di Firenze); si uniscono anche le due ragazze, che si muovono con il loro nuovo "abito" con estrema naturalezza. Taglio del ciambellone, quattro chiacchiere piacevoli tra amici, ovviamente pubblicità alle altre spiagge naturiste della Toscana e cenno alla festa del 4 giugno... insomma, un incontro veramente piacevole!

Dopo un po' io ed i miei bimbi ci siamo preparati per andare via; naturalmente, siamo tornati a salutare le due ragazze, che stavano ancora tranquillamente a prendere il sole "al naturale". Saluti, scambi di e-mail,... e chissà che una volta o l'altra non ci si possa incontrare di nuovo, anche se le distanze sono considerevoli!

Visto come è facile? Anche per chi non l'ha mai fatto, spogliarsi diventa la cosa più naturale, purché ci si trovi nella situazione giusta. Certo, è stato un caso favorevole, perché potrebbe anche capitare in spiaggia naturista qualche persona "testona", che pur trovandosi in un ambiente umano così accogliente decida tuttavia di tenersi gli abiti ben incollati addosso, e certo nessuno li può "legalmente" cacciare fuori. Però... forse è giusto che noi naturisti, pur con discrezione e nel pieno rispetto della libertà altrui, invitiamo gli altri ad avvicinarsi al naturismo, senza adottare tattiche "rinunciatarie".
Morale della favola: portatevi volantini e dolci in spiaggia, possono essere utili!

Un caro saluto a tutti gli amici naturisti che mi leggono


28 maggio 2006

 
 
 

ITALIA NATURISTA - SCONTO PER NUDISTI ITALIANI!

Post n°26 pubblicato il 25 Aprile 2009 da italianaturista1

Sconto traghetti Italia - Croazia

 
 
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  • il sopraindicato sconto sarà applicato sulle linee Croazia Jet, Pescara Jet e Vola a Zara solo dalle biglietterie SNAV di Ancona e Pescara:

    ANCONA tel. 071 207 61 16 fax 071 207 60 64 – 54 859
    PESCARA tel. 085 454 90 89 fax 085 451 08 82

Per l'A.N.ITA., il presidente Massimo Guiggiani
Sconto crociere naturiste in Croazia

 
 
Sconto per i soci A.N.ITA.


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Le nostre crociere sono accuratamente selezionate per i soci ANITA.

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