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Sentenze assolutorie per Marina di Alberese Tutte le persone denunciate nel corso dell'estate 2003 per aver fatto naturismo a Marina di Alberese sono state assolte con formula piena.Questi le date e i numeri delle sentenze assolutorie del Giudice di Pace di Grosseto:- 17 giugno 2003: n. 109 e 110/03 (fra cui quella del nostro corrispondente Daniele Bedini);- 21 novembre 2003: N. 176/03;- 21 aprile 2003: n. 56 e 57/04;- 16 luglio 2004: due assoluzioni con sentenza da pubblicare.A queste vanno aggiunte varie archiviazioni. Assoluzione del giudice di pace di Grosseto del 2003  da Il Tirreno di mercoledì 18 giugno 2003SENTENZA DEL GIUDICE DI PACEIl nudismo non è reatoCompletamente assolti due turistiErano stati denunciati per atti contrari alla pubblica decenzaGROSSETO. Prendere il sole nudi nel Parco della Maremma non è reato. Hanno vinto così la loro battaglia due naturisti che, nel luglio dello scorso anno, avevano deciso di prendere la tintarella integrale, nella zona di Collelungo, piuttosto defilati dagli alti bagnanti. Il giudice di pace, Vincenzo Capani li ha assolti. In particolare il magistrato ha accolto le tesi dei difensori, Leporatti e Sforzi che tutelavano gli interessi di Daniele Bedini, residente a Montelupo Fiorentino (il fatto non sussiste) e Marco Sernesi, abitante a Milano (il fatto non costituisce reato). I due si erano opposti al decreto penale; ritenevano che il naturismo, senza alcuna esibizione, rappresentasse un loro diritto non censurabile da un punto di vista penale.Il controllo era stato effettuato dai carabinieri della stazione di Alberese; in borghese erano intervenuti nella zona dopo le proteste di alcuni bagnanti. C'è chi è solito passeggiare sulla spiaggia e quindi non accetta la tintarella integrale. Telefonate al «112» e servizi di vigilanza; il primo a dover dare le proprie generalità era stato Marco Sernesi di Milano.Stava sonnecchiando su una duna con la testa appoggiata su uno zaino, vicino a un ombrellone. Si trovava a circa due chilometri dal punto più affollato del litorale. Un chilometro più avanti, sempre nella zona di Collelungo c'era l'architetto Daniele Bedini, socio dell'associazione naturista italiana. Al momento del controllo si trovava a circa tre chilometri dalla zona più frequentata: erano circa le 14 del due luglio dello scorso anno e lui, stando supino, prendeva la tintarella integrale leggendo in pieno relax un libro. Anche per lui denuncia alla magistratura per atti contrari alla pubblica decenza (articolo 726 del codice penale). Quello stesso giorno c'erano state tre o quattro segnalazioni alla procura della Repubblica. Gli altri avevano accettato il decreto penale, pagando la multa. I due, invece, avevano deciso di opporsi perché quell'area del Parco della Maremma è molto lontana dai luoghi frequentati dalle famiglie con bambini e dagli altri bagnanti. Davvero una faticaccia arrivarci.Le arringhe degli avvocati Bruno Leporatti e Simonetta Sforzi, hanno appunto focalizzato l'attenzione del giudice di pace sugli aspetti sociali e culturali della vicenda.«I primi processi al tribunale di Grosseto per il nudo integrale - ha detto fra l'altro l'avvocato Leporatti - risalgono a 25 anni fa. Ci furono anche dellle sentenze di assoluzione da parte dei pretori del capoluogo maremmano. Ma, in questa sede non stiamo certo facendo la storia del diritto: dobbiamo solo prendere atto che il cosidetto comune senso del pudore si è evoluto. C'è stata una sorta di rivoluzione copernicana per quel che riguarda anche gli spettacoli televisivi. Insomma l'atmosfera è cambiata. In ore di massimo ascolto si esibiscono attrici con costumi succinti. Ci sono state anche inchieste, con tanto di immagini, sulla vita delle porno star. Nel caso dei naturisti l'essenziale è che tutto avvenga senza ostentazione».Sulla stessa linea l'avvocato Simonetta Sforza: «I naturisti - ha detto - - certo prendevano il sole nudi, ma erano lontanissimi dagli altri. Nessun reato dunque. Solamente un desiderio di avere un maggior contatto con la natura in un abiente splendido che l'Europa ci invidia».