SCORCI DI VITA

solo sogni...?


Il sogno comincia così: con A. facevo parte di un gruppo che si apprestava con un aire molto gioioso a fare una scarpinata su per i monti. La cosa ci è stata impedita dal gruppo che ci precedeva che doveva partire prima di noi e stranamente al momento dell’avvio voleva farlo alla maniera dei corridori olimpionici e retrocedendo, a mo’ di molla. In questa maniera veniva addosso a noi spingendoci quasi sgarbatamente nella cunetta vicino alla quale noi ci trovavamo.Forse a causa di questa difficoltà  il sogno cambia ambientazione e mi trovo in una casa sconosciuta, grande, con un enorme giardino, non sono sicura che  fosse la mia, ma probabilmente sì.C’era tanta gente, molte persone conosciute e altre no, parenti e amici. Era un ambiente ad alto livello di socialità, si usava Internet e a momenti capitava che arrivasse gente  direttamente dall’etere.Nel giardino ho trovato una tartaruga e la gioia era grande nonostante non sembrasse in piena salute: aveva il guscio rovinato, rotto in più di un punto e per questo spesso lo perdeva e rimaneva “nuda”. Uno dei ragazzi che erano lì si è offerto di fare qualcosa per ripararlo in modo che non lo perdesse più e io gli proposi l’idea, che apparve a  tutti geniale, di usare una pinzatrice. Presto fatto, la tartaruga venne messa a scorrazzare in  giardino.Un altro dilemma si è presentato alle persone presenti e anche a quelle nell’etere, a mo’ di sondaggio ci si chiedeva: “ E’ sensato che A. e M. ritornino a fare coppia?” Loro erano presenti in carne ed ossa e apparivano molto innamorati. Tutti cominciano a dire la propria ed è un unanime sì , solo una figura femminile comunicava con una mail il suo deciso dissenso. Questa persona si materializza e A. si distacca a malincuore da M. sentendo il bisogno di andare ad accoglierla alla porta per annunciarle che la decisione era stata presa comunque. A questo punto mi distraggo da loro e mi avvicino ad un tavolo al quale siedono G., S., V. e altri. Mi interessava di conoscere il loro nuovo indirizzo email e soprattutto consigliare loro, se già non l’avessero fatto, di andare a visitare il sito di Jacopo Fo. Mentre mi rivolgevo loro sentivo che qualcuno da dietro mi baciava ripetutamente sulla guancia, ma ci facevo caso distrattamente, tanto ero impegnata a parlare, un po’come farebbe una mamma assalita dalle coccole di un figlio in un momento poco opportuno o una fidanzata poco disposta alle effusioni del fidanzato. Solo dopo un bel po’ mi rendo conto che era M., arrivato all’improvviso dopo tempo che non ci si incontrava. “Finalmente ti accorgi di me..” Allora l’ho salutato  molto affettuosamente.Nella scena seguente mi ritorna in mente la tartaruga e il desiderio di vedere se il rattoppo ha funzionato. Mi avvicino ad una finestra situata al pianterreno per guardare fuori e salgo sul davanzale per avere una più ampia visuale, allungo lo sguardo verso il giardino e a quel punto mi ritrovo a salire sempre più in alto, all’improvviso sono ancora sul davanzale ma ad un’altezza tipo al secondo piano, con una sensazione di vertigine sempre più attanagliante. Mentre mi sento sempre più prossima a cadere, sento S. che dall’ interno con calma attira la mia attenzione  cercando di tranquillizzarmi e guidandomi a farei movimenti giusti. “Tranquilla… tieniti al muro e girati piano… non guardare di sotto, ora siediti…” ho sentito il panico scemare e con un salto sono tornata giù.