Mestizaje

Vicenza: riparte la democrazia?


E se fosse solo l’inizio di qualcosa? E se questo “esperimento” portasse veramente all’elezione alla carica di sindaco della rappresentante del Presidio Permanente Cinzia Bottene? Che bell’esempio sarebbe per la nostra democrazia finita così in basso dall’utilizzo che ne è stato fatto da parte dei nostri dipendenti! Aver letto questa notizia mi ha riempito di speranza, se davvero i vicentini voteranno in massa per la Lista Civica Vicenza Libera sarebbe il più fulgido esempio di democrazia partecipata e “dal basso”. Sarebbe un esempio per quei giovani (e non) che finora non hanno trovato sbocchi al loro essere attivi nella società, persone a cui sono state chiuse le porte in faccia…Di seguito trovate un’intervista alla candidata sindaco Cinzia Bottene pubblicata da Il Giornale di Vicenza.Il movimento del “No” è diviso in tante liste? È vero, ma noi siamo il traino. Al ballottaggio? Non ci venderemo, deciderà l’assemblea di Marco Scorzato (Il Giornale di Vicenza) Partiamo dalla fine, via il dente via il dolore: giovedì scorso, a due settimane dalle elezioni comunali, tre esponenti del Presidio vengono perquisiti nelle loro abitazioni dalla Digos. Lo dispone, nell’ambito dell’indagine sull’attentato all’oleodotto del luglio 2007, il pm Paolo Pecori. Il padre di Massimo, candidato sindaco Udc. Che è concorrente, nella corsa al Palazzo, proprio della leader del Presidio Cinzia Bottene, candidata a capo della lista “Vicenza Libera”. Boom. Scoppia la polemica. «Non giudico - attacca la Bottene - rilevo solo l’inopportunità di disporre le perquisizioni alla vigilia del voto. Sono passati otto mesi dall’attentato, aspettare due settimane non avrebbe cambiato nulla. Anzi, il pm avrebbe evitato le contestazioni. Comunque non mi preoccupo, già in altre occasioni ci hanno criminalizzati, soprattutto alla vigilia delle manifestazioni, ma i vicentini hanno risposto senza farsi influenzare». Chiusa la parentesi giudiziaria. Che cosa l’ha spinta a candidarsi? Due motivazioni. Primo: la delusione, il non riconoscermi in una politica così poco trasparente, fatta per l’autoconservazione dei partiti. Secondo: la speranza, il non rassegnarsi al “non voto”, cercare di fare una politica per gli interessi collettivi e non di bottega. Voi del Presidio siete “scesi in campo”. L’area dei comitati anti-base, invece, ha scelto di restare fuori dalla competizione e di sostenere i candidati che si impegnano per il “no”. Non rischiate di rompere il fronte? Il movimento No Dal Molin è sempre stato variegato, non abbiamo la presunzione di rappresentarlo tutto. A volte abbiamo agito uniti, ma ci teniamo all’indipendenza. I No Dal Molin sono sparpagliati in almeno sei liste. Non avete dialogato per evitare la dispersione? Con qualcuno sì ma non con le liste di partito. Dei partiti non mi fido. La Equizi? Dice che siamo troppo di sinistra, ma ha frequentato il Presidio per oltre un anno e si è smarcata alla vigilia del voto. Onestà e coerenza pagano, perciò alla fine abbiamo deciso di andare da soli. Del resto siamo stati noi il traino del movimento, quelli che finora hanno tenuto aperta la questione della base. Ancora aperta? Tutte le istituzioni hanno detto «sì» e ora c’è pure l’affidamento dell’appalto...Che la macchina sia in moto è in dubbio, però io guardo all’altra faccia della medaglia: i ritardi sui tempi d’esecuzione, le istituzioni che sentono il bisogno di riconfermare di continuo decisioni già prese, segno di debolezza. Non si è deciso nulla sulla tangenziale nord, se non che la pagano gli italiani. I 5 punti dell’ordine del giorno del Consiglio comunale stanno cadendo uno alla volta. Che fine farà l’aeroporto? E gli appalti vanno ad arricchire le coop rosse e non i vicentini. Ma non c’è solo il Dal Molin. Un candidato sindaco dovrebbe avere un programma per la città. Non accetto che ci dicano che siamo monotematici. Il nostro programma ha tre punti cardine: pace, difesa dell’ambiente e difesa della vera democrazia. In concreto, le prime tre azioni che farebbe da sindaco? Innanzitutto, preparerei un ordine del giorno in senso contrario a quello del 26 ottobre 2006. Così non darei al governo la possibilità di strumentalizzare il voto del Consiglio comunale come invece la precedente maggioranza ha consentito. Secondo, metterei mano all’Aim, gioiello della cittàspartito come una torta a vantaggio di pochi. Aim politica o no? No, la politica resti fuori dalla gestione di Aim: ci vogliono manager competenti ed onesti. Alla politica spettano solo l’indirizzo e il controllo. Terzo impegno? La salvaguardia dell’ambiente, far vivere tutte le zone della città senza dimenticarne alcune, altrimenti diventano insicure. E soprattutto metterei mano alle regole per dire basta alla speculazione edilizia. Eleggere un consigliere sarà un successo? Vorremmo entrare in Consiglio non per gestire il potere, ma per “aprire” l’Aula ai cittadini, come una scatola di vetro. Daremmo alla gente le informazioni che oggi non ha. L’altro giorno, in centro, lei ha urlato al megafono che «un’altra giunta di centrodestra sarebbe la morte della città». Un minuto dopo avete crocifisso il governo di centrosinistra. Per chi tiferete in caso di ballottaggio? Ci sono partiti che giàparlano della spartizione degli assessorati. Non ci interessa nulla di simile. Se ci corteggeranno? Ne discuteremo in assemblea, di certo non ci venderemo.Casalinga. Da due anni, da quanto è scoppiato il caso Dal Molin, tutti la conoscono così: 51 anni, sposata, un figlio di 21 anni, quasi vicentina - nel senso che la sua casa sorge a Caldogno «a 20 metri dal confine con Vicenza». E, appunto, casalinga. Alle spalle però Cinzia Bottene ha 18 anni da impiegata. La politica, invece, è una folgorazione recente. Prima di questa tornata elettorale non l’aveva mai fatta: mai una tessera di partito, assicura, mai una candidatura. «Nemmeno vita associativa. Non ho partiti di riferimento, mi regolo in base ai momenti e alle persone candidate. Peròmai a destra». Così fino a due anni fa. Fino a quando esplode il caso Dal Molin e la casalinga diventa leader e simbolo della lotta (molto femminile) contro la base. Megafono (e pentole) in mano, guida le marce dei 100 mila e dei 30 mila, occupa la Basilica e la prefettura, sempre in prima fila. Un personaggio. Tanto che Santoro e Lerner la ospitano nelle loro trasmissioni tv. Ora la corsa a sindaco. Un bel salto, ma per molti, a questo punto, non inatteso.Visitate il sito della lista (cliccando qua) potete trovare le iniziative (particolarmente interessante la novità della campagna elettorale in bicicletta), il programma, gli eventi delle prossime due settimane e infine la lista dei candidati al consiglio comunale.CINZIA SINDACO SUBITO!!!