Mestizaje

Meglio aborto oggi che Ferrara domani!


Il Platinette Barbuto non conosce vergogna…oltre a presentarsi alle elezioni con una lista farsa che ha come programma la negazione di un diritto sacrosanto, ha fatto di più…anzi fa di più…va a fare comizi in giro per l’Italia!!! L’altro ieri ha deciso di andare a tenere un suo bel comizio medievale a Bologna, peccato che i centri sociali abbiano organizzato una manifestazione contro questo comizio. Ovviamente quello che è successo, è in tipico stile italiano ovvero il Platinette Barbuto si è presentato scortato dalla polizia, ha provato a tenere il suo comizio, è stato insultato e quasi (purtroppo solo quasi) menato ed è poi “scappato” sempre scortato dalla polizia; in tutto ciò, sempre perché in Italia le cose le si fa per bene, i manifestanti sono stati caricati dalla polizia. Reazioni a questo fatto? La solidarietà del mondo politico a quel coglione obeso…MA CHE CAZZO! E del fatto che una ragazza di 20 anni è stata picchiata? E che addirittura il capo della digos abbia schiaffeggiato un poliziotto perché usava troppa violenza? Niente? Nessuna dichiarazione che mostri un minimo di sdegno per il comportamento della polizia? Il fatto che al coglione bisogna garantirgli la parola mentre ai manifestanti sono riservate solo manganellate non sconvolge nessuno? Beh…a me ancora sì, l’ennesimo esempio di che pasta è fatta la polizia italiana e pure la politica visto che pure il “rosso” Bertinotti si è mosso subito per mostrare al coglione la sua solidarietà………….su quest’ultima cosa non ho commenti, solo insulti! Ecco il racconto dell'inviata de Il Manifesto.Marianna la faccia di quel poliziotto se la ricorderà bene e anche l'impugnatura del manganello che l'ha colpita così vicino all'occhio sinistro. E' livida di rabbia Marianna e si tiene il ghiaccio appoggiato sulla botta che si sta visibilmente gonfiando. «Ho intenzione di denunciarlo, sicuramente lo farò», dice. La studentessa di 21 anni era come tante altre giovanissime in prima fila ieri pomeriggio durante la contestazione in piazza Maggiore del comizio di Giuliano Ferrara arrivato a Bologna con la sua lista pro-life. Una contestazione radicale fatta di fischi, insulti, lanci di ortaggi e uova ma praticata da persone a mani nude. E sulla quale in serata si è espresso il sindaco Sergio Cofferati per condannarla: «È inaccettabile che una piazza venga trasformata nel luogo dell'intolleranza. Tutti devono essere in condizione di poter sostenere pubblicamente le proprie tesi e le proprie opinioni e a nessuno deve essere impedito di parlare», ha detto il sindaco. Non è stata l'unica, Marianna, a ricevere una bastonata a freddo dagli agenti del reparto mobile di Bologna. In una gestione decisamente pessima della piazza si sono viste manganellate gratuite e calci a chi aveva la sfortuna di finire a terra. Addirittura un celerino ha preso una ragazza per i capelli e si è beccato un sonoro schiaffo dal capo della Digos bolognese Vincenzo Ciarambino che gli era subito dietro. Un uomo con un bimbo in braccio ha denunciato che alla sua compagna incinta di sette mesi è stato dato un calcio. Insomma un tardo pomeriggio pessimo quello bolognese di ieri che si è concluso con la presa simbolica del palco e la distruzione del manifesto della lista antiabortista. Alla fine i manifestanti hanno contato quindici persone contuse lievemente. A fare le spese dei tafferugli anche un cronista di Repubblica e un fotografo. Il primo ha rimediato dei punti sulla testa. Durante la bolgia che si è creata mentre Ferrara scendeva dal palco, ha ricevuto una sedia sul capo, forse indirizzata proprio al giornalista. Lo stesso che non è certo rimasto a subire la contestazione in modo ghandiano e ha a sua volta rilanciato un pomodoro che gli era stato tirato. Nessun reale motivo scatenante per l'intervento dei celerini ma molto nervosismo che si respirava già dall'inizio visto che in contestatori erano riusciti ad eludere la chiusura di piazza Maggiore con le transenne arrivando molto presto nel pomeriggio. All'appello dei centri sociali bolognesi hanno risposto circa duemila persone, le uniche presenti nella piazza. Se non fosse stato per loro al comizio di Ferrara ci sarebbero state sette militanti. E infatti al suo arrivo l'animatore della lista «Aborto? No grazie» è quasi contento di tutta quella pubblicità. «I fischi sono la sostanza della democrazia, hanno l'identico valore degli applausi», ha dichiarato Ferrara. Mentre la contestazione cresceva al suono di «fascista, buffone, vergogna» i ragazzi del centro sociale Tpo riuscivano a portare sotto il palco lo striscione «Fuori i corpi dal vostro controllo». Ma la tensione ha iniziato a salire sul lancio dei pomodori e quando un gruppettino ha tentato di conquistare il palco ed è stato respinto. Poi le manganellate e la fuga del giornalista verso l'automobile protetto dalla polizia e circondato dai manifestanti. La sua auto è stata raggiunta da un paio di bottiglie. In piazza rimangono solo gruppi di persone a urlare verso la polizia. C'è anche Marianna. E' ancora lì perché vuole rivedere l'agente che l'ha picchiata, vuole sapere il suo nome. Lui c'è, protetto da quel casco che tanta impunità è valsa alle violenze della polizia. E infatti è il primo che viene fatto salire sul cellulare.Viola Valentini – Il Manifesto – 2 aprile 2008