Mestizaje

LIBERTA' PER TUTTI/E!!!


Come poter credere ancora alla stampa di regime??? Come poter digerire un articolo scritto e confezionato solo per apparire “lindi” agli occhi dell’opinione pubblica??? Come si fa a parlare di “ospiti” quando nella realtà dei fatti questi esseri umani sono DETENUTI senza aver commesso nessun crimine per giunta non in un carcere, dove almeno qualche diritto potrebbe venir loro riconosciuto, bensì in questi LAGER (perché tali sono i CPT) dove viene negata loro qualsiasi richiesta e anzi dove se osano chiedere rispetto e un trattamento da esseri umani, passano la solerzia di manganellatori della ben nota polizia di stato…il tutto, ovviamente, sotto l’attenta osservazione del personale della Croce Rossa Italiana (che gestisce il centro) che quantomeno legittima la condotta delle forze del (dis)ordine, non denunciando gli episodi di violenza e anzi coprendoli attivamente. Per quanto riguarda la Croce Rossa Italiana sarebbe davvero interessante poter intervistare veramente chi “lavora” tutti i giorni all’interno di Corelli per chiedergli come mai l’organizzazione, che più di ogni altra dovrebbe garantire e salvaguardare i diritti umani, li viola palesemente tutti i giorni. Queste persone chiedono soltanto libertà!!! Lo status di clandestino viene affibbiato loro dallo stato italiano, lo stesso stato che poi in base a quello status li perseguita, li umilia e li detiene in posti paragonabili più ai famigerati campi di lavoro nazisti che a centri di accoglienza!!!LIBERTA’ PER TUTTI/E!Durante la lettura inserirò alcune mie precisazioni, contrassegnate dalla sigla ndj (nota di jackflash), per smascherare le bugie che vengono dette durante il racconto; queste precisazioni non sono frutto della mia immaginazione ma sono tutte documentabili e le trovate nei vari documenti disponibili a questo indirizzo: http://lombardia.indymedia.org/?q=node/7732Il viaggio "perfetto" al CPT di via CorelliUn compitino perfetto. Anche troppo, per non destare qualche perplessità. Stamattina era tutto in ordine, tutto lindo, tutto perfetto: tutto organizzato. Abbiamo visto, abbiamo fotografato, abbiamo filmato, ma solo quello che loro volevano vedessimo. Siamo stati portati a passeggio, e poi riportati a casa, con un piccolo biscottino in bocca al posto dell'osso che chiedevamo.Stamattina sono stato all'interno di un posto di cui si parla tanto, e ancora di più si scrive, ma di cui poco o nulla si sa: il CEI (Centro di Identificazione ed Espulsione, una volta più noto come CPT, Centro di Permanenza Temporanea) di via Corelli 28 a Milano. Una pattuglia di consiglieri comunali guidati dal deputato Matteo Salvini della Lega Nord (quello che padanamente ha bruciato il campo ROM nei pressi di Opera ndj) chiedeva una visita al centro dallo scorso dicembre, alla fine spuntata per la mattinata di oggi. L'invito è stato esteso alla stampa, e alla fine siamo entrati circa in una quindicina di cronisti. Io l'ho saputo ieri sera alle 22, e mi sono accreditato all'ultimo nella garitta fuori dall'ingresso! Clamorosamente l'esercito mi ha fatto meno storie di qualsiasi altro ente con cui abbia avuto a che fare! Esistono ancora posti dove il mitico tesserino blu conta ancora qualcosa...Queste sono le foto di quello che ho visto stamattina (le ho messe tutte insieme ndj). Vi avviso: non vedrete immigrati, e nemmeno militari. Nemmeno gran parte degli ambienti dove siamo stati, in cui non ci è stato permesso di fare alcunché. Di persone vedrete a stento noi. Ci è stato detto da subito: "vietato fotografare qualsiasi persona, pena l'immediato trascinamento fuori". "Qui ci sono dei rifugiati politici - è stata la spiegazione - e tramite internet le foto che potreste fare potrebbero arrivare ovunque e metterli potenzialmente in pericolo". Sarà. Di sicuro le foto non fatte non hanno messo in pericolo loro. (non è vero…delle 5 sezioni del CPT di via Corelli, solo una è per i rifugiati politici che attualmente sono meno di una decina e come verrà detto più avanti anche dal giornalista, godono di un trattamento migliore rispetto agli altri detenuti ndj)Comunque: that's all...L'ingresso dell'ex Centro di permanenza temporanea (ora Centro di Identificazione ed Espulsione) è in una stradina laterale di via Corelli. Sulla strada stazionano 2 jeep Defender dei militari. All'ingresso, il piccolo posto di controllo che vedete con una sbarra. A fianco la sopraelevata della tangenziale: lo scorso luglio da lì sopra persone mai identificate tirarono diverse bombe carta all'interno del centro.Una volta superata la sbarra, c'è il piccolo ingresso nel mezzo del muro grigio. Un metal detector all'interno si frappone tra noi e il cortile. Prime raccomandazioni: "Fate i bravi". Nessuna foto non autorizzata, specialmente agli "ospiti" (qui reclusi sembra una parola brutta, si parla sempre di "ospitalità" come se fosse un albergo) pena l'essere subito sbattuti fuori. "We Agree", per forza.L'interno del cortile principale. L'entrata è dritto in fondo, al centro della foto. Il centro - ci spiegano - può contenere massimo 114 persone, e non può mai sforare il suo limite di capienza. Le sezioni sono 5, da 28 persone l'una: due per gli uomini, una per le donne, una per i trans e un'altra per i rifugiati politici. Oggi ci sono 80 persone: il centro è comunque pieno, perché una delle sezioni è fuori uso per lavori di ristrutturazione. (ma quali lavori di ristrutturazione??? In realtà una sezione è andata a fuoco dopo le rivolte durante il mese di agosto, per questo è stata chiusa ndj) Vedremo una sola delle 5 sezioni , ed una ventina scarsa di uomini. Non ci sarà permesso di parlare con nessuno.Una delle stanze di astanteria all'ingresso. Una volta portati al centro, dopo essersi fatti una doccia agli immigrati è fatta una visita medica accurata, per evitare di prendere all'interno gente con malattie infettive gravi (stile Tbc). (se si parla con detenuti usciti dall’inferno di Corelli, il racconto che fanno dell’ingresso nel lager è completamente diverso ndj) Chi è positivo ai controlli viene portato col 118 al S. Raffaele, l'ospedale più vicino. "Come qualsiasi milanese", ribadiscono i nostri "tutor" della prefettura.Magliette, calzini e ciabatte per chi arriva. L'ambiente è pulito, asettico: non c'è una pagliuzza fuori posto. (certo ora che hanno pulito tutto perché dovevate arrivare ndj) Girando siamo scortati da una decina tra militari e uomini della croce Rossa Italiana. Noi reporter siamo una quindicina, i consiglieri comunali una dozzina circa. Perennemente scortati, e mai lasciati soli. Nelle stanze si sta uno o due minuti. Una veloce spiegazione e poi subito fuori.Il medico nell'infermeria (con cui ci fanno parlare, ma di cui non ci permettono di fare foto) racconta che qui le uniche malattie che si vedono sono al massimo quelle stagionali, sintomi da raffreddamento, febbri e varie. (oltre ovviamente alle ferite da traumi o i tentativi di suicidio…ah già…di questo non poteva parlare ndj) Questo per tranquillizzare i consiglieri che gli chiedono di sospetti casi di tubercolosi. Questo cartello messo all'ingresso della zona letti però insospettisce un po'...Una saletta per i colloqui. Agli immigrati è concessa un'ora di colloqui la mattina con i legali ed un'ora nel primo pomeriggio con i parenti. (questo non è assolutamente vero, è uno dei motivi per i quali sono scoppiate le proteste questa estate, praticamente la durata dei colloqui non è regolamentata e quindi è a totale discrezione degli sbirri presenti; di conseguenza quello che succede è che dopo aver aspettato anche 15 giorni per avere un colloquio, una volta arrivati lì oltre a non avere privacy poiché lo sbirro si mette a fianco al tavolo dei colloqui, il colloquio stesso può durare anche due minuti oppure mezzora, dipende “dall’umanità” dello sbirro preposto al controllo di quel colloquio; scopriamo così l’arbitrarietà dei colloqui all’interno di corelli ndj) Possono restare nel centro fino a 60 giorni, ma la media di permanenza si assesta sui 40. Dopo questo termine scatta l'espulsione o il foglio di via. Dei 1100 "ospiti" che la struttura ha avuto nel 2008 ne sono stati espulsi "solo" 540.Il pasto tipico di un immigrato, e il cosiddetto "kit di ingresso". (durante tutti i mesi estivi maggio-settembre, il menu comprendeva sempre e solo riso!!! ndj) Il pasto messo lì in bella vista la dice lunga su quanto questa visita fosse stata "progettata" a priori. La maggior parte dei transiti del Cie - ci raccontano - sono costituiti da persone colpevoli di reati che prevedono l'espulsione oppure già colpiti dal provvedimento. Ciò fa sì che il centro costituisca praticamente una "porta d'uscita" dal paese, al contrario di un ingresso che blocca chi entra irregolarmente come normalmente si pensa. (anche questa è una menzogna, le persone dentro Corelli non sono delinquenti bensì la stragrande maggioranza, l’80%, è composta da lavoratori e molti sono stati addirittura catturati direttamente sul posto di lavoro o sui mezzi atm diretti al lavoro ndj)Un corridoio di una delle sezioni, quella dei richiedenti asilo politico. Questa sarà l'unica sezione delle 5 che ci sarà permesso visitare. (perché l’unica decente ndj) Al soffitto sono appesi festoni in stile islamico. "Tra poco finirà il mese sacro del Ramadan - dicono - e si farà una grande cena a base di cous cous per festeggiare" Addirittura ci dicono che qui ci sono feste quasi tutte le sere (stasera festa trans...), perché in questo modo le persone non dimentichino la loro cultura di origine. (certo le feste di cui parla qua forse sono quelle dei poliziotti che si divertono a manganellare magari dopo aver pippato ndj)Ogni sezione resta però un mondo a parte, divisa da tutte le altre. Chi è all'interno non può parlare con quelli delle altre sezioni, salvo pochi rari momenti comuni come le festività religiose. (ma quando mai??? Forse possono parlare durante le ore d’aria che passano in cortile ndj) Da una delle finestre laterali all'improvviso sbucheranno tre stranieri chiedendo di parlarci, ma verremo subito fatti allontanare in un'altra stanza. "Vogliamo tornare a casa", è ciò che sentiamo prima che la porta si chiuda. Singolare la sezione dei rifugiati politici. Non abbiamo potuto fare foto, ma vi giuro che sembrava di essere in una scuola media multiculturale! Disegni a pennarello alle pareti con scritto "Armenia Loves Italy", "Iraqi thanks Italy", disegni di calciatori fatti a matita e via così. Surreale... (forse perché preparati ad hoc??? ndj) I rifugiati politici hanno libertà di movimento anche fuori dal centro dalle 8 alle 20, ma la sera sono obbligati a tornare all'interno.Un ospite costa mediamente allo Stato 60 euro al giorno, a cui si devono aggiungere i costi per la gestione delle strutture e la sicurezza. Il centro copre 6.000 mq, di cui 4.000 di edifici. Il tutto è sorvegliato da telecamere a circuito chiuso. Ci hanno portato anche nella sala regia, dove 22 schermi sorvegliano costantemente muri e corridoi. Lì (ovviamente) proibito fotografare. (tipico di un centro d’accoglienza…no??? ndj)A sentir loro sembra quasi un albergo. Non si parla mai di "reclusi" ma solo di "ospitalità", "camere" e concessioni agli internati, che possono addirittura girare ognuno con un proprio cellulare. Ma le sbarre ci sono e basta girare l'angolo per vederle bene. Questo è uno dei piccoli cortili interni delle varie sezioni. Ci viene detto che chi lo occupa non può parlare con noi. La maggioranza è gente scalmanata, esaltata, e userebbe i nostri microfoni per scenate con cui potrebbero spingersi l'un con l'altro ad esagerare. L'ultima rivolta fu nell'ottobre dell'anno scorso, e qui se la ricordano in molti. (un’altra menzogna…l’ultima rivolta risale a poco tempo fa più precisamente ad agosto e quella rivolta ha prodotto la liberazione di due detenuti, potete trovare la cronaca degli avvenimenti nel link in alto ndj)Due jeep dell'esercito parcheggiate all'interno. Il personale che lavora nel centro è diviso tra volontari della Croce rossa, 60 persone divise su quattro turni giornalieri, e delle forze dell'ordine, 20, tra poliziotti e militari, divisi su tre turni.Alla fine della visita i consiglieri commenteranno che 1) il centro dovrà far ricredere chi parla di lager. "Ho visto gente giocare, e un posto pulito e tranquillo", commenterà Salvini all'uscita. (certo Salvini, ti metterei te lì dentro a giocare e divertirti ndj) 2) i centri così purtroppo costano, e tanto. Bisognerebbe riuscire a bloccare l'immigrazione a monte per risparmiare, "purtroppo è inutile riempirla di Cpt che poi si riempiono subito".Mi sarebbe piaciuto parlare con qualcuno, raccogliere le loro storie, sapere come erano arrivati lì e sulla strada per dove. Sapere se avevano dei messaggi da mandare a qualcuno, vedere le loro vite lì dentro, conoscere davvero cosa sia un Cpt. Non ce l'hanno permesso. Sarà per la prossima. (ma ci crede veramente che capiterà o vuole soltanto non dare una chiusura troppo tetra??? ndj)Almeno, come commentava quello del Corriere, "quando succederà di nuovo qualcosa lì dentro sarò in grado di descriverlo bene e capire un po' di più". Per il momento ci accontentiamo del biscottino che ci hanno dato. (non credo proprio che potrete capire un po’ di più finchè vi accontentate del biscottino che vi danno…andate a lavorare seriamente servi dei padroni!!! ndj)