jazzando

Post N° 325


SbarreAvevamo una roulotte in riva al lago, usata, ma grande e accogliente.Un giorno, una cara amica di mia madre, ci chiese un favore, un favore grande, così disse lei.Mia madre risposte subito di si, come sempre, com'è sua abitudine...Arrivarono di mattina presto, due macchine, i nostri amici e..."I carceratini", così li chiamavano, saranno stati sei o sette, sotto i tre anni, bellissimi, dolcissimi, con occhi immensi, pieni di orrore, ma con la voglia di gioco, tipica dei bimbi...Preparammo per ognuno un piatto diverso, chi aveva la diarrea, chi non mangiava questo e chi non mangiava quello, mentre i nostri amici, cambiavano pannolini e pulivano nasi colanti.La mamma di una bimba aveva mandato un vestitino pieno di pizzi, balze e nastri, di quelli un po' pacchiani, che non si usano più, pregò di metterlo alla sua bimba e di farle una foto, che in carcere non avrebbe fatto lo stesso effetto.Parlavano poco, a quell'età si sa, farfugliano parole incomprensibili, i bimbi, e quel poco, lo esprimevano nella loro lingua.Erano tutti figli di Carcerate Rom.Facemmo cose semplici, girotondi, abbiamo dato pane ai cigni sulla riva del lago, cantato, li abbiamo presi in braccio , accarezzati, sbaciucchiati.Arrivò la sera, l'ora del rientro.Si avviarono muti verso le macchine che li riportavano al carcere, innocenti e muti, verso una notte che li avrebbe visti svegliarsi impauriti, al rumore dei cancelli che di notte fanno terrore in quei posti.Ma videro il lago, in un giorno di sole...Carceratini innocenti...Grazie a Lina e Leda che ancora oggi, dopo tanti anni, ogni domenica portano i figli delle carcerate di Rebibbia, a respirare un po' d'aria libera...No Woman, no Cry - Il Ministro della Cultura del Brasile