Combattiamo!

Do Something


NEW YORK - I ragazzi di Mtv sorridono coperti di petrolio. C'è poco da scherzare ma nell'America che si rifiuta di seguire il suo presidente nella svolta dell'energia pulita il futuro si costruisce anche partendo da qui: dal set di un reality show televisivo. I ragazzi di "The Buried Life" sono i volti più noti dell'ultima battaglia intrapresa da un'associazione non profit che denuncia l'impasse della politica già nel nome: Do Something, fa' qualcosa. Per esempio provare a vivere un intero weekend senza petrolio. Possibile?Nel Paese che insieme alla Cina inquina di più al mondo l'impresa sembra difficile almeno quanto uscire dalla recessione. La nuova legge sull'ambiente che la Camera approvò l'anno scorso giace placidamente al Senato affossata dalla debolezza politica dei democratici alla vigilia delle elezioni di novembre. Malgrado la vergogna della piattaforma esplosa della Bp - 11 morti, 100 milioni di barili in mare - gli stati del Golfo chiedono al presidente la fine della moratoria sulle trivellazioni che ha già fatto perdere almeno 23mila posti di lavoro negli States piegati dalla disoccupazione. Ma gli organizzatori di "Weekend without oil" non si arrendono e inseguono un obiettivo piccolo ma significativo: almeno 166mila adesioni. Perché proprio 166mila? Ogni anno gli Stati Uniti consumano 300 miliardi di galloni di petrolio. Vuol dire 3 galloni (ogni gallone è pari a tre litri e 780) a testa. Non consumare petrolio per due giorni significa non consumare sei galloni a testa. E 6 galloni moltiplicati per 166mila fanno la cifra tonda di un milione.La campagna è destinata ai ragazzi ma è aperta a tutti. Basta sintonizzarsi sul sito weekendwithoutoil. org e cliccare sul modulo di adesione rilanciato poi su Twitter e Facebook. Ovviamente c'è un decalogo - in dieci punti, più la promessa di convincere tre amici - da rispettare: dall'impegno a non usare mezzi di trasporto a benzina fino a quello di non comprare cd e dvd perché la plastica delle confezioni arriva sempre dal petrolio. Il 40 per cento del consumo di petrolio negli Usa si deve proprio al trasporto e il 10 per cento viene consumato per realizzare prodotti di plastica: un milione e mezzo di tonnellate di plastica sono utilizzate solo per confezionare l'acqua in bottiglia (che spesso non è neppure minerale ma - come capita a quella distribuita dalla Pepsi - solo depurata). L'appello invita a evitare per due giorni perfino i trucchi: anche la maggioranza dei cosmetici che dovrebbero farci belli viene dall'oro nero che distrugge l'ambiente.Il weekend senza petrolio più che a una campagna assomiglia insomma a un gioco di sensibilizzazione: non è un caso che nessuna grande associazione ecologista sponsorizzi l'evento. Mtv non è Greenpeace e Do Something è certamente un'associazione mossa dalle migliori intenzioni: ogni anno però i suoi Awards che premiano "i teenagers che riconoscono la necessità di fare qualcosa" (dalla campagna anti-sms in auto a quella per riciclare i jeans usati) vengono organizzati con i lussi da Oscar. Certo, tutto fa gioco quando in gioco c'è una grande causa. Chi l'avrebbe mai detto, per esempio, che proprio una boy band come i Backstreet Boys, protagonisti dell'ultima festa di Do Something, avrebbe risposto all'appello dei durissimi rocker Korn, che stanno sensibilizzando i colleghi artisti al motto di "boicotta la Bp"? Il sabato e la domenica senza petrolio non salveranno l'America che affonda nel mare nero: però, tra un video e l'altro, qualcuno si accorgerà che un altro mondo è possibile. Almeno per un weekend.