VOLANTINAGGIO

SPAZIO


Il numero dei veicoli sul territorio non dovrebbe essere in rapporto allo spazio effettivamente disponibile? Pura utopia, probabilmente… “Puoi comperarti l’auto nuova non appena ne sarà rottamata una”. Ve lo immaginate…? Non so quante categorie insorgerebbero, dai concessionari ai meccanici, e via dicendo. E poi, a chi il compito di quantificare la disponibilità di spazio? Con quali criteri? E quali tolleranze? Un rompicapo che, se ce lo imponesse l’EU, qui in Italia uscirebbero pazzi tutti quanti, a cominciare dai sindaci, agli assessori al traffico (o ai beni ambientali),  al geometra del comune, ai vigili urbani… Eppure, proprio i comuni sono bravissimi a venderci lo spazio a prezzi esorbitanti. A fronte di contropartite inesistenti. Qual è il servizio che il cittadino riceve in cambio di decine di euro per poche ore di parcheggio? Pensateci bene. Nessuno. Forse neppure la possibilità di fruirne, vista la scarsità di lotti disponibili dove poter lasciare l’auto in sosta. E quali i costi che il comune sosterrebbe a giustificazione di tariffe tanto alte? Quelli di un po’ vernice blu per delimitare rettangoli spesso tanto angusti da non poter neppure aprir le portiere se hai due veicoli a fianco, a destra e a sinistra? Del resto, la logica è semplice: più macchine ammassate, più scontrini; e, magari, più occasioni per comminare multe a chi risulta fuori dalla scadenza oraria, o non aver pagato affatto. Perché tutto questo? E’ evidente: per lucrare sulla base di un abuso bello e buono, quello di imporre al cittadino l’esborso di ulteriore denaro, non bastassero le tasse di ogni tipo cui siamo sottoposti, profittando del numero abnorme di veicoli che circolano nelle nostre città, nonché della penuria di spazio, che, a bella posta, con tanta calcolata avarizia viene offerto. Questi nostri soldi, indebitamente carpitici, quando non sprecati in iniziative fallimentari, andranno ad ingrossare stipendi ed emolumenti vari, o a coprire assunzioni inutili di personale, spesso raccomandato. Un mini-stato con le medesime storture e i medesimi sprechi dello stato centrale! Poi, qualcuno si lamenta se, da qualche parte, il turismo langue… Provate ad andare in una qualunque cittadina di un qualche interesse storico/artistico, di quelle non annoverate tra le città d’arte e che si visitano in non più di mezza giornata… 1,50 euro di tariffa oraria come minimo, moltiplicate almeno per 6… Vi pare giusto? Il territorio è di tutti, signori miei, a meno che non sia privato, il che presuppone che qualcuno ne sia divenuto proprietario avendolo comprato o ereditato. Il comune non è un’ entità privata (direi il contrario…), pertanto non può vendere il suolo pubblico, che invece appartiene a chiunque esista e lo calpesti. Può organizzarlo, questo sì, e disciplinarlo per il benessere del cittadino e per ragioni di ordine e sicurezza. Ma solo questo. Il resto è abuso legalizzato.