Nella accesa polemica tra Italia e Ungheria in merito alle quote-migranti, non posso fare a meno di constatare quanto il cosiddetto mondo occidentale sia fondamentalmente ostile a qualunque motivo di turbamento della sua acquisita aurea mediocritas: perfino il meno plausibile. Ciò non ostante, mi sento di solidarizzare con i magiari, nella misura in cui ritengo comprensibile per un popolo, che ha subito traversie non di poco conto, nel corso di buona parte del secolo scorso, il rifiuto dell’idea che quel pizzico di benessere, conseguente all’agognata riconquista della libertà, possa essere messo a repentaglio dall’improvviso arrivo di genti straniere provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente. L’Ungheria è uscita dall’opprimente ingerenza dell’URSS (che le costò nel 1956 un tentativo di rivolta represso nel sangue) solo da 25 anni; non è un paese dall’economia particolarmente florida; né beneficia di un territorio esteso o di una cultura formatasi sulla presenza stabile di immigrati, come, invece, è il caso di una Germania o di una Francia (comunque non animate, attualmente, da particolare propensione all’accoglienza). D’altra parte, le rimostranze italiche sono quanto meno curiose…, per non dire fuori luogo. Non stavamo tanto a sottilizzare sulle quote di migranti da assegnare ai nostri compagni comunitari, quando glieli rifilavamo di sottobanco con impassibile faccia tosta e con ogni mezzo illecito. Adesso che ci siamo fatti sorprendere con le mani nel sacco, confermando l’indole da “ladri di polli” che di noi il mondo, purtroppo, ben conosce, e soprattutto adesso che, dalla chiusura delle frontiere dei paesi confinanti, rischiamo di ritrovarci una marea di gente da sostentare, per giunta non sempre pacifica e remissiva, vorremmo richiamare gli altri al rispetto delle regole…?? Noi che ci siamo “dimenticati” di identificare gran parte di chi è entrato in Europa…, e, oltre a non respingerlo affatto, gli abbiamo lasciato finanche le porte dei centri socchiuse perché scappasse meglio…???? Renzi minaccia veti (…o li sventola come parte del sempre crescente pacchetto-propaganda referendaria…), ma il suo interlocutore danubiano non sembra intimorito più di tanto. Dopo tutto, lì l’efficienza non fa difetto: han tirato su una barriera di filo spinato in men che non si dica… Possono bene approvare un nuovo articolo della costituzione che vieti l’ingresso in Ungheria agli stranieri indesiderati. La dittatura socialista non c’è più, ma i metodi non sono cambiati molto. E l’EU… la vedo impegnata a spendere energie più per convincere noi che loro.
MASTINI DANUBIANI
Nella accesa polemica tra Italia e Ungheria in merito alle quote-migranti, non posso fare a meno di constatare quanto il cosiddetto mondo occidentale sia fondamentalmente ostile a qualunque motivo di turbamento della sua acquisita aurea mediocritas: perfino il meno plausibile. Ciò non ostante, mi sento di solidarizzare con i magiari, nella misura in cui ritengo comprensibile per un popolo, che ha subito traversie non di poco conto, nel corso di buona parte del secolo scorso, il rifiuto dell’idea che quel pizzico di benessere, conseguente all’agognata riconquista della libertà, possa essere messo a repentaglio dall’improvviso arrivo di genti straniere provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente. L’Ungheria è uscita dall’opprimente ingerenza dell’URSS (che le costò nel 1956 un tentativo di rivolta represso nel sangue) solo da 25 anni; non è un paese dall’economia particolarmente florida; né beneficia di un territorio esteso o di una cultura formatasi sulla presenza stabile di immigrati, come, invece, è il caso di una Germania o di una Francia (comunque non animate, attualmente, da particolare propensione all’accoglienza). D’altra parte, le rimostranze italiche sono quanto meno curiose…, per non dire fuori luogo. Non stavamo tanto a sottilizzare sulle quote di migranti da assegnare ai nostri compagni comunitari, quando glieli rifilavamo di sottobanco con impassibile faccia tosta e con ogni mezzo illecito. Adesso che ci siamo fatti sorprendere con le mani nel sacco, confermando l’indole da “ladri di polli” che di noi il mondo, purtroppo, ben conosce, e soprattutto adesso che, dalla chiusura delle frontiere dei paesi confinanti, rischiamo di ritrovarci una marea di gente da sostentare, per giunta non sempre pacifica e remissiva, vorremmo richiamare gli altri al rispetto delle regole…?? Noi che ci siamo “dimenticati” di identificare gran parte di chi è entrato in Europa…, e, oltre a non respingerlo affatto, gli abbiamo lasciato finanche le porte dei centri socchiuse perché scappasse meglio…???? Renzi minaccia veti (…o li sventola come parte del sempre crescente pacchetto-propaganda referendaria…), ma il suo interlocutore danubiano non sembra intimorito più di tanto. Dopo tutto, lì l’efficienza non fa difetto: han tirato su una barriera di filo spinato in men che non si dica… Possono bene approvare un nuovo articolo della costituzione che vieti l’ingresso in Ungheria agli stranieri indesiderati. La dittatura socialista non c’è più, ma i metodi non sono cambiati molto. E l’EU… la vedo impegnata a spendere energie più per convincere noi che loro.