VOLANTINAGGIO

DA QUESTO PULPITO: il Punto Terzo del "NO"


PUNTO TERZO Sorvoliamo sulla proposta di abolizione del CNEL. Che ci sia o non ci sia, non cambia molto. Come per il ridimensionamento del Senato, non si risparmia un gran che con la sua soppressione. I dipendenti dovranno riassorbirli altrove. Quanto ai locali (che ne farebbero, semmai…? Un hotel extralusso…? O un centro di accoglienza per migranti…?), non credo proprio che gravino sullo Stato se non per opere manutentive periodiche… Forse l’unico tema degno di un referendum è quello riguardante la ridefinizione dei rapporti tra Stato e Regioni, laddove sarebbe effettivamente opportuno che il popolo si pronunciasse circa (A) il mantenimento o meno di specifiche competenze, a suo tempo, affidate a queste ultime; attività, che hanno dimostrato, troppo spesso, esser legate a mala gestione e sprechi. Ma anche circa (B)  eventuali, improvvide ingerenze future dello stato centrale su realtà geografiche locali (si pensi a situazioni come le trivellazioni, l’alta velocità o i terminali di oleodotti, tanto per citare esempi recenti). Dunque, il vero scopo della riforma, rimane la neutralizzazione o, se preferite, la messa fuori combattimento di una delle due camere del Parlamento: quel Senato, che sarebbe non più eletto dai cittadini, privato della sua funzione vitale per l’approvazione dei disegni di legge, e ridotto ad una specie di lobby a favore degli enti locali, fatte salve non bene identificate prerogative in tema di legislazione europea. Ci è chiaro, sì o no, che ciò significa la cancellazione di un pezzo della sovranità del popolo, quella che, invece, la nostra Costituzione intende salvaguardare…? E tutto questo - ci viene ripetuto - per consentire al paese di muoversi più speditamente, senza intoppi !!! Per superare la burocrazia!!! Il Senato della Repubblica, che – fatemelo ribadire - fu istituito a suo tempo per fare da contraltare alla Camera dei deputati, onde assicurare un meccanismo di vigilanza reciproca tra i due organi del Parlamento, sarebbe “burocrazia”…??? Eh già, perché un sistema del genere ostacola il cammino di nuove proposte di legge verso l’approvazione… Tanto vitali e indispensabili, queste, da scomodare perfino l’apprensione degli opinionisti del Financial Times. Perbacco! Ma siamo sicuri che servano davvero nuove leggi all’Italia? O, piuttosto, occorrerebbe fossero fatte rispettare quelle (e non sono poche…) che già esistono?