VOLANTINAGGIO

IL COMPLEANNO DI "QUALCUNO"


Un genetliaco ricorre quest’oggi. Quello di una persona incontrata in questa stanza (senza più pareti… e, ahinoi, senza neppure… alberi infiniti). Non amo celebrare i compleanni. Tuttavia, rispetto chi li festeggia e, in qualche modo, vuole che quel giorno abbia una certa risonanza. Conditio sine qua non…: mi si risparmino i belati sulle note, quasi sempre, straziate di Happy Birthday plus applausetto finale. Quelli sarebbero veramente troppo per i miei padiglioni auricolari (in rischio di rompersi al pari di altri oggetti il cui nome fa rima con essi). Il fatto è che non ho mai capito perché si debba celebrare il nostro essere venuti al mondo. Alludo alla gente comune, ovviamente. Che cosa avrebbe fatto essa di così importante da sentirsi degna di giubilo da parte degli altri per la sua nascita? Forse che si tratta di consuetudini cristiane legate alla festa per la nascita di Gesù, che, per estensione, viene riconosciuta all’uomo in quanto, come Gesù, figlio di Dio…?  Oppure è, più paganamente, un salutare la vita, nel ricordo del suo avere avuto inizio, un certo giorno per quel determinato qualcuno? C’è chi si distingue per aver contribuito al bene della terra e degli uomini, ed è, quindi, giustamente meritevole di riconoscimento e di omaggio, da parte del mondo, per esser nato ed esser stato, quindi, un dono per il mondo stesso. Ma sono i qualcuno che mi disturbano. Coloro (e sono i più) che sono avvezzi a considerare la propria presenza un valore a prescindere, magari perché glielo ha detto una madre o fatto credere un adulatore. I qualcuno qualunque, per intendersi.