VOLANTINAGGIO

A MALI ESTREMI


  Non mi sembra che Trump sia l’unico a voler innalzare muri a protezione dei suoi confini. Qui in Europa lo ha già fatto l’ungherese Orban, lo hanno fatto gli austriaci al Brennero…, né possiamo far finta di non vedere i muri virtuali di Francia e Gran Bretagna… Che dire, poi, di ciò che, da decenni, divide le due Coree…, Israeliani da Palestinesi…, e che, in questi giorni, l’Arabia Saudita sta edificando tra se stessa e lo Yemen…? Eppure, è solamente la presa di posizione del neo-presidente americano a indignare il mondo. Perché? Forse perché davamo per scontato che la politica della “manica larga” conferisse a chiunque il diritto di considerare l’America come casa propria, in nome di un non meglio identificato status di cittadino libero, nella sedicente, multietnica culla della libertà? Temo che, come al solito, si sia abusato del concetto di globalizzazione, anche in termini di circolazione degl’individui. E che a mali estremi… consegua ciò che ben conosciamo essere il seguito del popolare adagio. Del resto, l’avevo già scritto che, per me, sono soprattutto i disastri europei ad ispirare Trump. Oggi è lui in persona a confermarlo apertamente.