In a Silent Way

Post N° 170


Non è una persona che tu possa descrivere, o raccontare, con la facilità con cui puoi narrare di altre persone, no. Non per la sua complessità; men che mai perché sia contraddittoria, o poco lineare, tutt’affatto.Semplicemente, non è una persona che tu possa pretendere di descrivere senza che l’atto stesso di porla davanti ai tuoi occhi, per osservarla e descriverla, cambi il tuo stesso sguardo, il modo in cui tu guardi le cose, e le consideri, e le giudichi.È noto, ed è certo vero che l’occhio dell’osservatore cambia l’osservato, ma con lei par vero molto più di questo: è l’occhio dell’osservato a cambiare l’osservatore. E non, come si potrebbe banalmente credere, per la bellezza dei suoi occhi chiari, e per la limpidezza che essi esprimono. È proprio il suo sguardo, che non è un vedere ma un guardare, cioè un portare alla luce, un mostrare, dando significato alle cose, agli atteggiamenti, alle sensazioni e ai sentimenti, che solitamente restano ben celati, inespressi e nascosti, mascherati da finta oggettività di osservatore. Uno sguardo che ti obbliga a seguirlo; certo catturandoti nel suo fascino prima di tutto, per subito accorgerti che in realtà è altro ad averti afferrato: uno sguardo cui non puoi nasconderti, e che ti costringe, ti obbliga a interrogarti su chi sei tu, prima di tutto, e certo ben prima della pretesa di stabilire chi sia lei. Uno sguardo che non è mai invadente, prepotente, ma sempre dolcemente persuasivo, e che ti racconta, innanzitutto e perlopiù, del suo sincero, e partecipato, e dolce interesse per te. Uno sguardo a cui ti scopri presto esser grato, perché sa vedere e mostrare cose di te che forse nemmeno sapevi, e che certo tieni nascoste: per pudore, per timore, per vergogna. Uno sguardo che non puoi eludere; molto meno di quanto tu ti possa nascondere a te stesso. Uno sguardo che non è indagatore, semplicemente perché vede ciò che si può vedere quasi prima di averlo visto. E che sa vedere cose che nessun altro sa vedere, e forse ha visto mai; certo non con la solare chiarezza, con la nuda semplicità con cui lei lo vede e sa mostrartelo.Così, se gli occhi sono lo specchio dell’anima, i suoi occhi hanno il dono unico di esser lo specchio dell’anima di chi li guarda.E allora, osservandola, capisci che la sua bellezza è molto più del suo aspetto, e persino del modo nel quale lo presenta, lo porge, lo usa. Una bellezza che è fatta di grazia, di attenzione, e di rispetto. Non è una persona che tu possa descrivere, o raccontare come narreresti di un’altra persona. È una persona che non puoi descrivere se intanto non descrivi te stesso, e il modo nel quale ti fa essere ciò che sei, e ciò che vuoi e persino ciò che puoi essere.Ed è la bellezza più bella: quella che rende belli di essa coloro i quali han la fortuna di incrociarne lo sguardo…