Il mare, sempre uguale e sempre diverso, non infinito e ignoto come l’universo, ma sufficientemente grande da profondere un senso di incuriosita libertà. Le sue acque mai immobili, smosse dalle onde, trascinate nelle correnti, evaporano in nuvole e poi si tramutano in pioggia o neve e se ne vanno così ad esplorare il resto del mondo facendo al fine ritorno da dove erano partite. Il mare pieno di vita, di respiri, di suoni e di forza incontrastabile, ma anche mite, mansueto, placido e sempre, inesorabilmente lì.
Quando me ne sarò andata, vi prego, quel che resta di me non mettetelo nella terra, ma datelo al mare, che possa così raggiungere tutti i posti dove io non sono riuscita a portarlo.
Inviato da: volandfarm
il 25/03/2009 alle 01:35
Inviato da: toorresa
il 24/03/2009 alle 16:35
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il 24/03/2009 alle 15:48
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il 24/03/2009 alle 15:22
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il 24/03/2009 alle 15:02