Signora mia

Delle prospettive di carriera


 A giorni discuterò la tesi di dottorato. Fervono preparativi su tutti i fronti. Ho dato in giro le mie tesi con frontespizi giusti e sbagliati, sono riuscita ad insaccarmi nel tailleur indossato alla laurea e ora sono alla spasmodica ricerca di camicia e scarpe. Mia madre passa ore al telefono a fare acrobazie per non dire la data esatta alla mia graaande, impicciona famiglia (vedi ultimo post), perché altrimenti ti mettono l’occhio (mi portano male), e allo stesso tempo vantarsi di questa figlia brillante -che sarei io-. Sto leggendo le pubblicazioni  piùà disparate dei miei commissari esterni, così che nella seduta possa incensarli a dovere “Come lei sostiene, professore, nel suo meraviglioso saggio del 1971...” e sto evitando di aprire la tesi perché ogni volta trovo un errore nuovo. In tutto ciò, fa capolino il pensiero che, dopo la gloriosa giornata della seduta di dottorato per la quale sto facendo tanti preparativi, sarò una dottoressa di ricerca disoccupata. Urge trovare qualcosa da fare. Così l’altro giorno mi sono fatta coraggio e sono andata a parlare con la mia prof. La conversazione è stata più o meno questa:Io: - Prof, ma che cosa potrei fare? mi dia qualche consiglio.Lei: - Beh, anzitutto devi pubblicare qualcosa che ti faccia curriculum per i concorsi di ricercatore, si può provare con questa rivista X e questa casa editrice Y...Io: - Sì, ma cosa potrei fare PAGATA per farlo?Lei: - Beh, si potrebbe fare qualche traduzione qua e là quando capita...Io: - Ma non c’è proprio nessuna possibilità di trovare qualcosa con cui campare nell’attesa di partecipare ai concorsi universitari?Lei: - Beh... ma non ti possono mantenere i tuoi? Io: - Censura censura censura censura