Confinata a casa dei miei di sabato sera, ho seguito appassionatamente l’ultima puntata di Notti sul ghiaccio, in onda su Rai Uno. Poiché sono collassata verso mezzanotte, molto prima della fine del programma, mentre sto scrivendo non so chi abbia vinto. Ma non è la cosa più importante.La gara in sé mha interessato poco, perché quello che mi affascina di Notti sul ghiaccio è la galleria di personaggi che vi appaiono; probabilmente il ghiaccio ha degli effetti poco conosciuti sui frequentatori del video.Cominciando dalla giuria, sono stata rassicurata nel vedervi Alba Parietti: ormai, se accendo la tv e non la trovo su qualche canale, mi preoccupo per la sua
salute. Da un po’ sospetto che dorma in Rai per essere sempre pronta a saltar fuori in qualche trasmissione; ora ne sono sicura, dal momento che è evidente che non lascia MAI gli studi, neanche per andare dal parrucchiere: è evidente dal mezzo metro di ricrescita scura sopra le malinconiche punte bionde. D’altro canto negli studi Rai è al sicuro: se pure malauguratamente dovessero allagarsi, potrebbe mettersi in salvo sulle proprie labbra.Mi ha invece impressionato Renato Zero, presidente di giuria. Chiunque abbia
visto i film di Harry Potter avrà trovato un’inquietante rassomiglianza estetica tra il nostro cantante e l’ambiguo professore di Harry Potter Severus Snape (Piton nell’edizione italiana). Ieri sera però, Renato Zero mi ricordava di più Harry Potter, con quegli improponibili occhialoni tondi. Ma come si fa a fare la storia del costume italiano e poi arrendersi in quel modo alla presbiopia?Anche sui concorrenti ci sarebbe tanto da dire, ma provo simpatia per quei poverini, sottoposti a sfide ed eliminazioni che, più che una finale di pattinaggio artistico, sembrano la selezione naturale teorizzata da Darwin. Immagino che alla fine non abbia vinto il più bravo, ma chi è sopravvissuto a tutto gli spareggi.
Come se questa ferocia selettiva non bastasse, la maggior parte dei concorrenti indossa costumi imbarazzanti: avrei dato il primo premio a Isolde Kostner anche solo per ricompensarla dei vari costumi da Heidi, Biancaneve, Cappuccetto Rosso che ha dovuto esibire pubblicamente. Ma su tutti svetta lei, l’immortale Milly Carlucci: di una professionalità oltre i limiti della perfezione, capace di parlare quattro lingue mentre pattina a livello olimpionico, è assolutamente impeccabile. La adoro. Milly ha dichiarato di non toccare un carboidrato da quattro anni: difatti il suo corpo di cinquantenne fa l’invidia di molte ventenni (nonché quasi trentenni, me compresa). Eppure, eppure… ho l’impressione che tanta perfezione alla lunga stanchi un po’: tono di voce impostato anche per annunciare la fine del mondo,
coda di cavallo che resterebbe su senza fermagli. E poi quel décolleté, quegli zigomi: sfidano la legge di gravità. C’è chi insinua che non sia merito solo di dieta e ginnastica, ma che c’entri il silicone. Maligne insinuazioni: è chiaro come il sole che su seni e zigomi di Milly non ci sono protesi al silicone. Secondo me c’è stato messo direttamente il marmo.