Signora mia

Delle coppie miste


Sabato a Roma ci sarà una manifestazione contro i Dico, promossa da politici come Casini e Berlusconi che, come dice il comico Maurizio Crozza, amano così tanto la famiglia da essersene creata più d’una. La guerra tra chi sostiene il sacro vincolo della famiglia e chi, a seconda dei punti di vista, avalla la legalizzazione di Sodoma e Gomorra, o semplicemente difende i diritti dei cittadini italiani, sta infuriando su tutti i media.Mi stupisce che i crociati a difesa della famiglia, che descrivono scenari apocalittici se si dovessero legalizzare ad esempio i legami gay, non si siano accorti che nel nostro Paese c’è già una coppia, onnipresente in televisione, che con il suo modello diseduca i giovani e avvicina l’Apocalisse.Mi riferisco ai protagonisti dello spot di un deodorante per ambienti: un’elefantessa sposata con un millepiedi. La coppia è regolarmente unita in matrimonio (la Signora Elefantessa lo dichiara alla fine dello spot, definendo il Signor Millepiedi “mio marito”).Inoltre la Signora Elefantessa mostra anche un certo affetto verso il consorte, che, grazie al magico deodorante, dopo gli allenamenti di calcetto può portare a casa cinquecento paia di puzzolenti scarpe da ginnastica. Odore a parte, credo che una moglie che sopporti 500 paia di scarpe in giro per casa dia una prova d’amore gigantesca, che testimonia la solidità di questo legame immorale. Come può essere sfuggito alle maglie della censura che ha da ridire anche sulla moralità di Un medico in famiglia?Inoltre nessuno dei nostri politici timorati di Dio si è chiesto come questa coppia faccia a riprodursi. Non riesco a immaginare il Signor Millepiedi che copula con la Signora Elefantessa nemmeno con i voli di fantasia più arditi. Questo vuol dire che la coppia in questione non continua la specie, trasmettendo una visione distorta del vincolo matrimoniale: come se si dicesse che si  può stare insieme solo per amore e non per ottemperare al dovere coniugale della procreazione.  Di fronte a tanta aberrazione, l’immagine di una coppia formata da due uomini- in effetti di uguale genere sessuale, ma almeno appartenenti alla stessa specie –per me sbiadisce clamorosamente.