Qualche giorno fa mi sono sorbita l’ennesima conferenza su donne-Islam- diritti umani. Per chi come me si occupa del mondo arabo-islamico, un evento di questo tipo è quasi sempre un campionario di banalità, ma tocca comunque seguirlo. In particolare, quest’ultima conferenza era soprattutto una grande marchetta della Regione Campania: prendendo spunto dalla pubblicazione di un rapporto ONU sulla condizione delle donne musulmane, vari assessori della Regione hanno sbrodolato sull’intensa attività di integrazione (ma dove? in Campania? non me ne ero mai accorta), delle sinergie e dei progetti di nonsocosa. Il fine ultimo di tali sforzi è ovviamente la Pace-nel-mondo.Sono intervenuti anche alcuni esperti del mondo arabo (che hanno dedicato metà del loro intervento ad implorare gli assessori perché dicessero almeno una volta, correttamente, Islàm) e una sociologa di origine algerina che ha soavemente massacrato il rapporto ONU, punto per punto.In tutto il blablabla sui pericoli della globalizzazione-che-cancella-le-identità, della necessità-femminile-di-superare-le-barriere-dell’-ìslam, e della questione-del-velo (argomento ancora più sputtanato della pace-nel-mondo), come si può immaginare, ci si annoiava a morte. La più annoiata di tutte era una bambina sui sette anni, figlia di una coppia musulmana – mamma velata, con accessori dall’aria
Di multiculturalismo in parole e fatti
Qualche giorno fa mi sono sorbita l’ennesima conferenza su donne-Islam- diritti umani. Per chi come me si occupa del mondo arabo-islamico, un evento di questo tipo è quasi sempre un campionario di banalità, ma tocca comunque seguirlo. In particolare, quest’ultima conferenza era soprattutto una grande marchetta della Regione Campania: prendendo spunto dalla pubblicazione di un rapporto ONU sulla condizione delle donne musulmane, vari assessori della Regione hanno sbrodolato sull’intensa attività di integrazione (ma dove? in Campania? non me ne ero mai accorta), delle sinergie e dei progetti di nonsocosa. Il fine ultimo di tali sforzi è ovviamente la Pace-nel-mondo.Sono intervenuti anche alcuni esperti del mondo arabo (che hanno dedicato metà del loro intervento ad implorare gli assessori perché dicessero almeno una volta, correttamente, Islàm) e una sociologa di origine algerina che ha soavemente massacrato il rapporto ONU, punto per punto.In tutto il blablabla sui pericoli della globalizzazione-che-cancella-le-identità, della necessità-femminile-di-superare-le-barriere-dell’-ìslam, e della questione-del-velo (argomento ancora più sputtanato della pace-nel-mondo), come si può immaginare, ci si annoiava a morte. La più annoiata di tutte era una bambina sui sette anni, figlia di una coppia musulmana – mamma velata, con accessori dall’aria