Signora mia

Di multiculturalismo in parole e fatti


Qualche giorno fa mi sono sorbita l’ennesima conferenza su donne-Islam- diritti umani. Per chi come me si occupa del mondo arabo-islamico, un evento di questo tipo è quasi sempre un campionario di banalità, ma tocca comunque seguirlo. In particolare, quest’ultima conferenza era soprattutto una grande marchetta della Regione Campania: prendendo spunto dalla pubblicazione di un rapporto ONU sulla condizione delle donne musulmane, vari assessori della Regione hanno sbrodolato sull’intensa attività di integrazione (ma dove? in Campania? non me ne ero mai accorta), delle sinergie e dei progetti di nonsocosa. Il fine ultimo di tali sforzi è ovviamente la Pace-nel-mondo.Sono intervenuti anche alcuni esperti del mondo arabo (che hanno dedicato metà del loro intervento ad implorare gli assessori perché dicessero almeno una volta, correttamente, Islàm) e una sociologa di origine algerina che ha soavemente massacrato il rapporto ONU, punto per punto.In tutto il blablabla sui pericoli della globalizzazione-che-cancella-le-identità, della necessità-femminile-di-superare-le-barriere-dell’-ìslam, e della questione-del-velo (argomento ancora più sputtanato della pace-nel-mondo), come si può immaginare, ci si annoiava a morte. La più annoiata di tutte era una bambina sui sette anni, figlia di una coppia musulmana – mamma velata, con accessori dall’aria
costosa, papà in giacca e cravatta – che vagava per la sala alla ricerca di un diversivo. Tornata al suo posto la piccola ha preso a tormentare i genitori, finchè la mamma ha tirato fuori dalla borsa griffata una provvidenziale Barbie. La piccola ci ha giochicchiato per un po’, poi ha l’ha usata per picchiare il papà – che non ha fatto una piega; probabilmente sapeva di meritarsele per averla portata in quel mortorio- , poi ha avuto un’idea. Mentre l’Assessore di turno cianciava di necessità-di-integrazione e dei pericoli-della-globalizzazione, la bimba, scavalcando allegramente tutte le questioni di identità culturale e religiosa, si è fatta dare una penna  e si è messa a disegnare su braccia e gambe  dell’americanissima  Barbie i tatuaggi con l’hennè che si fanno le donne arabe. Devo proporre alla Regione di organizzare la prossima conferenza su donne-islam- diritti-integrazione in una scuola elementare. Magari è la volta che si impara qualcosa di nuovo.