Signora mia

Della gioia delle vacanze in famiglia


Sono tornata da una setttimana a casa di mia nonna in un paesino sperduto tra Cilento e Vallo di Diano. Che meraviglia le vacanze in famiglia. 
Soprattutto se hai una famiglia matriarcale, in cui il rapporto uomo-donna è 1:7, e le 7 donne in questione hanno tutte un bel caratterino. Puoi vivere in casa con loro, dividendo un solo bagno la cui porta si chiude a chiave per incanto ogni volta che pensi “Mi scappa la pipì”. Puoi goderti le prediche di tua madre in stereofonia, perchè nonne e zie le fanno uguali e  in contemporanea, una al tuo orecchio destro, una di fronte e l’altra al tup orecchio sinistro. Che meraviglia avere in casa una vivace cuginetta di 10 anni. Puoi vedere le tue zie di ferro soccombere ai capricci più impensati. Puoi scoprire che la zia che a merenda ti dava yogurt fatto in casa rigorosamente senza zucchero, a lei dà pane e salame o due gelati. Puoi scoprire che a 10 anni, in procinto di andare in prima media, l’adorabile pargoletta ancora batte i piedi a terra se qualcosa la contraria. E che alle tue parenti sergenti la cosa sembra perfettamente normale.  Che meraviglia avere parenti stranieri in visita.Soprattutto se nessuno li ha mai visti, non parlano italiano e una di loro è incinta. Puoi portarli in giro per il paesello, impiegando 8 ore per un tragitto di poche centinaia di metri perché fotografano religiosamente ogni pietra visibile.Puoi tentare invano di spiegargli che quello che parlano loro NON è italiano ma brandelli del dialetto che parlavano i loro nonni quando emigrarono 50 anni fa, incomprensibile non solo nella civiltà ma anche nello stesso paesello. Puoi fargli visitare la chiesa, farli partecipare alla processione e fargli baciare la mano miracolosa della Madonna per poi scoprire che una è di religione ebraica. Puoi arrivare al punto in cui parli italiano con loro e inglese con tua nonna – e in entrambi casi ottieni una risposta-. Questa vacanza, insomma, è stata una tale meraviglia che mi sa mi ci vorrà un’altra vacanza per riprendermi.