Signora mia

Degli Amici Acquisiti


Chiunque abbia un rapporto di coppia abbastanza sviluppato fuori dal letto da includere un minimo di vita sociale, conosce uno dei momenti in cui si misura la solidità della relazione: in un’uscita con gli amici di lui o di lei.Nel mio caso, i test di resistenza avvengono soprattutto con gli amici di lui, dal momento che i miei amici sono disseminati in giro tra Cilento e Pechino, o alle prese con pargoli inattesi.Il coefficiente di difficoltà è aumentato dal fatto che gli amici di lui sono quasi tutti informatici, quindi al di là del genere umano normalmente inteso.Il coefficiente di difficoltà è inoltre raddoppiato dal fatto che le uscite con gli amici di lui comprendono anche le rispettive fidanzate: fanciulle perfettamente gradevoli, con le quali tuttavia ho in comune meno cose di quante ne avrei con una mandria di buoi muschiati. Dopo un bel po’ di tempo di frequentazioni forzate sono in grado di dividere gli Amici Acquisiti in varie categorie: a) Quelli che, dopo anni di frequentazione, hanno perso la seconda A e sono diventati Amici a tutti gli effetti. Specie estremamente rara, ancorchè gradevole e sorprendente. Diventano spesso ancore di salvezza quando si ha a che fare con le altre categorie e il legittimo fidanzato è in bagno o impegnato a spettegolare sulle ultime promozioni in azienda. b) Quelli di cui, dopo anni di frequentazione, conosci  le stesse cose che hai saputo la prima volta che li hai incontrati: la pizza preferita (sempre la stessa), la meta delle vacanze estive (sempre la stessa nelle stesse date), gli esami che mancano alla laurea (sempre lo stesso numero). c) Quelli di cui, dopo anni di frequentazione, non te ne può fregar di meno: ti accorgi che sono al tuo tavolo al momento del dolce, o seduti due posti più in là all’uscita dalla sala del cinema (spesso le categorie b e c si intersecano). d) Quelli con cui, dopo anni di frequentazione, non sai cosa dire dopo le prime due battute, o, nel caso di giovani avvocati con ambizioni cabarettistiche, dopo che hanno esaurito il repertorio. E’ la specie più comune. e) Quelli che, dopo  anni di frequentazione, odi come il primo giorno. Cerchi di  salutarli senza baciarli sulle guance o, meglio ancora, di non salutarli affatto. Le loro spiritosaggini ti fanno venire violenti conati di vomito, le critiche al menu ti fanno istantaneamente aderire all’area radicale del sindacato dei cuochi, i loro tentativi di raccontare una storiella stuzzicano le tue migliori doti di rompipalle al momento clou. Trascorri la sera bloccata tra il fidanzato e un Amico di fascia A, sempre di guardia affinchè tu non morda. Comunque, queste uscite, nel mio caso quasi sempre mangerecce, sono utili per due buoni motivi. Da un lato, può anche succedere che una volta ogni tanto ci si diverta sul serio.
Dall’altro, la disastrosità della serata è direttamente proporzionale alla soddisfazione che si prova quando,dopo essere tornate a casa, essersi struccate, incremate e impigiamate, ci si può mettere a letto al fianco ad un sonnacchioso colui e cominciare: “L’ho sempre detto io che i tuoi amici...”.Roba che dopo ti viene voglia di una sigaretta.