VOCE AL CUORE!

Post N° 236


In merito alle vicende legate alla mancata visita del papaall'Università La Sapienza, osserviamo che:1. Si è trattato di una rinuncia di Benedetto XVI a seguito dipolemiche innescate da parte del corpo docente e studentesco dell'Università. L'invito da parte delle autorità accademiche (perquanto problematico nelle motivazioni) è stato confermato, così comela garanzia della sicurezza (a carico dello stato) è stata assicurata. C'è chi parla di violazione della libertà di parola, ma questainterpretazione appare una forzatura. I professori contestatori hannogiustamente messo in discussione l'invito a tenere la lezionemagistrale all'inaugurazione dell'anno accademico, non il diritto del papa di esprimere il suo pensiero. Se un interlocutore rinuncia apartecipare ad un evento pubblico (confermato) perché le condizioninon gli piacciono, è libero di farlo. Non si può, tuttavia, gridarealla violazione del diritto a manifestare le proprie idee che al papa era stato super-garantito anche in violazione alla laicità delleistituzioni pubbliche come l'Università statale.2. Le ragioni che hanno portato il papa a rinunciare alla visita sonoindicative. Probabilmente, egli si sente ancora una figura "universale" che parla a tutti in modo indistinto e che tuttiascoltano in riverente silenzio. Dove queste condizioni non ci sono,il papa rinuncia. Deve essere chiaro che questa dimensione "cattolica" del papa e del suo ruolo è anacronistica, anche in Italia. Egli non èuna figura "di tutti", ma di una parte. Spesso nei suoi libri, parladei cattolici come di una "minoranza creativa". Ebbene, è ora che ne prenda atto e che non pretenda che il suo magistero sia da tuttiascoltato con deferenza, ma anche contestato vivacemente. D'altraparte, nel Nuovo Testamento l'Evangelo venne diffuso in mezzo a mille conflitti e questo aspetto non dovrebbe preoccupare i cristiani nellaloro testimonianza pubblica.3. Che non sia in atto un attacco alla libertà di parola del papa e,più in generale, della gerarchia cattolica, è evidente dal fatto che tutti i telegiornali tutti i giorni riportano le parole del papa edelle gerarchie su tutti i temi dello scibile umano. Inoltre, il papapubblica i suoi libri con le più potenti case editrici commerciali che gli assicurano il massimo della visibilità. Semmai, assistiamo ad unasovraesposizione mediatica del cattolicesimo a spese del pluralismoreligioso e culturale del nostro Paese (che non viene rappresentato).E' davvero curioso (per non dire tragico) trasformare in vittime della libertà di parola coloro che sono responsabili di un'occupazionecontinua dei media.4. Le motivazioni che hanno mosso la contestazione all'internodell'Università sono ambigue e bisognose di approfondimento. Da un lato, condividiamo la difesa della laicità dello stato dalle ingerenzereligiose. Dall'altro, respingiamo l'idea che la scienza non abbianulla a che fare con la fede e che quest'ultima sia nemica della scienza. Questo schema deformato appare un retaggio di una visioneirreale della scienza e della fede. L'Università deve essere il luogodove anche il rapporto tra scienza e fede può e deve essereliberamente discusso tra soggetti "religiosi" diversi che si confrontano in modo franco e rispettoso.Il Consiglio Federale dell'Alleanza Evangelica ItalianaAlleanza Evangelica ItalianaVicolo S. Agata 2000153 Roma www.alleanzaevangelica.orginfo@alleanzaevangelica.orgRoma, 16/1/2008