amore

Post N° 53


Il rapporto nel comaUn antico pensiero in una prima esposizione  (risvegli)E’ sempre stato fonte di curiosità professionale il pensiero del rapporto tra il soggetto in coma e il curante, inteso come quel soggetto che si prende "cura di" (dell'amato): la moglie, il marito, l’amico, in sintesi l'amante.Premetto che non è mia intenzione affrontare il problema del coma dal punto di vista clinico, ma semplicemente da “uomo della strada”, che davanti alle notizie di cronaca che riportano di risvegli dal coma, ha riflettuto soprattutto sulla possibilità e sulla natura del rapporto che si può instaurare con il “comatoso”. Niente di più, niente di meno: il rapporto tra due soggetti con l’aggravante che uno dei due è in coma.Ciò che mi ha sempre colpito, come del resto a tutti (credo), è quel particolare per cui ad un certo punto ci si "ri-sveglia". E' la modalità con cui questo avviene l'oggetto della mia riflessione.Spesso la cronaca ci racconta che il risveglio è legato al ricordo di un esperienza piacevole. Ricordo rievocato dalla persona che se ne prende cura, da una canzone registrata su una cassetta, un profumo, ecc, ecc.Ossia, un elemento esterno che ponendosi come offerta viene ricevuta dal soggetto in coma che la "domanda", la richiede al punto da risvegliarsi, "tirandolo fuori", riportandolo alla coscienza della percezione del mondo.L'interesse è sempre stato rivolto a questa dinamica, per la quale il moto di uno (l'offerente) è occasione all'altro (nel nostro caso il soggetto in coma) per domandare ciò che lo ri-mette in moto. Approfondiamo questa dinamica. Non si tratta, secondo me, di stimolazione ossia di quel fenomeno fisico-chimico secondo il quale una "realtà" si muove a seguito di una "spinta". E' questo il caso ad esempio di una pallina da biliardo che stimolata da un'altra si mette in movimento; non può non farlo, una pallina urtata da un'altra si sposta per effetto di uno stimolo: un puro comando. La pallina "stimolata" non può decidere se muoversi o se stare ferma, obbedisce al comando ossia alla spinta, allo stimolo. Risponde alle leggi della meccanica.Nell'essere umano le cose non vanno in questo modo, la psiche umana non risponde alle leggi della meccanica, ma alle leggi del "pensiero di natura", ossia alle leggi proprie della psiche umana.L'offerta (lo stimolo prendiamo in prestito questa parola dalla meccanica solo per intenderci) non dà luogo automaticamente ad una domanda (=risposta per restare con il comportamentismo), cioè ad una reazione. Tale offerta quando è posta, è posta al soggetto affinché la domandi. Anche il rifiuto, quando esplicitato, fa parte della domanda.Se il soggetto (ricevente l'offerta) non domanda l'offerta ricevuta non si metterà in moto, non cercherà di conquistare ciò che desidera. Così, anche il "comatoso" si muove o si risveglia quando trova, domanda ciò che dell'offerta trova "interessante".Sinteticamente credo si tratti di una dinamica educativa. Il soggetto in coma in qualche modo (che lasciamo al mistero) trova qualcosa in sé che lo provoca a cercare-domandare l'offerta.L'offerente da parte sua ha posto sé o più semplicemente ha posto l'offerta come possibilità all'altro di aderirvi. Non esiste relazione educativa fin quando questa dinamica offerta-domanda non si compie. Cioè servono entrambe per realizzare una dinamica educativa. Mancando una delle due non possiamo parlare di educazione ma di "cura" (la vecchia buona assistenza), nella quale un soggetto si prende cura di un altro creando tutte quelle condizioni di benessere dentro le quali uno (l'amato, l'assistito, il paziente) si possa trovare bene.Facendo un esempio forse un po’ banale: un negoziante espone (offre) la propria merce in vetrina avendo cura di incontrare l'interesse del cliente, ma fin quando il cliente non acquista la merce (cioè non la domanda) il rapporto di vendita non si compie. Così l'educazione, fin quando l'offerta non è domandata, non si realizza quel fenomeno chiamato educazione.Il soggetto in coma mi è spesso  stato consigliere per comprendere il senso della dinamica educativa.